-E così hai deciso di accettare la proposta del padre di Landon?- mi chiede conferma Cristina giocherellando con la bic che tiene in mano .
-Si, credo che sia la cosa più giusta da fare. Devo e voglio dare un aiuto economico a mio padre. Se lo merita considerando le spese che deve affrontare per me.-
-E sicura che alla base di questo improvviso cambiamento di idea ci sia solo una presa di consapevolezza maggiore del periodo difficoltà economica che state vivendo?- mi domanda inarcando da una parte le labbra.
-Certo- confermo strofinandomi le mani sulle cosce -Mi sono resa conto che non posso più continuare a guardare. E' giusto che faccia qualcosa e questo è un inizio.-
Cristina mi guarda con aria storta ed in disaccordo con quello che ho appena detto.
-Posso farti una domanda?- inizia sospettosa -Ma se l'idea di lavorare con il Pierre ti infondeva così tanto timore da rifiutare più e più volte, perché ora hai deciso di accettare proprio quello di lavoro? Insomma potresti trovare qualsiasi altra occupazione che ti possa mettere più a tuo agio, per esempio come il baby-sitting. Perché andarti ad immischiare in qualcosa che non ti fa stare bene?- osserva seria
Lascio per qualche secondo la conversazione in sospeso per riflettere. – Era a portata di mano- ribatto alla fine -Era il lavoro più semplice su cui contare nell'immediato.-
-Però per renderti conto dell'importanza di darsi da fare e di questa possibilità ti è servita la lite con tua madre.- nota con un filo di presunzione nella voce.
-Che cosa intende?- chiedo distaccata.
-Tua madre accetterebbe il fatto che tu diventassi cuoca?-
-Non lo so.- rispondo infastidita -E sinceramente non mi importa cosa pensa.-
-Strano, solitamente la sua opinione è così influente su di te da provocarti i "tilt".-
-Beh ora non più- affermo decisa
-E quando è avvenuto questo cambiamento?- insiste con caparbietà
-Quando sono riuscita a dirle ciò che penso. – rivelo impulsivamente.
-E dirle che non le vuoi bene è quello che pensi?-
Mi mordo il labbro sempre più in difficoltà. -No, quella è l'unica cosa che ho detto per rabbia. Ma tutto il resto lo credo veramente.-
-Come ti sei sentita dicendole tutto ciò?-
-Bene.- sostengo portando ora le mani sotto le cosce – Libera-
-Libera da cosa?-
-Da quello che le ho sempre nascosto. Del fatto che ho sofferto a causa della sua lontananza e del fatto che per me in fin dei conti non ha mosso un dito.-
-E secondo te lei come si è sentita nel percepire questa tua avversione?-
Faccio spallucce. -Probabilmente male... non lo so e continua a non importarmene nulla. E' colpa sua se sto in questa situazione. Si merita la mia ostilità.-
-Ed accettando il lavoro di Pierre non stai facendo una scelta che mostra ancora di più la tua rabbia nei sui confronti? Da quello che mi hai sempre detto lei ti vedrebbe come ballerina, medico, architetto, ma mai come un cuoco. Un cuoco che cucina prelibatezze che si andrebbero a posizionare proprio in quei punti del corpo assai delicati, come le gambe o la pancia; punti che per le danzatrici devono essere perfetti e privi di carne.
Rimango perplessa in silenzio.
-Quello che voglio dire- continua spiegandosi meglio -E' che la mia sensazione sia quella che questo cambio repentino di idea sia in realtà una tua reazione nata per contraddire ancora di più l'opinione e la parola di tua madre. Tu in realtà non hai mai smesso di dare importanza al suo giudizio ma stai solamente trovando un modo per contrastarlo in modo date da ferirla. La mia paura è che la tua rabbia in questo momento sia così grande da farti compiere tutto ciò che sai che potrà provocarle una forma di dolore. Lavorare in un ristorante invece di ballare in un teatro; allearti al fianco di tuo padre invece di ascoltarla e di cercare di capire la sua posizione, così come non mangiare per distruggerti e distruggere anche una parte di lei in qualche modo.-
Abbasso il capo. Ciò che Cristina sta affermando può essere terribilmente vero ma dentro di me non lo posso e soprattutto non lo voglio riconoscere.
La sento sospirare profondamente. -Va bene Adele- riprende parola portando il busto in avanti verso di me – Credo che per oggi basti così ma se sei d'accordo, approfittando della presenza di tua madre in città per le feste, mi piacerebbe fare un incontro con entrambe per discutere di alcune questioni. Credo che possa farti bene.-
Alzo la testa desolata. -Assolutamente no- scandisco alzandomi ed afferrando la borsa. La porta sbatte alle mie spalle lasciando dentro di me la consapevolezza di essere ancora intrappolata in un tunnel sempre più stretto e buio.
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Il Sapore della felicità
Teen FictionIl romanzo che vi propongo è un viaggio verso la ricerca di se stessi e della propria identità attraverso un percorso fatto di salite e discese, esperienze e riflessioni. Nel mio scritto ho cercato di ricordare i bisogni e le bellezze della vita, co...