Capitolo 15

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-Per chi non sei abbastanza?- La voce di Cristina è calma e profonda e risuona come un eco piacevole nel suo piccolo studio.

-Beh per i miei genitori, per i miei amici, per i miei professori... per me stessa- rispondo tenendo lo sguardo basso verso le mie mani che hanno ripreso a gesticolare interrottamente.

-E perché credi che un voto possa renderti non abbastanza per loro?-

Tentenno qualche secondo. Le sue domande incominciano a scavare nel fondo, a portarmi ad ammettere verità di cui ancora non sono cosciente.

-Perché li delude, perché non soddisfa le loro aspettative.-

-E questa delusione può portarli a far cambiare l'opinione che loro hanno di te?-

-Potrebbe... insomma... non del tutto, ma mi fa ricordare che ho fallito.- balbetto appena. Non riesco a dare una risposta sensata. Ammettere e tirare fuori quello che provo ed il rammarico di non essere continuamente all'altezza di qualcuno mi distrugge.

-E se Adele fallisce che succede?-

Che succede? Succede che il mio volto incomincia ad arrossarsi diventando lo specchio dell'incendio che arde dentro di me. Succede che rivedo il viso di mia madre deluso e che scuotendo la testa, parla già di ripetizioni e corsi aggiuntivi; percepisco i bisbigli dei miei compagni di classe stupefatti perché la secchiona della classe ha commesso uno scivolone ed avverto gli occhi dei miei migliori amici che mi osservano in attesa di una mia reazione, di un mio commento.

-Succede che sente una pressione addosso che la fa rabbrividire. Sente che vuole solo urlare e scappare il più lontano possibile.-

-E perché? Un fallimento del genere che cosa può comportare nella sua vita?-

Ci rifletto un secondo. – In teoria nulla... insomma la media si rialza...-

-E se la media non si rialza che succede?- Cristina scandisce le sue domande mantenendo la sua postura severa e composta mentre io con la schiena inarcata in avanti mi chiedo ancora una volta dove voglia arrivare.

-Che mi dispiace?- alzo un po' sconcertata le sopracciglia. Sento che stiamo girando intorno sempre allo stesso argomento senza mai arrivare al punto.

-Perché ti dispiace?-

-Perché per un errore tutti i miei sforzi sono andati perduti e perché non soddisfa le mie aspettative-

-Le tue aspettative o quelle degli altri?- la domanda è pungente. Sa già la risposta, ma vuole ascoltarla uscire dalla mia bocca.

-Quella degli altri.-

-Ma il problema quindi è tuo o degli altri che hanno sempre delle aspettative su di te?-

Se mia madre non avesse tutte quelle pretese, se la sua voce non si inclinasse ogni volta che le riferisco un voto più basso dell'eccellenza, forse non mi importerebbe così tanto di un sette, né farei caso anche all'opinione altrui.

-Degli altri.-

-E tu hai quindi colpa di questo?-

-No, io non ho colpa.- questa affermazione suona nella mia anima come una liberazione. -Io non ho colpa- mi ripeto. -Io faccio del mio meglio ma se gli altri pretendono la perfezione da me io non ne ho colpa.-

-Infondo non hai voluto ferire nessuno consciamente- prosegue lei – Qualcuno ha colpa se provoca volontariamente un dolore agli altri. Tu sei solo inciampata tra un ostacolo e l'altro della vita come tutti. –

Il senso di colpa, di responsabilità. E' qui che mi ha voluto condurre Cristina con le sue osservazioni. Ha voluto che capissi che un mio fallimento non avrebbe causato un dolore a qualcun altro e che chi mi vuole bene non avrebbe modificato la stima nei miei confronti solo per delle sottigliezze.

Ammettere di non avere colpe ed il sottrarre dalla mente la preoccupazione di un giudizio negativo è come prendere una boccata di ossigeno. La mia unica paura è che non duri per tanto e che tra un po' nella stanza ricomincerò ad annaspare.

-Perché hai rifiutato l'invito?- cambia poco dopo argomento

- La pizza.- commento subito -Mi mette ansia mangiarla. Entro il panico.-

-Perché, cosa dice quella pizza che non va in te se la mangi?.- Una pizza, un semplice impasto di farina, lievito ed acqua condito nei modi più ricchi ed allettanti possibili. Un cerchio così bello e così perfetto alla vista e che improvvisamente si trasforma in qualcosa di mostruoso a cui non riesco a dire di si. Chiudo gli occhi. Mi immagino la pizza margherita davanti a me: spessa ai bordi e più fine al centro, insaporita con piccoli pezzetti di mozzarella filante che poggiano su uno strato rosso e luminoso di pomodoro. Appare semplice, innocua ed aspetta paziente solamente che io lasci scivolare il coltello su di lei per tagliare la prima fetta. Fumante ed avvolgente; bella e saporita. Non c'è niente di oscuro in lei, ma in me invece? Se la mangio cosa potrà accadere? Qual è la mia preoccupazione nel fornire al mio corpo un alimento come un altro che per le sue proprietà nutritive e per il suo gusto allettante è alla base della dieta italiana e non.

-Nulla.- mormoro alla fine -E' solo un pasto.-

-E' solo un pasto- ripete Cristina annuendo con il capo.

-Si, ma è un pasto molto calorico.- aggiungo subito dopo -E non salutare.-

-E' vero.- conferma guardandomi negli occhi -Una pizza margherita ha più kilocalorie di un petto di pollo, ad esempio, ma non per questo è poco salutare. Qualcosa diventa poco salutare nel caso se ne faccia un uso abbondante. Anche se mi mangio tutti i giorni petto di pollo questo alla fine diviene poco salutare. Non sei d'accordo?-

Faccio segno di si con la testa bassa.

-Ma quello che ci interessa sapere a noi adesso è che succede se Adele mangia un pasto molto calorico come una pizza.-

Mi prendo del tempo per riflettere anche su quest'ultima domanda. Conosco alla perfezione come gli alimenti possano provocare l'aumento di peso a seconda della loro assunzione e so per certo che una pizza non cambia assolutamente nulla se inserita in una dieta sana e bilanciata. -Cosa succede...- penso -Cosa mi succede se regalo al mio corpo un cibo che conosce bene e che ama da impazzire?.- -Nulla- è questa di nuovo la risposta -Eppure perché sento che nel mangiarla io stia commettendo un errore imperdonabile?-

-Che colpa ha Adele nel voler mangiare una pizza?-

-Nessuna- rispondo ancora

-Cosa gli altri penseranno se Adele mangerà un alimento calorico come la pizza?-

-Non penso che gli importi- noto ripensando alle cene trascorse insieme

- Cos'è allora dell'appuntamento di sabato che Adele teme di più?-

-Di sentirsi inferiore. Di sentirsi piccola ed insignificante.-

-E perché Adele dovrebbe risultare inferiore rispetto agli altri?-

-Perché non è così bella, così divertente, così popolare come le altre.-

E' un botta e risposta senza interruzioni quello tra me e Cristina ora e percepisco che stiamo per giungere al punto di tutto ciò.

-E chi è sabato che potrebbe giudicarti come meno bella, meno divertente, meno popolare delle altre?-

Sette lettere. L'unica persona presente di cui in questo periodo mi importa veramente la sua opinione. Il suo nome prende forma immediatamente nella mia testa senza la necessità che ci pensi due volte.

-Landon.- scandisco alla fine.

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