Non posso accettare- affermo con risolutezza dinanzi alla loro proposta
-Perché no?- insiste Landon sconcertato -Sei perfetta per questo ruolo. Hai più tu da insegnare agli altri cuochi che loro a te.-
-Perché non sono pronta- ribatto imperterrita -Ho troppa poca esperienza. Non so preparare tutti quei piatti raffinati che offre il vostro menù e né tantomeno so come gestire un ristorante.-
-Ma non sarai da sola a fare tutto cara.- interviene Manuela poggiando una mano sulla mia – Ci sarò io con te a gestire il nuovo locale insieme ai nostri dipendenti che sono tutti eccellenti cuochi, te lo posso assicurare.- Il suo sguardo cerca di rassicurarmi e di infondermi coraggio, ma il solo pensiero di rimettere piede in una di quelle grandi cucine in cui è avvenuto il mio più pericoloso "tilt" mi destabilizza e mi spaventa. -E poi se riprendi a lavorare per Pierre in questi mesi avrai modo di perfezionare le tue capacità. Imparerai velocemente le ultime nozioni e tecniche di cui avrai bisogno. Abbiamo ancora tanti mesi davanti.-
Lascio andare un sospiro profondo. Intorno a me decine di camerieri sfrecciano servendo i piatti tipici londinesi. Dopo la mostra di fotografia all'accademia, per la nostra ultima sera in quella incantevole e maestosa città, Landon su consiglio della sua host family ha deciso di portarci in uno dei ristoranti più di classe del suo quartiere, appena poco distante dal centro città. Il posto è una piccola taverna con tavolini di legno e seggiole ad imitazione del trono regale. Le pareti sono rivestite di una moquette beige ornata da iconografie bianche e su di essa piccole lampade illuminano fioche la sala principale. Per la grande occasione ho deciso di indossare un abito rosso di lame che mi arriva fino alle caviglie, abbinato a un cappottino nero che mi aveva portato mia madre dalla Francia per Natale. -Sei bellissima- ha esclamato Landon non appena mi ha vista -Così conquisterai qualche bel londinese- ha aggiunto con un ghigno. Gli ho dato uno schiaffetto sullo spalla. -Se è per questo tu con questo look da artista e per lo più in smoking ti riveli molto più pericoloso ed accattivante di me.-
Sua madre ha iniziato a ridere di gusto -Sembrate me e Pierre alla vostra età, quando lui faceva avanti ed indietro da un posto ad un altro per lavoro.- Nei suoi occhi è apparsa un'ombra di nostalgia; un'ombra della gioventù trascorsa e di una passione che inevitabilmente con il tempo fluisce come un fiume in piena.
La mostra è stata incantevole lasciandomi senza parole. Decine di fotografi, anche più giovani di Landon, hanno esposto fieramente i loro scatti. Scatti che raffiguravano la realtà Londinese nella sua semplicità. Sono rimasta stupida di come ogni immagine possa cogliere l'attimo perfetto e fuggente, capace di trasmettere ogni volta un'emozione e una sensazione diversa; capace ogni volta di raccontare una storia o di fartela immaginare attraverso le diverse sfumature della luce riflessa nella lente.
Ed ora siamo qui seduti in questo ristorante tradizionale a decidere sul mio futuro. La proposta di gestire insieme a Manuela il nuovo ristorante che apriranno in città è un compito troppo grande per me, una responsabilità che non posso prendermi. Non posso prendermela per il semplice fatto che questo era il sogno di Pierre, un sogno che non vedeva me come protagonista, ma suo figlio. Pierre si merita di vedere suo figlio tra quei fornelli a lavorare con la madre; non può vedere me.
-Mi dispiace ma non posso.- ripeto alla fine.
Manuela si lascia andare sullo schienale della sedia sconfortata. Ha bisogno di qualcuno che l'aiuti nell'organizzazione, qualcuno di cui si fidi e che sia in grado di portare avanti l'attività anche nel futuro.
Il cameriere si avvicina a noi con il conto in mano. -Vado a pagare alla cassa.- incalza Manuela alzandosi da tavola -Vi lascio da soli per discuterne un altro po'-
Landon aspetta che la madre sia lontana dal tavolo prima di proferire parola. Riconosco quello sguardo che mi punta contro. Sta cercando di colpire il mio punto debole, ovvero il mio amore per lui, per convincerlo, ma non posso fare questo torno a Pierre e soprattutto, non posso rischiare di mandare in fumo un sogno per i miei problemi personali.
-Non c'è nulla su cui discutere.- lo ammonisco immediatamente -E' un no fisso.-
-Ma perché?- domanda ancora Landon indispettito -Sei bravissima in cucina e sei abbastanza matura per gestire un ristorante insieme a mia madre.-
-Non è vero. Sono malata Landon, potrei scoppiare in una crisi isterica nel pieno di un evento.-
-Stronzate.- protesta serio -Stai riutilizzando la scusa della malattia perché hai paura.-
-Io non ho paura sto solo cercando di non sottovalutare il mio stato mentale.-
-Il tuo stato mentale è decisamente migliorato in due mesi e probabilmente starà decisamente meglio in estate quando aprirà il locale.-
-Questo non lo posso assicurare.- ribecco di nuovo
-Neanche le crisi si possono assicurare; forse non te ne capiterà neanche una. E poi anche se ti venisse, che cosa potrebbe accadere? Non sei sola, non devi gestire tutto tu.-
-E' il sogno di tuo padre e questo sogno prevede che ci sia tu accanto a tua madre.- sostanzio cercando di non perdere campo.
-Appunto. E' il sogno di mio padre non il mio. Il mio lo sto vivendo perché come da tuo consiglio mi sono lasciato andare. Te invece che fai? Rifiuti l'occasione perfetta per il tuo futuro perché ti manca il coraggio di affrontare le tue paure; perché sei ancora convinta che se sbaglierai qualcosa tutte le colpe ricadranno inevitabilmente su di te come se avessi ucciso qualcuno.-
-Non sai di che parli.- Scuoto la testa ed incrocio le braccia. Sono stanca di essere giudicata sempre dalle sue accuse.
-Invece lo so, ma non lo vuoi ammettere.- batte una mano sul tavolo e si porta i ricci all'indietro -Io non ti voglio obbligare a fare nulla, ma sappi che per me stai prendendo la decisione sbagliata. Mio padre ti adora come una figlia. Rifletti. Perché ti avremmo proposto una cosa del genere se lui non ne è d'accordo?- Si interrompe per qualche secondo e intreccia le sue dita alle mie – Non devi darmi una risposta subito. Prenditi il tuo tempo per pensarci su e poi facci sapere.-
Manuela arriva qualche minuto dopo con la ricevuta in mano. -Ho fatto. Andiamo? Domani abbiamo l'aereo all'alba.-
Annuiamo entrambi con la testa. Prima di alzarmi lancio un'ultima occhiata al mio piatto in cui è avanzato solo un pezzetto di Shepherd's Pie: un pasticcio gratinato con base di carne macinata ed uno strato di copertura in cui purè di patate, carote e piselli si mescolano creando un manto soffice e ricco. Il piatto risulta essere molto scenografico grazie i ciuffi di purè disposti ordinatamente uno accanto all'altro e le sue varianti sono decine. In Francia ad esempio prende il nome e la forma del hachis parmantier ed al contrario della versione inglese, esso prevede l'aggiunta del formaggio. -So molte cose sulla cucina straniera- costato soddisfatta -So preparare molti piatti italiani ed europei.- Risento le parole di Landon risuonarmi nelle orecchie. Forse ha ragione. Forse sono solo una codarda o solo un po' testarda. Mi alzo da tavola anche io ed insieme lasciamo il ristorante. Insieme riprendiamo con le nostre vite. Insieme ripercorriamo per l'ultima volta le strade di Londra illuminata dal bagliore della luna.
Il London Eye, proprio come un grande occhio, mi osserva da lontano. -Cosa devo fare?- gli chiedo. Lui rimane impassibile senza girare. Eppure nella sua maestosità qualcosa mi cattura e mi fa riflettere. Nella sua maestosità mi ricorda la grandezza e lo splendore della Tourre Eiffel di Parigi; mi ricorda di mia madre e del suo ultimo regalo. Mi sembra ancora di stringere tra le mani quel cappello e di percepire quella sensazione di libertà.
Su un libro ho letto una volta che il Dalai Lama ha recitato -Ciascuno di noi è l'artefice del suo destino, spetta a noi crearci le cause della felicità. E' in gioco la nostra responsabilità e quella di nessun altro.-
Penso che non esista frase più vera.
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Il Sapore della felicità
Genç KurguIl romanzo che vi propongo è un viaggio verso la ricerca di se stessi e della propria identità attraverso un percorso fatto di salite e discese, esperienze e riflessioni. Nel mio scritto ho cercato di ricordare i bisogni e le bellezze della vita, co...