Capitolo 46

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Mia madre non si è allontanata un secondo da me, né quando i medici mi hanno visitato né quando mi avevano ordinato di riposare. Dopo uno scrupoloso esame, la Dottoressa Pirozzi ci tranquillizza assicurandoci che nessun organo vitale è stato danneggiato. Nonostante ciò sia il corpo, sia il cuore ne hanno risentito dello stress a cui li ho sottoposti andando in affaticamento. -Te la sei vista brutta- constata severamente -La prossima volta non so se sarai più fortunata.- aggiunge poi uscendo dalla stanza. Mio padre sta accanto alla finestra e guarda fuori. Non ha proferito parola da quando mi sono svegliata. La sua fronte è sudata e accigliata. Continua a guardare fuori come se la vista di sua figlia sul letto di ospedale, dopo aver tentato il suicidio, fosse troppo forte se non anche surreale per un uomo in gamba e vigoroso come lui.

-Non ci sarà una prossima volta ve lo assicuro.- pronuncio con fatica. Ho la bocca asciutta e mi fa male la fronte adesso ornata da due punti metallici dovuti alla caduta.

-E' una frase che ho già sentito- borbotta mio padre

-Lo so, ma questa volta è vero.- assicuro con voce solida e determinata

-Può d'arsi ma nessuno può assicurarmi che manterrai la tua parola.- La sua espressione si fa pensierosa. Sta riflettendo su qualcosa e quegli occhi, quegli occhi così dispiaciuti ed afflitti mi suggeriscono che non c'è nulla di buono che alleggia nell'aria. Mi suggeriscono che mio padre è giunto al limite proprio come me.

-Che cosa intendi?- mormoro mentre mia madre mi massaggia affettuosamente le dita

-Che ho sbagliato tutto con te Adele e che se siamo giunti sino a questo punto è solo colpa mia. Ho sottovalutato la tua situazione, sono stato troppo permissivo.-

-E' stato un mio colpo di testa e...-

Non mi permette di concludere la frase. Tutta la sua angoscia trattenuta fino ad ora scoppia con violenza -Colpo di testa? Lo chiami colpo di testa provare a suicidarti?- sbraita voltandosi verso di me.

-Non era mia intenzione...-

-Ah no? E allora a cosa pensavi mentre ti procuravi il vomito? Che saresti diventata Cenerentola?-

-Io...-

-No, basta non voglio sentire altre storie. Non ce la faccio più a vedere mia figlia distruggersi e morire ogni giorno sotto i miei occhi. Chiederò oggi stesso il ricovero nel reparto dedicato ai disturbi del comportamento alimentare dell'ospedale. Quando la tua degenza sarà finita passerai lì- afferma risoluto

- No, non ce ne è bisogno veramente.- cerco di tirarmi su con il busto ma non ho ancora abbastanza energie per ribellarmi impulsivamente. Mia madre mi poggia una mano sulla spalla e mi costringe a ristendermi.

-Penso che sia una cosa di cui dobbiamo discuterne insieme prima- interviene Alexia guardandolo torvo -E soprattutto non qui e non ora.-

-E allora quando? Quando sarà...-

-Antonio basta.- lo interrompe con il suo tono freddo ed impassibile -Non è questo il momento di prendere decisioni vista la situazione. Siamo tutti ancora troppo agitati e troppo scossi per saltare a conclusioni affrettate.-

Mio padre non ribatte. La capacità di mia madre di rimanere distaccata e lucida in ogni occasione spezza la sua irruenza e lo ammutolisce. Sa che ha ragione. Sa che la sua preoccupazione lo sta accecando.

Da fuori intanto Camilla, Vittorio e Landon spiano in ansia la scena. Mi giro verso di loro. I miei migliori amici si allungano spiando dalla vetrata per assicurarsi che io stia bene; Landon invece tiene il capo chino e mi osserva amareggiato.

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