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POV PHILIP
Le due settimane successive passano in fretta. Andiamo a fare shopping e la spesa. Non credo sia mai stata in un centeo commerciale. Guarda tutto con stupore. È tridte pensare che non ha mai fatto le cose più semplici ma cercherò di rimediare.  Tutto va bene ma quando devo metterla nel seggiolino  inizia la guerra, ma sappiamo entrambi chi vincerà.
"Daddy ti prego nel seggiolino no. Sto scomoda e le cinghie mi tirano"
"Gemma è impossibile, sei piccina ed è della tua misura. Le cinghie servono a farti stare ferma. Le allento un pochino ma sempre nel seggiolino devi sederti" Dico con tono autoritario. Lei non ribatte e per tutto il viaggio non mi rivolge la parola ma continua ad agitarsi.
"Gemma!, stai ferma che ti fai male. Siamo quasi arrivati non farmi arrabbiare" Dico alzando la voce. Quando arriviamo la metto nel passeggino e noto dei segni rossi sulle gambe.
"Dopo medichiamo questi brutti segni e facciamo anche un discorsetto" dico guardandola negli occhi.
"Si Daddy. Ma ora non mi sgridare faccio la brava promesso". Come posso non addolcirmi a quelle parole. Le do un bacino sulla fronte ed entro nel negozio. Devo comprare molte cose per Gemma, sono finiti i pannolini, il latte, i biscotti. Insomma in casa non c'è più niente. Prendo anche una crema lenitiva che non vorrà sicuramente mettere ma insisterò. Arrivati a casa medico i segni sulle sue gambe e stranamente non si oppone.
"Gemma guardami! Non voglio più sentire capricci inutili quando ti metto nel seggiolino. I bambini stanno seduti nel seggiolino e fanno i bravi, non si agitano come fai te. La prossima volta ti punisco, hai capito?" "Si daddy". Non replica mai quando alzo la voce. Non vorrei farlo ma deve rispettarmi ed obbedirmi. Metto Gemma nel box, con suo grande disappunto e vado a sistemare tutto. Quando torno la vedo che piange in silenzio per non farsi sentire
"Piccolina mia perché piangi?" sentendo la mia voce inizia a singhiozzare più forte. La prendo in braccio e la porto sul divano
"Puoi dirmi tutto ricordatelo"
"È che mi sento in trappola quando mi metti lì dentro. Non posso uscire ed è come quando, quando..." ma non finisce la frase perché comincia a piangere più forte. Deve calmarsi o si sentirà male. Vado a prendere il ciuccio e ci metto sopra un po' di calmante. Fa un po' di storie ma poi apre la bocca. Non si addormenta ma almeno non piange più. La cullo fino all'ora di pranzo e poi andiamo a mangiare.
"Daddy non lo voglio, mi fa male la pancia". Strano, di solito mangia sempre tutto.
"Solo un altro pochino dai Gemma non fare storie" Ma lei si rifiuta. Ha gli occhi un po' lucidi e il naso rosso. Forse è meglio provare la febbre.
"Amore mio adesso ci proviamo la febbre così vediamo se devo darti la medicina"
"No no mi sento bene, non mi picchiare ti prego" Dice agitandosi. Rimango stupito dalle sue parole e anche lei. Involontariamente mi ha confessato qualche cosa di terribile.
"Piccolina se hai la febbre non è colpa tua. Mi prenderò cura di te fino a che non ti passerà e poi andiamo al parco va bene?" Cerco di sorridere per rassicurarla ma lei sembra pensare ad altro
"Non volevo dire quelle cose, mi dispiace. Lo so che tu non mi picchi. Ma Jhon lo faceva quando stavo male". Finalmente mi ha raccontato qualche cosa del suo passato.
"Mi dispiace tanto. Vorrei ammazzarlo quello stronzo e ti giuro che nessuno ti farà mai più così male" dico arrabbiato.
"Daddy non si dicono le parolacce" dicr sorridendo. Rido con lei, è meravigliosa.
"Hai ragione tesoro. Adesso ci proviamo la febbre e vediamo che fare. Promettimi che starai buona e ferma ferma". Si irrigidisce un pochino ma annuisce. La stendo sul letto a pancia sotto e le metto un cuscino sotto la pancia.
"Adesso ti misuro la febbre nel culetto perché ci da la temperatura migliore"
" No daddy, non la posso misurare come i bimbi grandi? Ti preeeeeego." "Assolutamente no, devo essere sicuro se darti la medicina o no". Inserisco il termometro e Gemma inizia a lamentarsi
"Ti prego Daddy toglimelo non ce la faccio mi fa troppo male" dice piangendo
"Sssh, 3 minuti e lo togliamo. Stai tranquilla". Continuo a darle dei bacetti sulla schiena. Passati i minuti vedo che ce l'ha molto alta quindi scarto due supposte e gliele metto. Scoppia a piangere e cerca di alzarsi ma la tengo ferma
"Stai buona Gemma, ho quasi finito" le sussurro dolcemente. Si vede che è molto stanca quindi la metto nella culla, che ho spostato in camera mia, e ne approfitto per andare a lavorare. In questo periodo ho preso delle ferie ma prima o poi  dovrò tornare a lavoro. Fortunatamente, essendo un avvocato, posso lavorare anche da casa. Ma Gemma ha bisogno di molte attenzioni e spesso è difficile fare entrambe le cose. Mi dovrò organizzare.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora