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Dopo essermi svegliata andiamo a fare la spesa. Sono molto demoralizzata. Già non vado molto d'accordo con il cibo ma non potrò più mangiare le cose che mi piacciono, come la pizza o la pasta.
"Togli quel muso principessa, adesso vediamo cosa c'è e decidiamo". Cerco di essere positiva. Ormai è una condizioni di molti quindi spero che si  siano adeguati.
In effetti c'è parecchia roba. Daddy compra la pasta e il pane ma io vado dritta al reparto surgelati. Prendo un barattolino di gelato al pistacchio e lo metto nel carrello.
"Principessa te lo comprerei anche ma questo contiene glutine". Guardo bene ed è vero. Sbuffo e lo poso
"Ma sono tutti con il glutine" dico con le lacrime agli occhi
"Non ti preoccupare lo cercheremo in un altro negozio" dice rassicurandomi.
"Scegli i biscotti dai" Mi faccio un giro e ne prendo un tipo con le gocce di cioccolato.
"Gemma c'è il cioccolato e ti fa male" mi rimprovera.
"Allora scegli te. Non va bene niente di quello che prendo" dico arrabbiata
"Abbassa i toni. Capisco che la situazione non ti piaccia ma sto cercando di aiutarti" dice severamente a denti stretti. Finiamo di fare la spesa in silenzio e poi torniamo a casa e lo aiuto a mettere la spesa in ordine.
"Ti sembra carino arrabbiarti con me mentre cerco di aiutarti? " chiede guardandomi negli occhi
"No daddy"
"Non ti azzardare più ad utilizzare quel tono con me, capito?"
"Si daddy, scusa" rispondo abbassando lo sguardo. Mi fa stendere sulle sue ginocchia e mi da 20 sculacciate.
"Vai nell'angolo Gemma" lo guardo per supplicarlo ma non serve
"Ora" obbedisco.
C'è andato piano, forse perché comprende il mio disagio. Scoppio a piangere, non tanto per la punizione ma per il fatto di sentirmi ancora una volta diversa da tutti.
"Basta lacrime è tutto finito" ma non riesco a smettere mi sento troppo a disagio.
"Sssh piccola mia, mi vuoi dire cosa c'è che ti turba tanto?" mi chiede in modo amorevole.
"mm-i ss-ento dd-iversa da tutti e non ne posso più. Vv-orrei essere uguale ai rr-agazzi della mm-ia età mm-a non c'è nn-iente di normale nella mm-ia vita apparte te" confesso tra i singhiozzi
"Lo so che hai avuto un' infanzia difficile e che non è facile dimenticare quello che hai dovuto subire. Ma Gemma essere celiaci non ti rende diversa dagli altri. Credimi" dice accarezzandomi una guancia.
Forse ha ragione. Del cibo poi non me ne frega niente quindi non ci devo dare tanto peso. È l'idea di essere etichettata ancora come diversa che mi agita.
"Scusami daddy ma non sapevo come esprimere questo mio disagio"
"Facciamo così. Ogni volta che questa cosa ti dà fastidio prova a dirmela, così come ti viene, e vedrò di aiutarti. Ok principessa?"
"Grazie daddy" ci baciamo a lungo, è sempre molto comprensivo con i miei disturbi.
Per cena cucina la pasta e per non farmi sentire sola la mangia anche lui. Fa schifo ma mi diverto tantissimo a vedere le sue facce
"Gemma è buona, forza apri la bocca"
"Ma se anche a te fa schifo" dico incrociando le braccia
" è vero" confessa e ci mettiamo a ridere. Cercherò su internet qualche ricetta un po' più appetitosa ma adesso dobbiamo mangiarne almeno un altro pochino su" ci sforziamo entrambi ma è disgustoso. La pasta è appiccicaticcia e ha un retrogusto di mais. Blhè
Per fortuna oggi è domenica. Niente scuola. Andiamo a pranzo dalla madre di Philip. A quanto pare Ivy si è fidanzata e vuole presentarci questo ragazzo. Non sono molto convinta, sapete la mia fobia per le persone nuove non se ne è andata e credo che mi accompagnerà per il resto della mia vita.
Oggi sono un po'stanca e mentre siamo in macchina mi addormento. Philip ha un gran sorriso. È sempre felice di andare da sua madre. Appena entriamo Philip abbraccia sua madre e poi ricevo un suo bacio sulla guancia
"Ciao Gemma, che bello rivederti"
Questa donna è fantastica, ti fa sentire sempre a suo agio.
"Vieni cara ti faccio vedere cosa ho preparato" la seguo in cucina e i miei occhi si illuminano. Ha fatto le lasagne, le adoro.
"Mamma hai usato questa pasta?" le chiede Philip mentre tiene in mano un pacco.
"Si tesoro me le hanno consigliate al supermercato"
"Ma qui c'è il glutine, Gemma non può mangiarle". Sono un po' delusa ma non è colpa sua e non posso farcela rimanere male
"Oh mi dispiace tanto Gemma"
"Non fa niente, apprezzo lo sforzo. Vorrà dire che mangerò il secondo" abbozzo un sorriso e la abbraccio per tranquillizzarla
"Domani vado al negozio e mi sentono" mi fa ridere il suo tono e vedendomi sorridere si rilassa un po'.
"Gemma puoi apparecchiare per favore?"
"Certo" prendo una pila di piatti e mi avvio di là.
Raggiungiamo gli altri mentre Philip si scusa per l'incidente. Finalmente Ivy e Il suo nuovo ragazzo arrivano, sto morendo di fame.
"Ehi famiglia, vorrei presentarvi Greg". Quando alzo lo sguardo sbianco e i piatti che avevo in mano cadono per terra. Tutti si girano a guardarmi
"Oh ciao Gemma, non pensavo di rivederti" mi dice Greg con il solito sorrisetto arrogante. Philip mi guarda stranito ma le mie mani non smettono di tremare. È colpa sua se gli assistenti sociali non hanno notato niente quando sono venuti a fare la prima visita. Lui li ha avvertiti e loro mi hanno costretta a dire che andava tutto bene. Prendo coraggio gli passo vicino e lo spingo
"Ti farò marcire in carcere proprio come ho fatto con quegli stronzi degli white". Lui non reagisce ma continua a sorridere
"Gemma datti una calmata" Ivy e Philip si sono avvicinati e lei ha pensato bene di dire questa brillante frase.
"Darmi una calmata?. Ma lo sai con chi ti sei fidanzata?. Per colpa sua mi hanno torturata per un mese. Avevo la possibilità di essere salvata dopo due settimane ma lui ha fatto in modo che nessuno mi aiutasse.
" E quando ti ho implorato di aiutarmi? Eh bastardo" gli dico spingendolo ancora
"Ok adesso basta" Philip mi ha allontanato da lui ma mi divincolo e corro in macchina dove inizio a singhiozzare e tremare

POV PHILIP
Sto assistendo ad una scena sconcertante. Durante il processo Gemma ha raccontato di una terza persona che le aveva impedito di chiedere aiuto ma nessuno era riuscito a trovarla. Adesso ce l'ho qui davanti a me e Dio solo sa cosa mi sta trattenendo. Ad un certo punto si sentono delle sirene e lui prova a scappare
"Dove credi di andare?" lo blocca Jonas. Per fortuna i miei fratelli fanno palestra e non si lasciano intimidire da nessuno.
"Ii-o Ivy non è come dicono. Credimi piccola" ma lei se ne è già andata in lacrime. È stata mia madre a chiamare la polizia. Lo arrestano e mi chiedono di portare Gemma da loro il giorno dopo per firmare una deposizione.
La raggiungo in macchina. È sconvolta e trema.
"Ssssh è finito. Sei stata incredibile" le dico abbracciandola. Lo penso veramente. Quando l'ho adottata non si sarebbe mai sognata di sputare odio sui suoi carnefici ma avrebbe preferito rifugiarsi in un angolo e tremare. Invece oggi si è vendicata e sono molto orgoglioso di lei.
" Nessuno potrà più ferirti, te lo prometto" non dice niente, forse per lo choc. La cullo fino a che non si addormenta e decido di rimanere da mia madre
"Si è addormentata?"
"Si mamma. La porto di sopra e scendo subito. Ti prego trattieni Ivy" lei sorride comprensiva e annuisce.
Coprio per bene Gemma, fa freddo.
"Non lasciarmi" mi dice tenendomi la mano
"Mai piccolina mia. Riposati un po' non ti succederà niente" le do il suo ciuccio e si riaddormenta subito. Le accarezzo il viso e poi la lascio riposare. Le emozioni forti la stancano molto e questa sicuramente è una di queste. Quando torno in cucina trovai Ivy in lacrime mentre beve dell'acqua. Appena mi vede mi corre in contro
"Ti prego Philip perdonami, non lo potevo sapere" L'abbraccio per farla calmare
"Basta Ivy, non è colpa tua" le dico accarezzandole la guancia
"Non volevo fare del male a Gemma. Le torneranno gli incubi per colpa mia" dice piangendo
"Me ne occuperò io. Tu non hai niente da rimproverarti. Anzi grazie per averlo portato. Senza di lui la storia non si sarebbe mai chiusa definitivamente ed entrambi abbiamo bisogno di chiuderla una volta per tutte" Si tranquillizza e poi mangiamo qualcosina insieme ai miei fratelli. Gemma dorme per tutto il pomeriggio. Gli altri se ne vanno ma Ivy insiste per rimanere, vuole scusarsi anche se le ho ripetuto mille volte che non ce n'è bisogno.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora