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Non ho dormito tutta la notte quindi sono molto irritata, non che gli altri giorni sia più simpatica, ma potrei uccidere qualcuno. Le mie due compagne di stanza, Emma e Cecilia, sono già andate a fare colazione per fortuna, altrimenti mi avrebbero sicuramente insultata. Oggi la direttrice ha deciso che non debba fare colazione.
"Gemma levati dalle scatole" mi dice mentre entro nella sala dove mangiamo. Lo fa sorridendo in modo sadico, prova gusto a trattarmi male e spesso mi punisce con il digiuno. Vorrei spaccarle la faccia ma poi mi chiedo se ne vale davvero la pena e decido di subire in silenzio. Mi rassegno e torno in camera. La mia pancia brontola ma anche oggi dovrò convivere con i crampi. Appena entro vengo inondata da un misto di uova e farina. Urlo e le mie due compagne scappano ridendo. Mi accorgo troppo tardi di averlo fatto troppo forte e vengo raggiunta dalla direttrice che inizia a sbraitarmi contro, come se mi fossi ridotta così da sola
"Sei proprio un peso. Nessuno vuole adottarti perché non sanno che farsene di te". Le sue parole mi feriscono, non dovrei farci caso ma quando nessuno ti vuole cominci a crederci davvero.
Non attende nemmeno che mi sia ripulita, mi intima di piegarmi sul letto e mi da 50 frustate.
"Ahia la prego basta" Piango, cerco di sfuggire a questa tortura ma più mi muovo e più aumenta la forza. Finalmente smette di colpirmi. Il mio sedere brucia tantissimo. Sembra quasi che sulle ferite ci sia stato cosparso del sale.
"Ricomponiti e pulisci tutto se non vuoi anche il resto" se ne va sbattendo la porta. Sono stanca, vorrei solo che tutto questo terminasse. Nella mia mente non faccio altro che ripetermi che finirà presto, mancano solo due anni e poi sarò libera. Non so bene cosa farò ma ho dei risparmi e me la caverò. Ho sempre fatto tutto da sola, non sarà mai più difficile di così. Non so come riesco ad alzarmi e a farmi una doccia. Mi ha fatto uscire il sangue quella stronza. Non smetto di piangere nemmeno quando pulisco il pavimento e il muro. È stata una punizione ingiusta, come sempre del resto. Alla fine decido di buttarmi sul letto, fuori piove e non posso raggiungere il mio posto preferito. È lontano da tutto e da tutti, li nessuno mi disturba mai. Mi addormento a pancia in su. Non potrò girarmi per qualche giorno e il pigiama mi da fastidio ma non posso toglierlo perché le mie compagne mi prenderebbero in giro e poi fa freddo. Qui i riscaldamenti non sono mai accesi. Mi ammalo spesso e a malapena mi danno delle medicine. Finisco per addormentarmi stremata da tutte queste emozioni.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora