Camille è davvero carina. È stato strano tenerla in braccio. I pochi neonati dell'orfanotrofio venivano adottati subito e la preside non ci faceva avvicinare a loro.
Vorrò mai dei figli? Non lo so. Ho da poco riacquistato un po' di serenità mentale. Non so se sono in grado di prendermi cura di un altro essere umano. Philip è bravissimo,lui non avrà problemi. Ma io?
"A cosa pensi principessa?"
"Vorrai dei figli un giorno?" gli chiedo di getto
"Si, un giorno mi piacerebbe. Ma non penso sia ancora il momento"
"Ma come faranno Lia e Jason, voglio dire il loro rapporto cambierà?"
"Perché dovrebbe cambiare? Jason può sempre prendersi cura di Lia e insieme possono prendersi cura di Camille. Quando la bambina crescerà Lia capirà tutto quello che ha dovuto passare Jason" dice ridendo.
Per il resto della mattina aiutai Philip con il suo lavoro.
"Sei brava lo sai?"
"In effetti mi piace molto come lavoro. Preferisco però cucinare" dico ridendo
"Approposito di questo. Qui vicino c'è una scuola di cucina molto buona. Ti va di andarla a visitare?" mi si illuminano gli occhi
"Se mi va?" gli salto in braccio e lo bacio
"Piano piano principessa, ho capito" dice ridendo. A pranzo daddy cucina la pasta di verdure.
"Ma non mi piace" mi lamento
"Gemma devi mangiare le verdure, ti fanno bene. Le mangio anche io" scuoto la testa, non mangerò queste dannate verdure.
"Non vuoi mangiare? Bene non farlo, dice arrabbiato.
Perché non mangio le verdure e sto zitta?, penso irritata da me stessa.
Comincio a mangiare la pasta, ma sono irrequieta. È buona ma non lo ammetterò mai. Mi siedo sul divano e accendo la televisione.
"Gemma dobbiamo andarci a lavare i capelli" uffa non mi va.
"Dopo daddy" sbuffo e lo ignoro ma lui spegne la televisione e mi guarda con quello sguardo. Oh no quello sguardo no.
" Adesso te ne stai nell'angolo a riflettere, troppi capricci oggi" non discuto e vado nell'angolo come mi ha detto. Non mi sculaccia. Se lo facesse almeno mi sentirei più sollevata. Invece qui devo stare a riflettere e ogni volta mi pento di avere la lingua troppo lunga.
" Gemma vieni qui" mi giro e lo seguo sul divano.
"Oggi non andiamo a vedere la scuola"
"Ma..." mi lancia uno sguardo severo e non lo interrompo più
"Le cose vanno meritate e quando si fanno i capricci ci sono delle conseguenze quindi ti consiglio di smetterla se vuoi andarci domani". Mi faccio sfuggire qualche lacrima e lui sospira
"Su piccola non ti ho vietato di andarci, non lo farei mai. Voglio solo che tu capisca quando è meglio smettere di essere troppo impertinenti" mi asciuga le lacrime e mi abbraccia
"Non mi vuoi più?" chiedo guardandolo
"Che c'entra questo? Ti ho chiesto di sposarmi. Non saranno dei capricci ad impedirlo. Voglio solo che tu capisca quando sbagli. Devi accettarlo e chiedere scusa" Ci penso un po' e poi parlo
"Scusa daddy, la pasta era anche buona" ridiamo entrambi. Domani sarò bravissima, almeno spero.
Spesso non penso alle conseguenze dei miei gesti e a volte mi dimentico della sua severità. Ma questo non glielo dirò mai altrimenti diventerà ancora più serio.
Dopo cena faccio un po' di fatica ad addormentarmi
"Gemma chiudi gli occhietti forza"
"Non ci riesco" piagnucolo
"Ssh Ssh rilassati" mi massaggia la schiena, sa che lo adoro.
"Prendi il ciuccio" faccio come mi ha detto e piano piano riesco ad addormentarmiPOV PHILIP
Finalmente si è addormentata. Mi è dispiaciuto non portarla alla scuola di cucina ma dovevo punirla. Non vedo l'ora di vederla sorridere. Ho prenotato anche una lezione. Potrà seguire con gli altri alunni, sarà elettrizzata. È ancora presto per me e decido di chiamare Jason
"Ehi amico"
"Perché le persone fanno dei figli?" chiede disperato. Sento il pianto di Camille fino a qui
"È irrequieta?"
" Lia la sta cambiando, fa tantissima cacca"
"Jason sei un pediatra" gli ricordo ridendo
"Lia oggi si è scansata due punizioni. Ma appena Camille si addormenta le sconta entrambe
" Che ha fatto? "
" Mi ha risposto male, due volte. So che è difficile ma non può trattarmi così"
" Non ci andare pesante però" lo ammonisco scherzando
" Adesso devo andare" lo saluto e raggiungo Gemma. È sveglia.
"Che ci fai sveglia?"
"Non lo so, forse sono eccitata per domani" l'avvicino a me con molta facilità e la stringo tra le mie braccia
"Anche io sono felice però dobbiamo dormire altrimenti sembreremo due zombie" ridacchia e chiude gli occhi. Aspetto che si addormenti. Le accarezzo i capelli e la schiena e questa volta si addormenta per bene.
Non so perché oggi ha fatto tutti quei capricci. Forse la nascita di Camille l'ha un po' scombussolata. Avrà paura che Lia non abbia più tempo per lei.
Quando mi sveglio Gemma dorme sempre. Cerco di non svegliarla e vado a preparare la colazione. Spero che oggi non faccia molti capricci. Le sbriciolo le vitamine nel latte così non se ne accorge e porto tutto sul tavolo. Gemma sbuca all'improvviso e mi abbraccia
"Buongiorno Daddy"
"Buongiorno principessa"
"Guarda che lo so che metti le vitamine nel latte" dice staccandosi
"Beccato! Ma niente capricci e bevi" mi fa una linguaccia e obbedisce. Che monella.
"Gemma?" la chiamo per attirare la sua attenzione
"Hai paura che Lia non ti consideri più?" mi guarda ed annuisce
"Ma non voglio dirglielo. È un pensiero stupido e lei ha tanto da fare adesso"
"Non è un pensiero stupido. Molte persone ti hanno abbandonato, è normale che tu ti senta così"
"Io mi sento un mostro. Invece di starle accanto insinuo che non voglia più avermi come amica" mi avvicino a lei e la faccio sedere sulle mie ginocchia.
"Gemma, hai avuto un'infanzia terribile. Fai fatica a fidarti delle persone. È normale che tu abbia paura di perdere Lia. Ma non succederà. Devi parlarle di questa tua paura"
La stringo forte, non ho pensato a come potesse sentirsi. Odia quando prova questi sentimenti e vorrebbe solo che sparissero.
" Non preoccuparti. Lia ti vuole bene e non si sognerebbe mai di lasciarti andare" la rassicuro.
Nonostante ogni volta ripeta a Gemma che deve aprirsi con me, che può sfogarsi senza tenersi tutto dentro, non mi ascolta mai. È il suo carattere e in parte è anche per quello che le è successo. Fa fatica a dire quello che prova e pensa che tutti la possano abbandonare. Come darle torto, nessuno sembra volerla. Ma come si fa a non volere Gemma intorno? Come si fa a non accorgersi di quanto è spontanea e buona. Quando mi chiede se mi sono stancato di lei o quando pensa di non essere abbastanza per me, vorrei che si accorgesse di come la guardo. Vorrei solo che non avesse così paura di perdere tutto e che fosse più sicura di sé stessa. Ma dobbiamo ancora lavorare molto a questo proposito. Devo chiamare Jason e chiedere consiglio. Lascio Gemma in soggiorno e vado nel mio studio.
"Pronto?"
"Ehi Jason. Come va?"
"Tutto bene" dice sussurrando
"Perché sussurri?" chiedo divertito
" Lia dorme nella sua stanza mentre Camille dorme in braccio a me"
"Hai bisogno di qualche cosa? Consigli su come non fare figli?" chiede prendendomi in giro
"Ho un consiglio da chiederti. Gemma ha paura che Lia possa non volerla più come amica"
"Che sciocchezza. Ovviamente Lia sarà più impegnata ma mi ha già chiesto due volte di invitarvi a cena"
"Lo so ma spesso il suo passato la rende insicura e mi fa arrabbiare questa cosa."
"Lo so Philip ma devi essere paziente
Gemma ha già fatto grandi progressi e forse non ne farà altri o forse si. Devi solo incoraggiarla e rassicurarla"
"Lo so, grazie Jason. Puoi dire a Lia di chiamarla?"
"Ma certo. Giovedì a cena da noi?"
"Perfetto. Grazie amico"
Mi sento più sollevato. Jason da sempre ottimi consigli.
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Fidati di me
Short StoryGemma è una ragazza fragile. I suoi genitori l'hanno abbandonata quando era molto piccola. Da allora cerca disperatamente qualcuno che le voglia bene. All'età di 16 anni incontrerà Philip e con lui inizierà una nuova vita. Ps: Ci tengo particolarm...