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Anche questa notte la passiamo in bianco. La sto cullando per tutta la casa ma lei non vuole proprio dormire
"No nanna Daddy, no" continua a dirmi
"Sssh Gemma chiudi gli occhietti, ci sono io qui e non ti lascio". Cerco di rassicurarla più volte ma lei non riesce a fidarsi. Improvvisamente mi viene un'idea, la porto sul fasciatoio e le tolgo il pannolino ma fa un po' di capricci
"No daddy, no" si agita scalciando
"Gemma smetti, potresti farmi male" dico con tono duro. Prendo il peluche che tengo vicino al fasciatoio per distrarla e sembra funzionare. Qualche tempo fa ho comprato delle supposte calmanti e finalmente mi risultano utili. Gliene metto una e comincia di nuovo a piangere
"Ahia Daddy, sei cattivo" Le chiudo il pannolino e torno a cullarla
"Sssh ho finito, basta lacrime. Adesso ci mettiamo nel letto e chiudiamo gli occhietti". Si sta quasi per addormentare finalmente. Quando il respiro diventa pesante la copro bene e spengo la lucina. Mi addormento poco dopo sperando che riesca a riposare un po' ma le mie preghiere sono inutili. Dopo due ore mi sveglio di colpo, Gemma si sta agitando nel sonno ed è tutta sudata
"No ti prego no, brucia brucia. Ti prego faccio la brava, ti prego" La scuoto violentemente e apre subito gli occhi guardandosi intorno spaventata. Quando finalmente capisce dove si trova si attacca a me stretta stretta
"Ssh scimmietta era solo un brutto sogno. Non c'è niente di cui aver paura"
"Fallo smettere ti prego" supplica  singhiozzando. Mi dispiace vederla così. Devo assolutamente fare qualche cosa ma non so ancora quale sia la cosa giusta da fare. Mi sto informando attraverso il mio studio legale ma sembra che ci sia poco da fare. Sono molto arrabbiato ma cerco di non farlo vedere a Gemma, potrebbe  pensare che ce l'abbia con lei.
"Sssh piccolina mia, ci penso io. Stai tranquilla". Cerco di metterla nel letto un paio di volte ma ogni volta comincia a piangere di nuovo. Finalmente verso le 7 di mattina si addormenta stremata dal pianto. La lascio nel letto e scendo a preparare la colazione. Oggi verranno ad installare le telecamere e l'antifurto e spero che Gemma non se ne accorga. Vedere gente estranea la agita e voglio evitarlo. Verso le 10 mi installano il tutto. Gemma ancora dorme quindi ne approfitto per lavorare. Verso mezzogiorno sento dei rumori dalla radiolina. Vado in camera e lei alza le braccia per farsi prendere in braccio
"Buongiorno amore mio"
"Bua daddy" dice indicandosi la testa
"Ora passa piccina mia, beviamo il latte con i biscotti e prendiamo la medicina"
"No niente medicina ti prego"  dice mettendo il broncio
"Va bene allora solo il latte" Sciolgo l'aspirina nel latte e ci metto un po' di zucchero per camuffare il sapore. Non sembra accorgersene e beve tutto senza storie.
Il pomeriggio lo trascorriamo a giocare. Gemma vuole che stia sempre con lei e decido di accontentarla. Lei viene prima di tutto. Dopo questa notte infernale è stanca e per mangiare è capricciosa.
"Gemma apri la bocca dai"
"No no non lo voglio, basta"
"Gemma, voglio vedere il piatto finito. Hai capito? Basta capricci" abbassa lo sguardo e non mi risponde
"Rispondimi quando ti parlo" dico alzando la voce.
"Ma non mi va più, lo mangio dopo"
"Assolutamente no, sei magra come un grissino, non voglio più ripeterlo. Chiaro?"
"Va bene daddy, scusa" per fortuna mi ha dato retta, non mi va proprio di punirla in questo periodo. Per questa sera non ho problemi a farla dormire. È visibilmente stanca e dopo qualche frase rassicurante e qualche massaggio che adora si addormenta.
Non potevo immaginare che sarebbe stata una delle notti più brutte di tutta la mia vita. Dopo quella ce ne sarebbero state molte altre. 
Decido di farmi una doccia, devo scrollarsi di dosso tutta questa tensione. Odio vederla così inquieta. Quando esco vado a controllarla ma  Gemma non è nel letto. Corro a cercarla per tutta la casa e la chiamo a gran voce ma non ottengo nessuna risposta. Quando arrivo in soggiorno trovo la porta spalancata, l'allarme non ha suonato eppure sono sicuro di averlo impostato. Qualcuno l'ha portata via. Entro subito nel panico. Cerco di chiamare Jason ma il telefono mi cade due volte dalle mani. Finalmente riesco a comporre il numero, mi tremano le mani e a stento riesco a formulare un discorso di senso compiuto.
"Pronto? "
"L'ha presa, l'ha presa" riesco solo a dire questo
"Arrivo subito". Jason arriva poco dopo credo, ho perso la cognizione del tempo. In braccio ha Lia che ancora dorme. La porta in una camera e torna da me.
"Hai chiamato la polizia?"
"No no, merda Jason le farà del male" dico andando su e giù per la stanza.
Lui mi blocca e mi abbraccia forte.
"Hei Hei calmati. Ho bisogno che tu sia lucido, Gemma ha bisogno che tu riesca a ragionare. Stai tranquillo, vedrai che la riporteremo a casa presto. Chiama la polizia"

POV GEMMA
Quando mi sveglio non riconosco l'ambiente. La camera di Philip non è così e nemmeno la mia. Do una rapida occhiata alla stanza e poi mi accorgo delle manette e subito mi prende il panico. Solo una persona può farmi questo, Jhon White. Non devo piangere, non se lo merita. Cerco di respirare con calma ma poco dopo lo vedo venirmi incontro e inizio a tremare. Vorrei sfuggirgli ma non posso muovermi
"Ti sei svegliata finalmente. Mi sei mancata amore mio" cerca di darmi un bacio ma gli sputo in faccia
"Brutta puttana" urla tirandomi uno schiaffo.
"Adesso ti insegno io a fare la brava"
Si leva i vestiti e prende un preservativo. Lo prego diverse volte di non farlo ma lui non si ferma. Mi strappa i vestiti e non si cura delle mie lacrime e dei miei lamenti. Quando è soddisfatto mi lascia su quel lurido materasso. Ho un forte dolore al basso ventre e continuo a pensare che mi ucciderà. Dopo poco lo vedo tornare. In mano ha delle corde. Non riesco a smettere di tremare.
"Adesso facciamo un gioco, va bene bambolina?" Mi spoglia del tutto e mi lega le mani ad un gancio che pende dal soffitto. Mi gira intorno e mi mostra la sua amata frusta. Cerco di dargli un calcio ma lo schiva e mi lega anche quelli. Inizia a frustarmi per non so quanto tempo. Il dolore è insopportabile. Non posso urlare a causa dello scotch sulla bocca ma i miei lamenti si sentono ugualmente,eppure lui non ci fa caso. Svengo due, forse tre, volte ma a lui non importa. I miei lamenti lo eccitavano. Quando è soddisfatto mi slega per legarmi di nuovo al termosifone . Da alcune ferite mi esce il sangue ma a lui non importa. Non resisterò ancora a lungo e spero che mi uccida presto. Forse Philip riuscirà a trovarmi, è l'unica cosa che mi fa sopportare tutte quelle torture.
I giorni seguenti non sono migliori. Non mi porta quasi mai in bagno, sono costretta a farmi la pipí addosso. Ogni volta entra e mi sgrida
"Cattiva bambina, adesso devo lavarti" Mi tira su e mi porta in quello squallido bagno e da lì capisco di essere nella solita casa. L'acqua è gelata, cerco di dimenarmi ma sono troppo debole per vincere.
"Ti prego lasciami andare, farò tutto quello che vuoi ma lasciami andare" lo prego ormai da giorni ma lui mi ignora.

POV PHILIP
Da cinque giorni Gemma non è più con me. Sto impazzendo. Jason e Lia si sono trasferiti da me per darmi una mano. La polizia sta cercando quello stronzo. L'uomo che ha installato l'antifurto era lui. Quando l'ho scoperto mi sono dato la colpa. Ho deciso io di chiamare quella ditta. Do qualche pugno nel muro e poi mi accascio a terra
"Philip alzati perfavore. Non è colpa tua. Non potevi immaginarlo"
"Lei è sotto la mia responsabilità. Le ho giurato che lui non l'avrebbe presa e che non le sarebbe più successo niente. Invece chissà cosa le starà facendo" urlo contro Jason. Mi lascia sfogare e poi mi abbraccia
"Lo so che è difficile ma devi essere forte per lei. Quando tornerà avrà bisogno di te e tu dovrai essere lucido. Vedrai che la polizia la troverà presto"
Non riesco a chiudere occhio. Mi sento impotente. So che dobbiamo trovarla in fretta, lui vuole sicuramente farle del male.

Sono stanca, ho sete e fame. Non mi reggo in piedi e ogni volta che mi fa alzare mi gira la testa. Purtroppo non svengo quasi mai. Prego che accada almeno non soffro ma non sono abbastanza debole. Philip è il mio pensiero fisso. Sono più triste per lui che per me. Penso a quello che farà dopo la mia morte, a come  reagirà alla notizia. Non penso mai che qualcuno possa trovarmi. Non ho mai raccontato a Philip dove fossi stata la prima volta, anche perché non l'ho mai saputo, all'epoca non mi importava. Ma sono sicura che il posto sia lo stesso. Questa volta mi ha legata in cantina. Fa molto freddo e non ho quasi niente per coprirmi. Le mani sono sempre legate alla testiera di un logoro letto sporco. I piedi sono liberi ma quando cerco di colpirlo me li lega stretti. I tagli sono profondi e fanno male,  rimarrà la cicatrice, se sopravvivo. Sento sempre i suoi passi al piano di sopra e posso capire se sta arrivando. Ma oggi sento più passi del solito e mi spavento. C'è qualcuno con lui e sicuramente presto verranno da me. Tremo dalla paura ma sono troppo debole per ribellarmi. Non bevo niente da un giorno e non mangio forse da due. Sento dei passi scendere le scale veloci e delle voci in lontananza. Cerco di rimanere sveglia ma la paura e la stanchezza hanno la meglio.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora