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Fa freddo, molto freddo. Per la fretta di scappare mi sono dimenticata di prendere un giacchetto pesante. So che mi ammaleró. Chissà cosa penserà Daddy. Non dovrei pensarci ma sono più forte di me, mi manca e sono scappata da appena un'ora. Chissà se si è già accorto della mia assenza

POV PHILIP
Aspetto che Jason mi raggiunga per aiutarmi a cercarla. Deve essere fuori da sola, impaurita e infreddolita. Devo trovarla. E se non vorrà avere più niente a che fare con me? Sono terrorizzato ma me lo merito. Finalmente Jason arriva
"Scusami ma ho dovuto chiamare mia sorella per stare con Lia"
"Grazie per essere qui, sono un deficiente" dico dando un pugno al muro
"Calmati Philip. Non può essere lontana. Gemma è intelligente sa benissimo che se avesse chiamato me o i tuoi familiari ti avremmo avvertito subito. Sarà qui in giro. La troveremo"
"Fa freddo e non ha preso la giacca per poter scappare il più velocemente possibile. L'ho messa in condizioni di dover scappare da me, colui che dovrebbe essere il suo punto fermo" dico incolpandomi
"Facciamo tutti degli errori. Come ti ho detto è intelligente e capirà" dice per rassicurarmi
"Forza usciamo a cercarla" prendiamo la sua macchina. Giriamo per un paio di ore ma non la troviamo da nessuna parte. Non è una grande città e Gemma non la conosce bene ma i posti sono molti. Sono molto scoraggiato, ho paura che si ammali. Finalmente dopo un tempo interminabile la vedo su una panchina. Ha le ginocchia al petto e trema, ha freddo. Appena la vedo rilascio tutta l'aria che ho trattenuto per tutto questo tempo. Scendo dalla macchina e dico a Jason di rimanere dentro. Devo sbrigarmela da solo. Mi avvicino con molta cautela, non voglio spaventarla.
"Gemma" la chiamo. Balza in piedi e si allontana e, quando mi vede, assume una faccia arrabbiata
"Che sei venuto a fare?" mi spiazza la sua sicurezza, l'ho sempre vista così sottomessa e obbediente. Rimango un secondo a fissarla, è così bella.
"Te ne sei andata" le dico in tono dispiaciuto
"Cosa avrei dovuto fare? Mi hai detto chiaramente che ti sei stancato di me
E non servirà a nulla dirmi adesso che non lo pensavi. Lo pensi e come. Ma sei tu che mi hai imposto questa vita, che hai deciso di educarmi e te ne sono grata ma non venirmi a dire che non volevi dirlo" dice tutto d'un fiato, è davvero arrabbiata. Non so cosa rispondere.
"Sono un cretino, ok? Non volevo dire quelle parole. Sono stremato dai vari eventi. Ti ho vista stare male troppe volte e lo sai sono un maniaco del controllo e sentirmi impotente mi faceva impazzire. Quando fai i capricci capisco quanto tu abbia bisogno di me e quando raggiungi qualche obiettivo mi sento orgoglioso di te. Quando obbedisci capisco che ti sto educando bene ma anche io sono umano e ho fatto una cazzata. Ti prego perdonami e torna con me a casa. Quando ho detto quelle parole non dormivo da due notti perché avevi male al pancino e volevo sorvegliarti" dico guardandola negli occhi. Ha cambiato espressione, trema ma sembra che le mie parole l'abbiano colpita.

Mi ha trovata. So che prima o poi lo avrebbe fatto e forse volevo che andasse così. Le sue parole mi avevano spiazzata. Non ho analizzato il suo punto di vista. Questo perché lui tende a tenersi tutto dentro. Non so che fare. Voglio tornare a casa ma allo stesso tempo ho paura di un altro rifiuto
" Non voglio un altro rifiuto" confesso stupendomi. L'ho sussurrato ma lui ha capito lostesso
" Ti prego Gemma perdonami. Non capiterà più ma torna a casa" dicr implorandomi. Non l'ho mai visto così sofferente. Il mio cervello non smette di pensare e ripensare alla mossa giusta da fare. Alla fine mi convinco. Non ho un altro posto in cui andare e nemmeno voglio averlo
"OK" dico solamente. Lui prova ad abbracciarmi ma mi scanso. Sembra un po' deluso ma si riprende subito
"Sono venuto con Jason, vieni stai tremando" entriamo in macchina sono grata per quel calore. Non me ne sono accorta ma avevo freddo, molto freddo. Mi mette una coperta addosso e lo lascio fare
"Ciao bambolina" dice Jason come se niente fosse
" Ciao Jason" rispondo cortesemente. Ci lascia a casa ed entriamo. Io tremo ancora e non mi sento neanche molto bene ma non voglio farglielo sapere. Lui sembra non sapere che fare
"Che ne dici se fai un bagno caldo? Sicuramente ti sentirai meglio" dice premuroso
"Si Daddy" mi viene naturale chiamarlo così e gli si illuminano gli occhi. Il bagno è rigenerante ma poi mi ricordo che mi  dovrà mettere il pannolino. Non mi fido più molto di lui ma non ho altra scelta. Mi asciuga i capelli e poco dopo inizio a starnutire e lo vedo preoccuparsi. Mi tocca la fronte, è un po' calda.
"Devo misurarti la febbre" dice quasi chiedendomi il permesso
" Non mi sento molto bene" confesso. Mi giro spontaneamente e aspetto che prepari il termometro. Mi lamento un po'. Mi mette una supposta quindi dovevo averla abbastanza alta ma non troppo. Starnutisco ancora due volte
"Adesso ci mettiamo il pannolino e un pigiama bello caldo e ci infiliamo sotto le coperte, va bene?
" Ooo-k" dico balbettando. Non ho paura di lui ma un po' di timore si.
"Tranquilla faccio tutto come sempre, non cambia niente" dice per rassicurarmi. Ma forse lo dice più per sé stesso che per me.
Mi mette sotto le coperte, desidero tanto che mi abbracci. Non voglio ammetterlo ma mi è mancato anche se sono sempre offesa. Voglio  che mi dimostri che è realmente dispiaciuto
" Domani parleremo del fatto che tu sia scappata senza giacca in pieno inverno" dice in tono autoritario. Ora lo riconosco
"Si Daddy" so che mi punirà
"Buonanotte piccolina"
"Buonanotte Daddy"

POV PHILIP
L'ho trovata e sono riuscito a riportarla a casa, ha un po' di febbre ma non è alta quindi le passerà subito. È stata un'incosciente ad uscire senza giacca, nelle sue condizioni di salute e non posso passarci sopra.
Sono sveglio a lavorare al computer quando anche lei inizia a svegliarsi
"Buongiorno principessa"
" Buongiorno Daddy, ho fame" dice rintanandosi sotto le coperte
"Bene allora ci cambiamo e poi andiamo a mangiare" Le misuro anche la febbre, si agita un po' ma mi lascia fare. Per fortuna ha solo preso un po' di freddo e la febbre è già passata. Le preparo il latte e lo beve tutto poi decido che è il momento di parlarle
"Gemma andiamo sul divano" lei acconsente e mi segue.
"Mi dispiace di averti messo in condizioni di dover scappare" le dico per scusarmi ancora
"Ma avresti dovuto prendere almeno la giacca per ripararti. Sei stata un'incosciente" le dico arrabbiato. Lei abbassa la testa e si tortura le mani
"Ss-cusa Daddy, non punirmi ti prego non lo faccio più" dice proprio come una bambina
"Non posso e lo sai. Ti ho sempre detto che devi prenderti cura di te e invece non lo hai fatto. Forza vieni sulle mie ginocchia" Ci vado giù un po' pesante. Prima la sculaccio con la mano e inizia a piangere quasi subito. Poi prendo il mestolo di legno e le do 20 colpi. Si agita per cercare di schivare il colpo ma l'ho immobilizzata
"Gemma stai ferma o aumento" La minaccio e lei si blocca di colpo. Poi prendo una bacchetta di bambù e le do 10 colpi
"Conta e scusati" le ordino
"1, scusa daddy"
" ahia ahia basta ti prego"
"conta o comincio da capo"
"2 scusa daddy" è abbastanza brava e decido di smettere. Sta singhiozzando. La prendo in braccio e la cullo
"Ahia fa male ti prego basta"
"Sssh Gemma la punizione è finita, sei stata brava" le dico accarezzandole i capelli
"Non scappo più promesso" dice tra le lacrime.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora