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Solo le 4 di mattina. Ho appena avuto un altro incubo, sto correndo in bagno a vomitare e Philip mi raggiunge poco dopo. Non volevo svegliarlo. Sono stremata. Ho le lacrime agli occhi per lo sforzo. Daddy mi sta massaggiando la schiena e mi tiene i capelli.
"Ora passa principessa". Mi lavo i denti per la seconda volta e poi torniamo a letto. Ho i crampi allo stomaco e la nausea non vuole andarsene. Appoggio la testa sul suo petto e lui mi culla. Ogni tanto un singhiozzo mi scuote ma cerco di tranquillizzarmi.
"Chiudi gli occhietti bambina mia"
"Non ci riesco daddy, bua" La testa mi scoppia
"Dove piccina mia?" indico la testa e daddy decide di andare a prendere una medicina. Sono troppo dolorante per rifiutarla. Bevo tutto anche se fa schifo e daddy mi copre bene con le coperte.
Domani pomeriggio ci sarà il processo. William, il socio di Philip passerà per istruirmi su quello che devo dire ma sono terrorizzata. E se non credessero alla mia versione? Se lo scagionassero e tornasse a cercarmi?
Sono stanca di essere perseguitata dalla gente. Adesso sono le 7, non ho dormito molto ma almeno il mio stomaco mi ha dato un po di tregua. Philip dorme e cerco di non muovermi per non svegliarlo. Deve riprendersi e ha bisogno di riposo. La mia mente rischia di andare in tilt se continuo a pensare così tanto. Mi alzo piano e vado a preparare la colazione ma sono distratta e rompo la mia tazza preferita. Mi metto a piangere dallo sconforto e spero di non aver svegliato Philip. Mi asciugo le lacrime e mi guardo allo specchio. Sono orribile, come può Philip stare con me? . Cerco di ripulire il casino ma due forti braccia mi stringono.
"Staremo bene amore mio" mi sussurra
"Non voglio più avere paura" dico guardandolo
"Ma se io sono con te non devi averne. Gemma darei la mia vita per te" lo abbraccio forte. Sono così fortunata ad averlo.
"Ho rotto la tazza che mi hai regalato" dico mettendo il broncio
"Ti sei fatta male?" chiede allarmato
"No ma mi dispiace"
"Te ne compro un'altra Gemma.
È solo un oggetto" eppure ero affezionata. Quella tazza era qui quando sono arrivata, non la usavo quasi mai ma mi piace sapere che  l'ha comprata pensando a me. Dopo aver fatto colazione ci andiamo a vestire e poi suonano alla porta. Philip è seduto sul divano quindi vado ad aprire.
"Ciao William, prego accomodati"
"Ciao Gemma, Philip come stai?"
"Meglio. Ancora un po' e poi tornerò in ufficio"
"Ma figurati. Prenditi tutto il tempo che vuoi". Si accomoda sulla poltrona e prende dei fogli
"Allora Gemma sei pronta?"
"Non molto ma devo farlo"
"Non devi fare altro che ripetere quello che hai detto alla polizia"
"E quando proverà a dire che gli ho chiesto io di uccidere Philip?"
"Beh a quel punto risponderai che l'unico motivo per farlo sarebbero stati i soldi ma non siete sposati quindi non avresti ereditato niente. Insomma sarebbe stato un omicidio senza senso. E credimi il movente è tutto in questi casi" mi rilasso un po', forse posso vincere. Wiliam va via e daddy mi chiama vicino a sé.
"Hai sorriso finalmente". Dice speranzoso
"Si, mi sento un po' più sicura". Quando entriamo in tribunale tutta la mia sicurezza scompare. Le mani mi tremamo e non riesco a calmarmi. Quando entriamo in aula mi agito ancora di più. Dopo gli white speravo di non doverci più tornare ma le mie preghiere non sono state esaudite. Entra anche Nathan scortato da due poliziotti. Mi guarda a lungo e rabbrividisco quando sorride. Quella sua espressione mi fa ribollire il sangue. Grazie alla sua sfacciataggine riesco a ritornare in me e a riacquistare un po' di lucidità
Il mio avvocato interroga Nathan e poi arriva il mio turno.
" Signorina abbiamo ragione di pensare che sia lei ad aver chiesto al mio cliente di uccidere il suo fidanzato"
"Quali prove avete?" chiedo sicura di me
"Suo padre ha aperto un conto corrente a suo nome"
"Conto corrente che adesso è vuoto. E in che modo avrei potuto versarci i soldi di Philip se non siamo sposati? Forse avreste dovuto controllare il conto corrente di mio padre. Vi accorgerete che non ci sono ingenti somme di denaro versate da me" dico arrabbiata. Lancio uno sguardo a Philip, sta sorridendo e questo mi da ancora più sicurezza
"State dicendo che avrei dovuto uccidere il mio fidanzato per cosa?" chiedo alzando un sopracciglio. L'avvocato tituba un po' e poi torna al suo posto. Aspettiamo mezz'ora e poi il giudice emette la sentenza.
"La giuria ritiene l'imputato colpevole perciò la condanno a 40 anni di carcere per tentato omicidio" tiro finalmente un sospiro di sollievo e mi giro per sorridere a Philip. In fondo all'aula noto Christine ma non faccio in tempo a raggiungerla.
"Sei stata perfetta amore mio" daddy mi stringe a se ma devo correre in bagno. L'adrenalina sta finendo e vomito due volte. Sono fiera di come ho risposto ma sono triste per le mie sorelle, non avranno più un padre per colpa mia. Se non ci fossimo conosciute tutto questo non sarebbe successo.
"Gemma sei qui?" esco dal bagno e mi rinfresco un po'
"È tutto finito amore mio, sei stata bravissima"
"Come potrò guardare le mie sorelle sapendo che gli ho tolto il padre?" gli chiedo lasciandomi sfuggire una lacrima
"Non è stata colpa tua. Non hai deciso tu per Nathan. Le bambine lo capiranno" dice per rassicurarmi.
"Christine è venuta ma se ne è andata subito" lo informai.
"Forse è arrabbiata anche lei"
"O forse è sconvolta per quello che è accaduto. Non puoi pensare che tutti ce l'abbiano con te Gemma. Non hai fatto niente. Sei stata solo una vittima. Meriti anche te un po' di pace". Non è la prima volta che mi dice queste parole ma proprio non ce la faccio a non darmi la colpa.
Dopo essermi ricomposta usciamo dal bagno e andiamo a ringraziare William.
"Sei stata fenomenale" si congratula venendomi incontro. Sorrido a questa affermazione e poi ci incamminiamo verso l'uscita dal tribunale.
"Che cosa vuoi fare principessa?"
"Vorrei invitare Ava a cena ma forse oggi è meglio riposarsi. Sei stato tanto in piedi" Mi preoccupo mentre avanza piano con la stampella.
"Facciamo domani va bene? Adesso andiamo a casa e mi prendo cura della mia fidanzata che oggi ha avuto una giornata difficile. Facciamo un bel bagno e poi ci rilassiamo" acconsento saltellando. Mi piace questo programma.
Quando torniamo a casa troviamo Christine fuori dal cancello con le bambine. Bene, il nostro piano salta ma non importa,adesso la mia famiglia ha bisogno di noi. Philip rallenta e io abbasso il finestrino.
"Ehi che ci fate qui fuori?" Elisabeth, che sicuramente è la bambina più sveglia di questo mondo sta giocando insieme a Skyler per distrarla e  indica sua madre che sta piangendo. Entriamo in giardino e Philip si affretta a scendere dalla macchina e prende le bambine.
"Venite bambine, aiutatemi che sono vecchio" ridono di gusto e lo seguono. Anche noi entriamo ma rimaniamo fuori in giardino.
"Ti ho vista prima" la informo
"Non potevo non venire. Sono ancora incredula"
"Mi dispiace avervi fatto questo" sussurro
"No Gemma è Nathan ad averci fatto questo. Tu sei una vittima proprio come tutti noi. Non darti colpe che non hai".
"Vuoi entrare?" annuisce e mi segue.
"Christine rimanete a cena con noi?" chiede Philip premuroso.
"Se non disturbiamo"
"Ma certo che no" mi affretto a dire
"Cuciniamo insieme?" mi chiede. Mi brillano gli occhi e subito acconsento.
Philip e le bambine si sistemano sul divano mentre io e Christine raggiungiamo la cucina.
Due ore dopo è tutto pronto e siamo a tavola.
"Bambine state composte" le ammonisce Christine e nello stesso momento anche daddy mi lancia un'occhiata. Mi stavo dondolando sulla sedia e potrei cadere. Smetto subito e lui sorride. Sky ci racconta dell'asilo e Elisabeth del suo fidanzato.
"Fidanzato?" chiede Philip. È geloso anche di mia sorella.
"Si Philip si chiama Logan" risponde Elly con gli occhi a cuoricino.
"Devo conoscerlo assolutamente" La faccia di Elly ci fa scoppiare a ridere tutti e Christine lo ringrazia silenziosamente. Amo Philip, darebbe la sua vita per tutti noi. Ho proposto a Christine di rimanere a dormire qui ma non vuole scombussolare troppo le bambine.
"La prossima volta venite voi a casa nostra" dice Elisabeth tutta contenta. Ci abbracciamo e ci salutiamo. Quando Philip chiude la porta mi butto sul divano.
"Sei stanca principessa?"
"Da morire"
"Andiamo a metterci il pigiamino, il bagno lo facciamo domani". Dopo esserci cambiati ci sistemiamo a letto e Philip mi legge uno dei suoi libri preferiti. Mi addormento con la sua voce che narra di posti lontani e vite felici. Forse anche noi adesso potremo davvero essere felici.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora