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Sono appena le 6 di mattina ed io come al solito non riesco a dormire. Sono sempre stata una ragazza che dorme poco. Non mi piace svegliarmi a mezzogiorno ma, grazie alla mia ultima famiglia adottiva, adesso riesco a malapena a dormire un paio di ore a notte. Ho sempre delle grosse occhiaie lunghe fino ai piedi, lo sguardo basso e sono perennemente stanca.
Vivo in orfanotrofio da quando ho 5 anni. All'età di 11 anni sono stata adottata dalla famiglia White, due signori all'apparenza adorabili che mi avevano promesso grande felicità. Sono rimasta con loro un mese prima che i servizi sociali si accorgessero che qualche cosa non andava. Fantasticavo sempre sulla possibilità di essere adottata. Immaginavo che avrei avuto una grande camera, che avrei potuto farmi la doccia tutti i giorni e che avrei potuto mangiare quando volevo. Ma quando sono arrivata in quella casa ho capito subito che sarebbe stato meglio rimanere in orfanotrofio. Appena entrati il mio nuovo "padre" mi tira per un orecchio e mi rinchiude in un ripostiglio dove a malapena posso stare seduta. Mi dicono di aspettare la cena e di rimanere buona altrimenti ci saranno delle conseguenze.
Sono una ragazza calma, silenziosa e ubbidiente ma avevo pur sempre 11 anni e dalla paura mi faccio subito la pipì addosso. Inutile dire che questa cosa non viene gradita dai miei nuovi "genitori" che, quando se ne accorgono, decidono di legarmi mani e piedi, di imbavagliarmi e di lasciarmi rinchiusa senza mangiare e bere per due giorni. Così, a detta loro, avrei imparato ad ubbidire. Inutile dire che ero stremata. La mattina del terzo giorno mi concedono di fare una doccia, se così si può chiamare. Non posso muovere le mani e non posso ribellarmi. L'acqua è gelata ma almeno mi permettono di usare il sapone. Senza nemmeno permettermi di asciugarmi mi rinchiudono di nuovo. Subisco molte altre torture, fino a che gli assistenti sociali non si accorgono  delle mie condizioni. Dopo quel giorno non ricordo molto, sono stata in ospedale tanto tempo e poi sono tornata in orfanotrofio.
Adesso eccomi qui, all'età di 16 anni, un corpo pieno di piccole cicatrici e dei ricordi indelebili nella mia mente.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora