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Non voglio che Philip mi lasci da sola. Conosco solo Lia e non ci stiamo nemmeno molto simpatiche. Cerco di allontanarmi il più possibile ma il box non è grande. Non so che fare o che dire, le altre si conoscono già e parlano tra di loro.
"Allora Gemma, raccontaci un po' di te". Non so perché ma decido di fidarmi. Scopriamo di avere molte cose in comune. Tutte veniamo da un orfanotrofio e tutte abbiamo subito qualche violenza
" Quando ho deciso di raccontare tutto a Marco è stato terribile." Confessa Cecilia.
"Odio quella compassione che gli altri vogliono dimostrare, ma lui non si è scomposto più di tanto. Mi ha ascoltata senza interrompermi e poi alla fine mi ha abbracciata e mi ha fatto la cioccolata calda, io amo la cioccolata calda" Ridiamo tutte a questa sua affermazione. Forse mi posso fidare di loro, sono delle brave ragazze.
"Io ancora faccio un po' di fatica" Dice Amelia
" Sono un tipo un po' ribelle e le regole proprio non mi piacciono. Per questo spesso non riesco a sedermi. Ma la prima volta che mi ha punita è stato terribile. Avevo intuito che nessuno lo avesse messo al corrente del mio passato e ci è andato giù pesante". Non ho parlato per una settimana e quasi ho sperato che mi riportasse indietro. Una mattina sono venuti a trovarci due assistenti sociali per consegnare una cartella che si erano dimenticati. Non c'era scritto proprio tutto, nessuno sa davvero cosa ho dovuto sopportare, ma lui l'ha letta e si è bloccato, è rimasto dieci minuti a fissare il vuoto e poi mi ha pregato di perdonarlo, che non è cattivo ma severo si, che non aveva idea di quello che mi hanno fatto e che avremmo fatto le cose con calma. Io non volevo accettare questa vita, portare un pannolino è umiliante e farsi cambiare per me è inconcepibile. Ma piano piano mi sono fidata. È bellissimo quando si prende cura di me, come se fossi la cosa più fragile del mondo". Rimango spiazzata dal suo discorso.
"Iiii-oo non so se riuscirò mai a raccontare il mio passato a qualcuno. Lui qualche cosa sa perché un paio di volte ho dato di matto" Ridiamo tutte alle mie parole ma è vero, ho letteralmente dato di matto.
"Ho già intuito che è molto severo e so che si sta trattenendo per non spaventarmi e di questo gliene sono grata. Io però ho un carattere abbastanza tranquillo quindi faccio meno fatica di te Amelia. Ma hai ragione, il pannolino è una tortura e non si è accorto che mi irrita da morire"
"Ah no questo glielo devi dire eh, io ho aspettato che se ne accorgesse e mi è venuta un' infezione. Ho dovuto fare delle punture molto dolorose e lui si è sentito mortificato per tutto il tempo" Mi avverte Lia. Queste ragazze non sono affatto male, forse ho trovato delle amiche. Decido di sbilanciarmi un po' ma non troppo.
" Ma i vostri daddy vi hanno mai portato da uno psicologo? Io ci sono stata quando ero in ospedale ma è stato terribile, per lei intendo" Ridiamo tutte fino alle lacrime.
"Le tiravo tutto quello che avevo a portata di mano perché non potevo alzarmi ma lei non si è mai scomposta"
"Noi non siamo mai andate da uno psicologo perché ci è bastato l'amore dei nostri Daddy. Ma questo non significa che tu non ne abbia bisogno. Abbiamo subíto cose diverse e siamo persone diverse quindi non ti vergognare se ne hai bisogno. L'importante è riacquistare la serenità mentale" Dice Lia per tutte. Non è poi così antipatica.
"Gemma, che cosa ti è successo?" Mi chiede dolcemente Amelia. Non so se sono pronta a parlare di questo. Mi scende una lacrima e loro non tardano ad abbracciarmi. Non me lo aspettavo ma è davvero confortante.
" All'età di 11 anni sono stata adottata da due individui, definirli persone è davvero troppo. Ero così felice di poter uscire dall'orfanotrofio. Sono stata con loro solo un mese ma non c'è stato giorno che non mi abbiano maltrattato. Adesso i segni sono quasi spariti, non so nemmeno se Philip ci ha fatto caso, ma sulla pancia mi hanno dovuto mettere 52 punti. Si divertivano a sentirmi urlare" dico tutto d'un fiato. Mi guardani stupite, forse non si aspettavano questo genere di confessione ma ho sentito il bisogno di dirlo a qualcuno.
" Abbiamo tutte subìto qualche cosa di simile"
"Io sono rimasta con il mio carnefice per 5 mesi" dice Olivia
"e io sono scappata dalla finestra e mi sono rotta entrambe le gambe. A quel punto si è trovato costretto a chiamare l'ambulanza" racconta Cecilia. Finalmente ho trovato qualcuno che può realmente capire il mio terrore. Ci abbracciamo di nuovo con la promessa di essere amiche ed aiutarci.
Improvvisamente siamo tutte molto stanche. Non è facile parlare della nostra infanzia, spesso è estenuante dover ricordare e ci addormentiamo vicine. Quando mi sveglio sono nella culla e Daddy non c'è ma spero che le mie nuove amiche non siano andate via. Lo chiamo e dopo poco entra
"Buongiorno principessa mia, hai dormito bene? "
"Si daddy ma le altre bambine sono andate via?" Dico mettendo un piccolo broncio.
" No amore tranquilla, stanno ancora dormendo nella stanza degli ospiti. Quando si svegliano magari potete giocare un altro pochino, va bene? "
" Siiiii" dico felice. Lo vedo rilassarsi, per lui è importante che abbia delle amiche con cui parlare.

POV PHILIP
Stiamo andando dalle bambine ma le sento parlare e ci blocchiamo. Quello che sento dire a Gemma mi fa stare male, stringo i pungni fino a farmi diventare le nocche bianche. Jason se ne accorge e torniamo in cucina.
"Philip respira, lo so che è doloroso ma devi essere forte per lei. Non puoi avere un crollo quando un giorno ti racconterà quello che ha passato. Anche se non ti guarderà negli occhi percepirà le tue emozioni e non dovranno essere quelle sbagliate. Se ti mostrerai troppo triste penserà di aver sbagliato lei e non riuscirà mai a lasciarsi il passato alle spalle". Ha ragione, devo proteggerla e mostrarmi forte.
Torniamo di là e le troviamo raggomitolate una vicina all'altra mentre dormeno. Gemma non ha mai fatto un riposino pomeridiano ma da oggi glielo farò fare. È così rilassata ma non possiamo lasciarle dormire in modo così scomodo. Al loro risveglio si lamentateranno dei dolori. Le prendiamo in braccio a mo di sposa e le portiamo nelle camere.
"Ciuccio daddy" Mi dice la mia piccolina. Non me lo chiede mai e quando voglio che lo usi è sempre restia. Ma forse le serve per dormire meglio e infatti si rilassa ancora di più. La copro per non farle prendere freddo e scendo dai miei amici per bere una birra.
"Avete messo le bambine a letto?"
"Si, anche se Lia non si voleva staccare" Ridiamo tutti, sappiamo che quando Jason prende in braccio Lia poi è difficile farla staccare.
"Vi ho dato quella camera perché è la più lontana da dove sta dormendo Gemma. Sicuramente tra un po' inizierà ad urlare e non voglio che svegli le altre"
"Tranquillo amico, vogliamo tutti aiutare te e Gemma quindi non ti preoccupare. Tu ci hai aiutato tantissimo con le nostre bambine e adesso è il nostro turno".
Gemma non si sveglia e per la prima volta posso rilassarmi. Forse il ciuccio la calma o forse l'aver raccontato un episodio di quello che le è successo l'ha fatta sentire un po' più leggera, un po' più sollevata. Dopo poco sento che mi chiama e vado da lei. È preoccupata che le sue nuove amiche se ne siano andate ma la informo che potrà giocare ancora con loro e i suoi occhi si illuminano. Sono sollevato che il mio piano abbia funzionato. Abbiamo tutti bisogno di qualcuno che capisca veramente quello che abbiamo passato. Prendo Gemma in collo e vado a cambiarla. Non voglio farle sapere che ho ascoltato tutto quindi faccio finta di niente e le tolgo il pannolino. Ha ragione, è tutta rossa e si stanno formando delle bollicine. Tocco quella parte e lei chiude subito le gambine e scoppia a piangere.
"Ahia Daddy, bua". Mi dice in tono agitato
" Dai cucciolotta apri le gambe e fammi vedere bene, così mettiamo la crema e passa tutto". Devo insistere un po' e quando le metto la crema riesco a schivare un paio di calci. È veramente forte
"Gemma!" le dico alzando la voce
"Lo so che ti fa male ma ho quasi finito. Non è bello che mi tiri i calci, potresti farmi male" le dico in tono severo ma non troppo. Ormai è in lacrime ma mi lascia finire
"Scusami Daddy, non lo faccio più. Ma possiamo cambiare pannolini? Questi sono davvero scomodi"
"Ma certo amore mio. Domani ne andiamo a comprare altri" Le dico sorridendo. La rivesto e scendiamo dagli altri. Tutti la salutano e inaspettatamente Gemma ricambia
"Cc-iao" Dice balbettando e poi gira la testa per nascondersi. Sono così fiero di lei, si sta davvero impegnando molto per superare le sue paure.
Dopo poco sentiamo piangere e i miei amici vanno a prendere le loro little. È l'ora della merenda, tutte berranno il latte così non ci sarà bisogno di grandi preparativi. Ci sistemiamo sul divano con le bambine in braccio e le facciamo mangiare. Ma Gemma oggi è capricciosa e non ne vuole sapere.
"Dopo Daddy perfavore, mi fa male il pancino" Dice mettendo il broncio.
"Ti fa male il pancino perché mangi poco, se tu mi ascoltassi non avresti questi dolori"
"Nono Daddy non lo voglio" le do uno sculaccione davanti a tutti e lei si imbarazza molto. Abbassa la testa e beve tutto il latte. Nessuno si scompone, non è niente di nuovo per loro. Ma Gemma ci rimane male e non mi parla per il resto della giornata. Le farò un bel discorso quando rimarremo soli. Lasciamo le bambine giocare un po'e poi prima di cena salutiamo tutti con la promessa di rivederci presto. Faccio un bagno alla piccola, ha sudato un po' e le metto la crema. Sta già meglio e questa volta è più semplice e non mi tira i calci. Poi le metto il pigiamino e la faccii sedere sul letto
"Gemma!, non mi è piaciuto il tuo comportamento oggi. Se decido che devi bere il latte lo devi bere, senza fare storie. E soprattutto non permetterti più di non parlarmi. Io sono il tuo Daddy e tu devi obbedire, è chiaro? Dico alzando un po' la voce
"Ss-i Daddy scusami, non lo faccio più" Mi addolcisco a quelle parole. Sembra proprio una bambina indifesa. La prendo in braccio e l'appoggio nella culla, ci rimane un po' male ma non dice niente.
"Piccolina vuoi il ciuccio?" fa no con la testa
"Dai amore non fare storie, oggi pomeriggio hai dormito meglio". Finalmente riesco a convincerla, la copro bene e poco dopo si addormenta

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora