Cioccolato fuso: è questo il primo pensiero che viene alla mente entrando nelle cucine. E' un profumo caldo ed avvolgente che inebria tutto quanto e che sembra volerti chiamare a sé invitandoti ad assaporarne il gusto e la consistenza, ad ammirarne il colore e il modo in cui si stende e scivola tra le spatole dei cuochi. Il suo colore scuro, ma allo stesso tempo rassicurante è capace di riportare alla mente solo ricordi felici e di far comparire sul volto un sorriso spontaneo e irrefrenabile.
Il cioccolato si scioglie lento nel pentolino di acciaio. Ama farsi desiderare. Io lo guardo paziente e con gli occhi che si illuminano a mano a mano che raggiunge la compattezza giusta. Quando il suo profumo arriva al mio olfatto in modo ancora più preponderante, come se mi volesse stringere in un abbraccio, capisco che è il momento di spegnere il fuoco. Lo verso con cura sui bignè alla crema appena sfornati aiutandomi con le spatole. Lo pongo con delicatezza, quasi avessi paura di poterlo danneggiare con la mia goffaggine. Lo stendo da destra a sinistra stando attenta a coprire i punti giusti, a non creare doppi strati o lasciare parti senza quella essenza tanto da me amata. Quando il pentolino è completamente vuoto capisco che ho finalmente terminato la mia opera. Tutto il mio lavoro per oggi è volto al termine e si è concluso meravigliosamente con una punta di cioccolato fuso, che a mano a mano si solidificherà diventando più scrocchiarella e più fredda, ma conservando comunque la sua dolcezza e la sua gustosità. -Quante forme e quante consistenze può avere un alimento così semplice come il cacao conservando comunque ogni volta il suo sapore originario ed indiscutibile- penso guardandolo amalgamarsi con il resto della composizione. Passo l'indice nel pentolino sporco e me lo porto alle labbra: l'aggiunta di zucchero è perfetta, come quella del latte. E' rimasto intatto l'amaro del fondente proprio al punto giusto per potersi adattare alla tipologia di dolce preparato. Chiudo gli occhi e mi fermo qualche secondo ad assaporarne il gusto, quando una voce alle mie spalle mi riporta alla realtà.
-Adele l'evento inizierà tra pochi minuti. Vatti a preparare tesoro, qui è tutto pronto.-
Riapro gli occhi e guardo l'orologio appeso al muro. Sono le sette e mezza e tra poco più di un quarto d'ora tutto avrà inizio. Un inizio che probabilmente darà una svolta al mio futuro.
-Ho quasi finito- rincuoro Manuela gettando il pentolino nel lavello ed afferrando il piatto del dolce in mano -Devo solo posare questo in frigo - affermo dirigendomi verso i frigoriferi della cucina.
-Va bene, ma sbrigati.- mi richiama uscendo. Le faccio cenno di sì con la testa e, prestando estrema attenzione, ripongo il profiterole ormai quasi pronto sul ripiano lasciatomi a disposizione dagli altri cuochi. Prima di uscire dalla cucina mi volto ad osservare i miei colleghi all'opera- se così posso definirli. Preparano gli ultimi piatti curando i dettagli: le fragoline di bosco sopra la panna cotta, l'aceto balsamico versato al punto giusto sul filetto di manzo, il taglio perfetto degli affettati da riporre sui taglieri.
Sorrido. -Questo diventerà il mio posto- mi dico elettrizzata -Questa sarà la mia casa, la mia sicurezza.-
Mi concentro su questo pensiero e me lo porto dietro fino alla stanza che Manuela e suo marito mi hanno allestito apposta per cambiarmi.
Mi tolgo il grembiule sporco di farina, olio, cioccolato e chissà cos'altro ed apro la cerniera del copri abito del mio vestito. E' la seconda volta che lo vedo da quando l'ho comprato. Non potevo fare scelta più giusta.
Lo calzo senza difficoltà e lo copro con una vestaglia per evitare di sporcarlo con il trucco. Mi avvicino a una piccola toletta improvvisata su cui Emanuela ha riposto un piccolo specchio e la mia trousse. Non sono mai stata mai pratica con il make-up ed è per questo che preparo solo una leggera base con il fondotinta ed il correttore da arricchire con una leggera pennellata di illuminante sulle guance. Una passata di mascara sulle ciglia ed una di ombretto brillantinato sulle palpebre e poi per concludere un velo di lucidalabbra per risaltare la mia bocca al punto giusto.
Infine passo ai capelli, ancora raccolti in una coda ruffiana. Li sciolgo e li pettino con cura fino a ridargli voluminosità e lucentezza proprio come mi ha suggerito mia madre. Penso che farò sempre tesoro dei suoi insegnamenti.
Mi alzo e mi guardo allo specchio. Il vestito è perfetto. Scende morbido e leggero sulle mie gambe fasciandomi bene la vita stretta ed i fianchi ancora piccoli. Il celeste pieno di brillantini fa pendant con i miei occhi azzurro marino ed illumina un corpo magro e dalle forme assenti. Il seno è cresciuto un po' dall'ultima volta che il mio sguardo c'è caduto sopra, ma non è ancora della grandezza desiderata, così come le braccia fine ed un po' ossute. Ci sono molte cosa ancora del mio corpo che vanno migliorate ed aggiustate.
Quelle che prima andavano bene le avevo rotte e per un bel po' sono rimaste in uno stato di abbandono, o per meglio dire, avevo deciso di lasciarle a loro stesse. Poi mi sono resa conto di come quelle crepe che mi percorrevano il busto e le cosce non andassero più bene. Armatami di colla e scotch, ecco che molte cose sono tornate al loro posto.
E' vero, alcune parti non sono ancora perfette, eppure guardando il mio riflesso non posso evitare di sorridere. Per qualche motivo mi sento bella. Per qualche motivo oggi osservandomi mi voglio bene.
-Si, sei stupenda!- afferma Manuela entrando in stanza. La sua esclamazione sembra essere un rinforzo delle mie sensazioni positive, come se mi stesse leggendo nel pensiero. Mi volto verso di lei e roteo un paio di volte su me stessa per lasciarmi ammirare meglio. La gonna del vestito si alza leggermente e mi sento per un attimo Cenerentola.
Manuela indossa un abito lungo e rosso decorato con qualche fiore che richiama le iconografie cinesi. I suoi capelli lisci e castani, che solitamente le scendono fino alle spalle, ora sono raccolti indietro con una bacchetta di legno. Il suo rossetto rosso illumina la sua carnagione olivastra ed i suoi occhi marroni sono rischiarati come sempre da una gioia e da un'amorevolezza sconfinate.
-Anche tu- le dico con un sorriso smagliante. La sua figura così elegante, posata e gentile rappresenta proprio l'immagine ideale del capo perfetto e diligente.
-Di là è tutto pronto- mi informa avvicinandosi -Quando lo sei anche tu andiamo. Senza di te non si inizia.-
-Il discorso- rifletto tra me e me ricordandomi il programma della serata. I miei muscoli si irrigidiscono un poco per l'agitazione. Tocca a me ad aprire le danze, o meglio, le portate.
-Stai tranquilla- mi rincuora accarezzandomi le braccia scoperte. -Andrà benissimo. Basta che tu sia te stessa. Prenditi il tempo che ti serve. Gli stomachi dei presenti in sala potranno aspettare ancora un po'.-
Ridiamo insieme. E' una risata di complicità simile a quella tra colleghe, tra amiche, tra madri e figlie.
Nonostante sia passato poco tempo dal nostro primo incontro ne sono successe di cose e questa è semplicemente il culmine di un'evoluzione, di un passaggio, di una crescita per me importante. O forse è solo l'inizio di una rinascita.
-Sono pronta- dichiaro sicura. Lei annuisce ed usciamo dalla stanza insieme. Dietro di me lascio un passato che terrò stretto come prova che ce l'ho fatta e che tutti alla fine possono farcela.
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Il Sapore della felicità
Teen FictionIl romanzo che vi propongo è un viaggio verso la ricerca di se stessi e della propria identità attraverso un percorso fatto di salite e discese, esperienze e riflessioni. Nel mio scritto ho cercato di ricordare i bisogni e le bellezze della vita, co...