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Domani tornerò a seguire le lezioni insieme a Lia. Sono molto agitata, non voglio deludere Daddy ma sento che qualche cosa andrà storto. Decido di non pensarci, la mia ansia fa brutti scherzi. Devo concentrarmi sul regalo per Philip, tra poco sarà Natale ma cosa si regala ad un uomo che ha già tutto? Penso esasperata.
Questo sarà il mio primo vero Natale, sono emozionata e spaventata allo stesso tempo. L'ultimo Natale che ho passato fuori dall'orfanotrofio non è stato piacevole, ne porto ancora i segni.
"Ehi scimmietta, a cosa pensi?" Mi chiede Daddy toccandomi un ginocchio
" Al ritorno a scuola" decido di non dirgli tutta la verità per non farlo preoccupare. Ha già abbastanza pensieri a lavoro, non voglio dargliene altri.
"Vedrai che andrà bene se ti  impegnerai" dice marcando l'ultima parola
"Si Daddy te lo prometto" dico sbadigliando
"Forza Gemma andiamo a metterci il pigiamino, hai fatto lo zaino?" Me ne sono dimenticata, stavo guardando un cartone e non ho ascoltato la sua continua richiesta di prepararlo
"No Daddy" dico abbassando lo sguardo
"Ah no? Quante volte te l'ho chiesto?" dice alzando la voce
"Ma stavo guardando un cartone"
"Bene, niente cartoni per una settimana, così vediamo se mi ascolti. Fila a fare lo zaino" mi da uno sculaccione forte e mi indica le scale. Mi massaggio il mio povero sedere ed obbedisco, non ne voglio altre.
"Ho finito Daddy" dico entrando in camera sua. Lui sta armeggiando con il computer
"Brava bambina. Adesso pigiamino e poi a letto"
"Ma non ho sonno" protesto
"Gemma basta capricci su. Sono quasi le dieci, dovresti essere a letto da mezz'ora" dice guardando l'orologio
Di notte mi sveglio per un incubo. Ho sognato il Natale dagli White. Inizio ad agitarmi, mi sta venendo un attacco di panico ma daddy non si è svegliato. Lo scuoto cercando di svegliarlo ma mi manca l'aria. Finalmente apre gli occhi di colpo e si tira su
"Ehi ehi Gemma respira respira" si allunga per prendere l'inalatore e mi sento meglio. Inizio a piangere, non voglio che tornino gl'incubi. Ho fatto molti passi avanti tanto che la psicologa ha interrotto gli incontri. Ma adesso sono tornati.
"Sssh piccolina, vieni qui" mi prende in braccio e mi culla
"Basta piangere, sei al sicuro qui, qualsiasi cosa tu abbia sognato non è reale, non più". Mi prepara il latte e me lo da. Chissà cosa ci mette dentro, dopo averlo bevuto mi tranquillizzo sempre. Non riesco a dormire molto e domani devo andare a scuola
" Forza Gemma ci dobbiamo alzare"
"Mm mmm posso andare domani, sono troppo stanca"
"Nono signorina, dormirai quando torni" Mi convinco ad alzarmi e Philip mi accompagna a casa di Jason. Ci salutiamo e inizio a seguire la lezione . In realtà non ascolto molto e il professore mi riprende più volte dicendo che lo dirà al mio tutore. Stronzo non vedi che ho sonno, penso dentro di me. Il professore diventa rosso in volto e Lia mi guarda stupita, che ho detto?
"Signorina che cosa ha detto?"
"Nn-iente" balbetto. Forse l'ho detto a voce alta. La lezione prosegue e per tutti il tempo  spero che il professore non ci dia peso ma purtroppo non sono fortunata. Quando arriva Philip gli parla in privato e quando torna ha uno sguardo così serio da farmi paura
"Andiamo" dice solo. Scatto in piedi e lo seguo. Appena entriamo in macchina cerco di aggiustare la situazione
"Ti prego daddy ascoltami, io non volevo ma"
"Stai zitta se non vuoi che aumenti la tua punizione e fidati dopo questa ti passerà la voglia di dire le parolacce" Mi minaccia. Deglutisco a fatica, me lo merito ma ho comunque paura.
Il tragitto dura poco purtroppo. Appena entriamo in casa mi tolgo il giacchetto e lo zaino e poso tutto ordinatamente sul divano
"Vai in camera e aspettami li"
"Ss-i daddy" obbedisco, non voglio peggiorare la mia situazione. Quando arriva ha in mano degli oggetti, una cintura, una spazzola di legno, un paddle e un frustino. Vuole usarli tutti? Spero di no
"Sistemati sul letto forza. Metti un cuscino sotto la pancia, come se ti stessi per fare un clistere. Cosa che farò se ti agiterai. Ma tu sarai brava vero? Dice in tono severo
" Ss-i daddy"
"Ti darò 30 colpi con ognuno di questi oggetti. Se ti agiterai aumenterò i colpi". Come potrò sopportarlo non lo so. Inizia con la cintura, cerco di stare ferma ma il dolore è insopportabile
"Ti prego basta" dico singhiozzando
"Abbiamo appena iniziato. È così che si puniscono le bambine cattive. Tu sei stata cattiva e adesso imparerai ad essere brava" dice continuando a usare la cinghia.
Quando tocca al frustino sono stremata, non mi muovo più. Singhiozzo solo, il dolore è insopportabile. Finalmente la punizione finisce o così credevo.
"Alzati" obbedisco a fatica e tengo lo sguardo basso
"Guardami Gemma" faccio come mi è stato ordinato
"Adesso stai nell'angolino con le mani sopra la testa" poteva andare peggio, potrebbe farmi sedere.  Evidentemente mi leggd nel pensiero perché sistemò una sedia e mi ci fece sedere. Era una di quelle con la paglia rovinata, non l'ho mai notata. Provavo un fastidio enorme
"Ti prego daddy fammi alzare fa troppo male" lo prego ma lui mi tiene ferma per le spalle
"Ti devo legare e imbavagliare?" dice minaccioso. Non lo ha mai fatto
"No ti prego non farlo, starò buona ma questo no" inizio a singhiozzare più forte. Lui si siede sul comodo letto e prende a lavorare. Non so dire quanto rimango seduta su quella sedia infernale. Il dolore non mi permette di addormentarmi.
"Basta Gemma, sei stata brava" dice prendendomi in braccio. Scoppio in un pianto liberatorio
"Scusami daddy, non le dico più le parole brutte" dico piangendo
"Brava, adesso ti metti sdraiata sul letto e per 100 volte scrivi questa frase:" mi scuso con il mio professore per averle mancato di rispetto", mentre ti metto la crema su questo sederino rosso", dice come se niente fosse
"Cento volte? Ma ci metterò una vita"  mi arriva uno sculaccione forte e sussulto
"Vuoi tornare sulle mie ginocchia?"
"Nono basta"
"E allora obbedisci e inizia subito" Mi ci vuole tutto il pomeriggio e alla fine mi addormento sui libri con il sedere in fiamme e un polso che mi fa male, non sono abituata a scrivere così tanto.

POV PHILIP
Quando torno a controllarla la trovo addormentata. È bellissima mentre dorme. Ha uno sguardo rilassato. Le controllo il sedere e le spalmo altra crema. Ci sono andato giù pesante ma è stata brava e ha obbedito. Non si  potrà sedere per due settimane ma una buona educazione non prevede le parolacce, per di più dette ad un professore. Dovevo punirla per forza. Ha scritto 100 volte quella frase e ne sono compiaciuto. La lascio dormire tranquilla, la scorsa notte ha fatto un brutto sogno e temo che siani tornati. Si sta avvicinando il Natale e forse è quello a darle pensiero. Dopo poco inizia ad agitarsi, cerco di svegliarla e quando lo fa ha uno sguardo così smarrito. La prendo subito tra le mie braccia e la cullo
"Sssh non è reale, stai tranquilla. Non può succederti niente se ci sono io" le dico per rassicurarla. Lei si lascia cullare, è così indifesa.
"Vuoi dirmi cosa c'è che ti tormenta?" le chiedo dolcemente ma lei scuote la testa e inizia a piangere
"Non fa niente, non importa. Non ci pensare ormai è passato" la cullo ancora un po' e poi finalmente si tranquillizza
"Scusa daddy se sono stata cattiva, non lo faccio più" dice guardandomi negli occhi
"Lo so amore mio, l'importante è che tu abbia imparato la lezione"
"Sisi daddy" si affretta a dire e mi fa ridere. Il suo pancino inizia a brontolare
"Ho famissima" dice toccandosi la pancia
"Menomale, stasera pollo e verdure"
"Blhé. Posso mangiare solo il pollo? " chiede facendo gli occhi dolci
"Gemma voglio vedere il piatto pulito e mangerai due volte le verdure"
"Uffa ma non mi piacciono"
"Non mi interessa, ti fanno bene e ora basta capricci" dico concludendo il diverbio.
Andiamo a cena e Gemma fa un po' di storie ma poi mangia tutte le verdure ed è lei a chiedermi di dargliene altre. Che monella.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora