Ero contenta di rivedere Carol. La guardavo ed era come sentirmi a casa. Avete mai provato un amore fraterno per la vostra amica o un vostro amico?? Ecco vi sentite protetti stando insieme a lei/Lui e nessuno può capirvi come loro. <<Abby, sono già le 15:00 dovevamo già essere nella sala riunioni!>>
La ragazza cupa rispose <<oh, fantastico un altro meraviglioso giorno in ritardo!>> <<Sei qua da tanto?>> Chiesi io <<Scherzi? Lei è la più vecchia, la conoscono tutti al college>> disse Carol con fare "So tutto io" << ora basta parlare, dobbiamo correre. E speriamo non se ne accorgano.>> dissi
Sfrecciammo veloci tutti e tre nel corridoio, poi giù per le scale con io che quasi quasi, non mi rompo una gamba come al mio solito! <<Ma da che parte è?, ci siamo perse!>> Ci guardammo intorno. Eravamo capitate in un corridoio, dove c erano gli spogliatoi. <<Carol tu sapevi dove andavamo eh>>
Ad un tratto c' imbattemmo in un ragazzo, avrà avuto sui 30 anni. Alto, capelli neri che profumavano di balsamo, si poteva sentire a dieci kilometri quel profumo. Era vestito con una camicia bianca ed un jeans nero con degli strappi sulle ginocchia. Aveva scarpe da tennis normali di quelle senza marca. I suoi occhi erano di un marrone nocciola molto intenso, ti ci potevi perdere dentro. E il suo sorriso, ti contaggiava. <<Ehi, ciao amico, anche tu qua? da che parte è la sala riunioni?>> le solite figuaraccie poteva farmele fare solo lei. Carol. Io con la mia caviglia in mano e la ragazza cupa con le ciabatte al posto delle scarpe. Il ragazzo ci guardó e rise
<<Da quella parte>> <<non è affatto divertente ripetei tenendomi la mia caviglia mezza rotta.>> andammo nella direzione in cui ci disse, indicando la fine del corridoio per poi svoltare a destra. Entrammo nella sala riunioni che riconobbi per le miliardi di sedie nere che riempivano la grande sala, e i tanti volantini sia di adesso che degli anni passati, tutti rovinati appesi sulle pareti. Sul palco, c erano diversi professori e professoresse, tutti eleganti, e al centro una donna alta, con dei vestiti di marca, saranno stati della Louis Vuitton dallo stemma, con dei capelli ramati che li cascavano sulle spalle. Portava degli occhiali e aveva la pelle un pó rovinata, immersa nel trucco, avrebbe avuto tra i 50 anni, doveva essere sicuramente la preside. <<Shh, fate piano o se ne accorgeranno>> c'intrufolammo tra le sedie, ci sedemmo nei posti vuoti in terza fila.
<<Ragazzi e ragazze, quest anno dovrete affrontare un nuovo anno, un anno lontano dalla vostra casa, dai vostri genitori. Le lezioni inizieranno...>> Non stavo assolutamente ascoltanto con Carol che mi disturbava ogni ora per farmi vedere i ragazzi carini che giocavano a football.
<<Vorrei presentarvi jacob, il vostro professore d inglese.>> Mi girai per vedere i professori e notai il ragazzo che ci aveva dato indicazioni sulla sala...eh, oh no che figuraccie. <<Carol, hai visto bene? Hai visto che figure abbiamo fatto?>> <<è un professore, ed è giovane, ci passerà su vedrai e poi non abbiamo fatto niente di male. Però guarda quant è carino>> disse Carol.
<<Oh si, un professore? Davvero carino. Dici? Tu sei pazza Carol.>>E mentre continuavano le presentazioni dei professori Carol non era più accanto a me. <<Carol>> Sussurai cercandola <<Carol, dove ti sei cacciata>> <<oh ma stai più attenta!>> gli altri alunni si stavano infastidendo parecchio ma ciò non importava, Carol non era qua con me.
Quando ad un tratto girai il mio sguardo dai ragazzi che giocano a football, tutti perfetti a guardarli, tutti di bel viso, dietro avranno avuto famiglie straricche, e indovinate?? Carol era lì, in mezzo a loro parlando. Io, la raggiunsi subito strisciando per terra come un cane, non immaginate le figuraccie. <<Carol, che cosa fai!>> dissi sussurando <<Parlo con loro, mi volevano offrire di entrare a far parte del gruppo delle cheerleader>> disse lei con un sorriso a trentadue denti
<<ok, d accordo ma ora andiamo, dobbiamo ritornare al dormitorio>> presi la mano di Carol per portarla via da quei ragazzi che la guardavano come se la volessero mangiare. <<che ce!>> disse Carol <<hai visto come ti guardavano? Sono solo dei Galli con dei cervelli piccoli ed hanno in testa solo una cosa quindi stai con me.>>
<<vabene "mamma" vabene>> incrociai il professore jacob che non doveva essere li ai dormitori. <<Lei non dovrebbe andare al dormitorio dei professori?>> <<Io ho la mia stanza qua, e la sua qual è? >>
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Abby finalmente ha incrociato lo sguardo di jacob. Cosa succederà? E perché un professore vuole sapere il numero della sua stanza?💗📚
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Malata di te -COMPLETA-
RomansaI pensieri, m' incasinavano la testa. Penso di essere sempre stata così, apparivo felice fuori ma, dentro avevo un sacco di domande che mi tormentavano. Ero forte, o almeno lo davo a vedere..e poi? Di notte bastava un piccolo pensiero a farmi piang...