CAPITOLO 20

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Era un mix di sentimenti. Ero arrabbiata per quel che mi aveva fatto. Delusa, perché non me lo sarei mai aspettata, mi aveva dato modo di fidarmi e invece.. Ero impaurita, per quel che mi stava accadendo in quel istante. Ero debole, e con una sensazione dentro che al tempo stesso mi faceva respirare a fatica. Era stato un colpo basso.

In quel momento ripensai a mio padre, ed è stato come vivere il suo abbandonamento due volte. Vidi tante persone venirmi in contro, non riconoscevo chi erano. Ero andata in stato confusionale. Le loro voci erano forti, io non risposi, non sapevo cosa stesse accadendo. Una persona mi prese in braccio fino ad accompagnarmi dentro ad una macchina

E sfrecciare in ospedale. Avevo sentito solo la frase "Non reagisce, serve l ospedale" dopo, più niente. Non mi ricordai niente. Mi risvegliai con un grandissimo malditesta, in una stanza tutta bianca e triste che non riconoscevo, In un letto scomodo anch esso molto triste. Le pareti erano spoglie, neanche un fiore nel comodino o qualsiasi cosa che colorasse quella stanza.

Nelle braccia avevo degli aflebo collegati ad una busta che conteneva dell acqua, che mi pizzicavano ad ogni movimento che facevo. Mi voltai e affianco a me seduta in una sedia c era lei..Mia madre. Dormiva, non volevo svegliarla. Aveva delle occhiaie nere che li cerchiavano gli occhi, era sciuppata in viso. Ciò, voleva dire che era venuta da me anche se aveva un giorno di riposo dato che lavorava fino a tardi e aveva poche ore per dormire.

La guardavo. Era bellissima. Subito, mi venne in mente quando ero piccola, tutti i lunedí che aveva liberi li dedicava a me. Mettendo da parte il riposo. Mi portava al parco, facevamo i dolci in casa, giocavamo mettendoci i vestiti più buffi indosso. A pensare che Lei e papà andavano così d accordo prima, erano così uniti che tutti l'invidiavano.

Lui l'aiutava in casa, dopo il lavoro le portava dei fiori, dei cioccolatini, non le faceva mai mancare nulla. Litigavano, si ma per cose banali e dopo 5 minuti li vedevi già col sorriso stampato a guardarsi. Ricordo che da piccola li guardavo e mi dicevo che un giorno avrei trovato un uomo come mio padre.

Ma purtroppo non fu stato così. Ho sempre conosciuto ragazzi che avevano in mente solo di prendermi in giro, e quando alla fine capivo era troppo tardi perché mi avevano usata per i loro sporchi giochi. Ce chi Prometteva per poi andare via. Chi voleva solo portarmi a letto e poi andare via. C'era il bugiardo, il manipolatore, il traditore, l aggressivo. Li avevo conosciuti tutti e mi ero fidata di tutti dando ad ognuno una possibilità,

Per poi ritrovarmi nell abisso. Dopo, mi sono resa conto che per stare bene e dimenticare mio padre non era necessario mettersi con dei ragazzi. Così, ho intrapreso un viaggio, lasciando i miei vecchi amici, la mia vecchia vita e i ricordi che mi rimbombavano nella testa. Solo una cosa, ancora mi gira nella testa. Mio padre che lascia quella casa per non tornare più, senza specificare il perché.

Mi dicevo che forse era in pericolo e aveva bisogno di me, oppure non sapeva come ritornare a casa, o peggio ancora era malato e noi non lo sapevamo. L apertura della porta della camera fece svanire i miei pensieri all istante. Era l infermiera per mettermi un altra sacca di acqua nell aflebo che era finito. Mia madre si sveglió al sentirmi parlare.

Era felice di vedermi. <<Abby, tesoro mio.>> si avvicinó a me e mi bació la fronte. <<Da quanto sono qua in ospedale?>> chiesi io con la bocca secca. <<un giorno, ti hanno sedata per non avere altri crolli.>> Mia madre mi passó l acqua che le avevo chiesto nel mentre che parlava. L'acqua fresca si fece spazio nel mio corpo, era così fresca e buona

Che mi sentí meglio. <<Abby, cosa ti ho detto. Non devi pensare ne angosciarti con cose che hai passato. Un altra ricaduta e ti ricovereranno curandoti. Non devi stare negli ospedali. Tu devi studiare, avere una vita al di fuori di qua. Questo non è il tuo posto, non ti appartiene questo posto così spento. Tu sei piena di vita e di colore. Amore mio>>

In effetti non era la prima volta che finivo negli ospedali. Succedeva anche a scuola e a casa. Poche volte ma erano proprio quelle poche volte che mi facevano stare più male di ogni cosa. <<Carol e bonnie sono rimaste tutto il giorno qui, hanno dormito qui, sono proprio delle vere amiche. Sei fortunata.>> Mi ricordai..ero alla festa del college

E Jacob e quella Emily si baciavano. Di questo naturalmente  non avrei detto niente a mia madre. Anche perché, mi avrebbe cambiata di college facendomi stressare ancora di più dato il suo carattere protettivo verso i miei confronti. Avrei voluto alzarmi e andare a salutare le mie amiche ma, non avevo la forza così chiesi a mia madre di farle venire da me.

Entrarono dalla porta Carol e bonnie con gli stessi vestiti che indossavano alla festa e con i capelli non pettinati e indisordine come se avessero dormito su di loro. <<ci mancavi>> mi abbracció Carol che ancora aveva puzza di alcol. <<E voi dovreste farvi una bella doccia>> le dissi. Loro risero e anche io. Ero felice di vederle.

Loro due si guardarono. <<Bhe, a quanto è successo ieri sera, lui ti vorrebbe parlare, la situazione non era come sembra>> disse Carol. <<Non voglio vederlo. Non voglio vedere nessuno. Sopratutto non voglio parlare ancora di lui.>> Le dissi. Sembravo di esser stata chiara. Loro cambiarono discorso mentre sentivo i passi di lui allontanarsi. Perchè era dietro la porta e aveva sentito.

In quel istante non m importava di niente, lo lasciai andare senza farmi raccontare la sua versione dei fatti.

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Buongiorno a tutte voi. Anche questo capitolo è concluso dato che ieri non ho avuto tempo. Mi sento più libera la verità hahhahah. Buona lettura. Spero vi piaccia perché a me non piace molto questo capitolo🤔❤
Abby e Jacob torneranno a parlarsi? E Jacob?? Che intenzioni aveva? Come sono andate realmente le cose?

Malata di te -COMPLETA-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora