Capitolo 22

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La mia schiena è distesa sulla poltrona dello studio di Cristina quasi come se si trovasse sul comodo divano di casa mia. Il mio volto è disteso e rilassato. Le mie gote sono tirate su grazie a un tenero e fiero sorriso. Cristina mi guarda dolcemente e con una leggera punta di allegria che traspare dai suoi occhi color miele.

-Cosa ti ha detto di te mangiare quella pizza?- mi domanda sporgendosi in avanti con il busto

-Che sono forte- affermo spavalda -Che posso superare gli ostacoli, che posso farcela e che posso essere felice-

-E com'è un Adele felice?-

Rifletto su quella risata spontanea della scorsa serata. Ripenso al viso arrossato non dalle lacrime, ma da una gioia, una gioia così improvvisa da lasciarmi senza fiato e da lasciare che il mio corpo e la mia anima reagissero a modo loro. Per una volta ero stata io la fonte di esuberanza e di spensieratezza che aveva trasmesso agli altri la sua energia diffondendo il buon umore.

-E' un Adele senza pensieri- constato alla fine -Senza l'obiettivo costante di aspirare alla perfezione in tutto ciò che compie; senza il bisogno di attirare l'attenzione su di lei per dimostrare quanto sia in gamba. E' un Adele a cui non le interessano i voti ed i giudizi. E' un Adele a cui importa di più l'affetto dei suoi cari, il poter essere se stessa ed il poter trascorrere bei momenti.- -E' un Adele che sorride- concludo alzando su le spalle.

-E secondo te agli altri piace più un Adele che mira sempre alla perfezione o un Adele felice che sorride?-

-La seconda- confermo con uno strano imbarazzo -O meglio per tutti tranne che per mia madre.-

-Pensi che lei non ti voglia felice?- mi chiede spalancando gli occhi

-Si, penso che lo voglia, ma...- inizio stringendo le braccia al petto – penso che da me si aspetti anche la perfezione.-

-E se l'Adele felice non raggiunge la perfezione che succede?- mi chiede ancora

-Che l'Adele felice non lo è più perché ha deluso una persona che ama troppo.-

-E secondo te tua madre ti ama di meno di quanto la ami tu se sei felice ma non raggiungi la perfezione?-

-Non lo so- constato facendo spallucce -L'amore di una madre è incondizionato, o almeno così tutti dicono, ma quando si rivolge a me in un certo modo io non credo più che sia così.-

-Glielo hai mai provato a chiedere?-

-No, infondo non sono cose che si chiedono.-

-Prova a chiederlo allora al tuo passato. Ci sono stati momenti che ricordi in cui hai sentito che tua madre ti amasse proprio come la ami tu?.-

Inizio a scavare con la mente. Inizialmente tutti i bei momenti passati con lei sono premiazioni scolastiche o spettacoli ben riusciti. Successivamente però gli scorgo: momenti felici, lei ed io con i nostri giochi e le nostre risate. Niente competizioni, niente sfide e prestazioni da raggiungere. Solo amore tra madre e figlia.

Il primo flashback che appare alla mente raffigura noi al centro commerciale mentre ci proviamo gli abiti più bizzarri ed osceni e mentre ridiamo al solo pensiero che qualcuno possa comprarli. Poi eccoci al parco: lunghe passeggiate tra le margherite che ogni tanto si fermava a raccogliere per regalarmene una. Le serate in cui si infilava nel lettino con me e mi stringeva forte davanti a un film strappalacrime e mi baciava sulla fronte. Un bacio lieve e sottile, ma anche capace di riscaldarti nelle notti più fredde.

-Si- confermo mordendomi il labbro – Infondo credo che mi ami, ma a modo suo.-

Il Sapore della felicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora