Capitolo 43

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Ti rendi conto!- esclama allibita -Continua a girargli intorno e a fargli mille moine davanti a me. E' senza ritegno!- L'ira di Camilla è alle stelle. La paura che qualche ragazza possa attirare tra le sue brame Martino la terrorizza.

-Non essere gelosa- la rimprovero sfornando i crumbles alle mele. -Non ce ne è bisogno. Martino è cotto di te; neanche le vede le altre.- la rassicuro posando la ciotolina bollente sul tavolino.

Camilla alza su le sopracciglia estasiata dal profumo della cannella e della frutta cotta. Al solo sguardo di quella piccola meraviglia, tutta la sua rabbia si dissolve improvvisamente. Non riesce a resistere un secondo di più e nonostante il dolce sia ancora caldo, lo afferra voracemente con le mani ed affonda il primo cucchiaino nel guscio croccante che ricopre lo strato superiore. Lo assapora lentamente estasiata. -Mi mancavano le tue ricette!- afferma con il boccone ancora in bocca -E' il più buono che abbia mai mangiato.-

Rido spassosamente. Il suo viso si colora di una luce effervescente e le sue guance si gonfiano appena, mentre fa scorrere il cucchiaino sulla lingua. -Ecco- penso scrutandola -Il suo dolce preferito è riuscito a infonderle di nuovo calma e serenità.- -Ma come fa un qualcosa di così piccolo e semplice a modificare radicalmente e all'istante l'umore delle persone?- mi chiedo poi.

Quando Camilla finisce di pregustare il suo dolce si riposiziona sugli attenti per continuare la nostra chiacchierata. Appoggia il gomito sulla spalliera del divano ed inclina la testa -Ti trovo bene- dichiara con un sorriso amorevole.

-E' un periodo tranquillo- ammetto assumendo la sua stessa posizione

-Sono contenta- commenta con tono pacato -E fiera di te.- Quell'ultima frase mi lascia di stucco. Camilla non è il tipo da complimenti e da riconoscimenti, eppure quelle ultime parole le pronuncia con tale naturalezza da togliermi il fiato.

-Fiera di che cosa?-

-Di come stai reagendo a tutto ciò. Io non so se avrei avuto la tua stessa forza di combattere contro questo mostro che porti dentro. – ammette guardandomi negli occhi. Le sue iridi sono di un marrone scuro, quasi nero e si specchiano nei miei quasi trasparenti. Due sguardi intensi e sinceri. E' questo che soprattutto accomuna me e lei. -Combattere questo mostro vuol dire indagarsi dentro e scoprire le proprie paure e le proprie angosce. E' da coraggiosi.-

-Io non sono coraggiosa.-

-Invece sì. Lo sei stata quando i tuoi si sono separati e quando pochi anni dopo tua madre se ne è andata dal Paese. Lo sei stata quando hai preso coscienza della tua situazione ed hai iniziato il percorso con l'analista. E lo sei stata ancora di più quando hai deciso di lavorare per il papà di Landon e di fare l'incontro da Caterina insieme a tua madre. Sei molto più forte di quanto credi.- fa una breve interruzione ed abbassa lo sguardo -Lo so che spesso non sono stata una buona amica ma ti voglio bene Adele e credo veramente che tu sia speciale. E' solamente che alcune volte non so come comportarmi e così la nostalgia viene a galla.-

-Nostalgia?-

-Sì, nostalgia.- ribadisce stringendomi la mano -E' che mi manca questo- spiega allargando le braccia per indicare l'atmosfera dolce e rasserenante sprigionata dai nostri corpi -Mi manca poter ridere con te tranquillamente e mangiare schifezze o roba varia senza paura. Mi manca non dover controllare ogni singola espressione od ogni singolo gesto per paura che nella tua mente possa scoppiare un uragano. Insomma mi manchi tu Adele. Mi manca quella Adele piena di energia e con il sorriso, quella che passerebbe ore davanti ai fornelli preparando squisitezze e quella che riesce sempre a trovare un compromesso ed un lato positivo nelle cose. Ho nostalgia della vera te.-

La mia fronte si distende in un'espressione tenera e sentimentale. Mi avvicino a lei e la stringo forte. Era da tempo che non l'abbracciavo in questo modo. Quest'abbraccio non è solo quattro braccia che tengono uniti due corpi, ma è molto di più. Con quest'abbraccio ci stiamo chiedendo scusa a vicenda e ci stiamo perdonando per i nostri errori. Errori non commessi con cattiveria o per negligenza, ma capitati per il puro fatto di essere troppo giovani ed inesperte per saper gestire al meglio le situazioni intricate e dispiacevoli della vita. Con quest'abbraccio stiamo ricordando l'una all'altra di quanto il nostro legame di amicizia, nonostante la competizione e alcune discussioni, sia in realtà solido e duraturo. Con quest'abbraccio stiamo riportando alla luce i bei ricordi dei vecchi tempi, in cui tra noi alleggiava la leggerezza e la libertà di essere se stessi e che tutte le amicizie dovrebbero avere.

-Ma che bello ritrovarvi così!- si sente esclamare da dietro.

Mia madre è appena rientrata a casa sfoggiando un ampio e rosso sorriso sulle labbra. Indossa una tuta di velluto e delle scarpe invernali imbottite e contornate da una pelliccetta grigia.

-Mamma!- la chiamo sorpresa -Che ci fai qui? Credevo che stessi per partire.-

-Lo so- inizia sfilandosi i guanti -E' che sono arrivata all'aeroporto. Tuo nonno era così noioso con tutte le sue argomentazioni politiche che mi ha fatto passare la voglia di tornarmene in Francia. Così ho chiamato il mi capo e gli ho chiesto qualche settimana in più di ferie.- spiega semplicemente.

Camilla ed io rimaniamo qualche secondo a guardarla colpite dal suo cambiamento improvviso di programma. Un cambiamento che non si aspetta spesso da una persona come Alexia.

-Allora?- ironizza squittente -Me lo merito anche io o no un abbraccio?-

Entrambe ci alziamo dal divano e corriamo verso di lei, la quale allarga le braccia per tirarci a sé. -Le mie due ragazze.- commenta poi dolcemente -Le mie due ragazze che hanno preparato qualcosa di speciale, però- aggiunge tirando su con il naso per percepire meglio il profumo.

-Ha fatto tutto tua figlia- ribatte Camilla -Cramble alle mele.-

Alexia osserva gli altri stampi rimasti sopra il tavolo da cucina. Il suo volto diventa immediatamente serio e silenzioso e si prende qualche minuto per se per riflettere. Poi avanza diretta verso il cassetto delle posate. Afferra un cucchiaino e poi si sofferma sui miei dolcetti. Ne sceglie uno e lascia che il cucchiaino rompa la superficie per arrivare a gustare la tenera parte interna. L'espressione che compare sul suo viso è la stessa che avevo notato in Camilla qualche minuto prima.-

-E' favoloso chérie!- esclama orgogliosa. Poi lancia uno sguardo verso l'ultima ciotola piena rimasta sul tavolo -E tu che fai non lo mangi?- La sua voce si inclina sull'orlo del dispiacere.

Mi avvicino ed incerta afferro l'ultima coppetta rimasta. Sorridente, mi passa un cucchiaino. Porto alle labbra la consistenza ancora tiepida del crumble. La pasta sbriciolosa si fa da parte per lasciare posto al fondo morbido di mele aromatizzato alla cannella. Un fondo morbido e succoso che contrasta con il gusto croccante del guscio. Un fondo che riempie di calore ed amore un pomeriggio tra donne.

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Il Sapore della felicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora