Capitolo 19

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Lunedì pomeriggio Vittorio ed io ci ritroviamo stesi sul divano di casa mia a chiacchierare scherzosamente davanti a un film. Tengo le gambe distese sopra le sue ed ogni tanto me le riempie di pizzicotti per stuzzicarmi. Affermando che sentiva la mia mancanza, così come quella dei miei pancakes, si era autoinvitato a trascorrere il pomeriggio da me senza che io potessi battere ciglio. Vittorio è una delle poche persone capace di tirarmi su con una semplice risata.

-E chi è lei?- le domando curiosa

-Non te lo dico- mormora lui scuotendo la testa

-Dai!- insisto dandogli dei piccoli calcetti come una bambina capricciosa -La conosco?-

-Si- risponde buttando la testa indietro

-Dai dimmi chi è- non sto più nella pelle al pensiero che Vittorio possa aver trovato una nuova fiamma. Lui, così dolce ed indifeso ai miei occhi, è stato appena conquistato da una fanciulla dall'identità misteriosa e capace di stregargli lentamente il cuore.

-L'hai conosciuta alla festa- mi dà il primo indizio continuando a tenermi sulle spine. Ripenso alle invitate di quella sera e con chi l'avevo notato intrattenersi. Ripercorro mentalmente la sfilza di ragazze in abito elegante che si aggirava per la sala e finalmente scorgo quelle più probabili e più adatte ai suoi gusti.

-Una delle gemelle!- esclamo decisa. Vittorio china il capo per nascondere l'imbarazzo ed io sempre più esuberante capisco di esserci vicina. -Ma chi tra le due?- mi chiedo analizzando le prime impressioni che ho avuto su di loro. Quella più sportiva ma anche più sensibile, con un lato timido capace però di farti anche divertire e distrarre.-Evelin- tento alla fine.

-Ma come hai fatto?- mi chiede sconcertato. – Ah ci ho preso!- grido di gioia alzando le braccia al cielo e agitando su è giù le gambe.

-Sono contenta- aggiungo poco dopo tornando in me -E' una brava ragazza. Spero veramente che le cose possano andare bene tra voi.-

-Lo spero anche io.- -Invece te e Landon- domanda poi all'improvviso cogliendomi alla sprovvista.

-Io e Landon cosa?- ripeto facendo la finta tonta.

-Dai che hai capito benissimo.- mi riprende dandomi un altro pizzicotto -State sempre attaccati. Dove vai tu viene lui e viceversa, mentre oggi sembravate due anime morte perse nel nulla. A mala pensa vi siete salutati.-

Tengo gli occhi fissi sulle mie cosce piccole e sottili e lui capisce al volo il senso di colpa che mi affligge -Che cosa hai combinato?-

-Una delle mie solite scenate da Adele "fuori di sé".- commento autoironica

-Raccontami- mi invita voltandosi di tre quarti verso di me

-E' stato tutto molto frettoloso ed improvviso.- inizio mordendomi il labbro inferiore -Vedevo tutto nero e lui è arrivato parlando di cibo e la cosa non ha aiutato.-

-Hai provato a fermarlo?-

-Si, ma non la smetteva ed io ho fatto quello che mi riesce meglio in queste situazioni: allontanarlo.-

-Perché lo hai fatto?- La sua fronte è accigliata. Vittorio cerca di comprendermi, di capire fino in fondo ciò che mi spinge a reagire ogni volta in questo modo. Prova con tutto se stesso ad essere quel buon amico di cui ho un disperato bisogno.

Alzo le spalle e volto lo sguardo da un'altra parte -Non lo so. Avevo paura di essere un peso anche per lui, di essere solo un caso clinico da aiutare. Non volevo che rinunciasse anche lui a qualcosa per me e così l'ho cacciato deludendolo e basta.-

-Hai provato a chiedergli scusa?-

-Si- rispondo con aria mortificata -Ma non vuole sentire ragione che tenga.-

-Prova a spiegargli il perché ti succede ciò ed il perché lo hai allontanato. Magari capirà.-

-Non saprei da dove iniziare.- sbuffo scuotendo il capo.

-Digli quello che hai detto a me.- mi propone Vittorio con estrema facilità -Non pensare a lui come un ragazzo che devi conquistare, pensa a lui come un amico con cui confidarti. Landon è un ragazzo buono ed intelligente, non ti giudicherà per quello che provi.-

-Non ce la faccio a parole. Mi blocco ogni volta e poi lui inizierebbe a ribattere e...- farfuglio passando una mano tra i miei capelli

-Allora scriviglielo- mi interrompe prontamente evitando di udire altre scuse -Se a voce ti è difficile prova a metterglielo per inscritto. Frequenti tanto quei corsi di letteratura e roba simile, qualcosa avrai pur imparato per improvvisare qualcosa.-

La sua proposta è allettante e sensata e non mi azzardo a rifiutare. -Ora basta però- spezza poi il corso dei miei pensieri stiracchiandosi -Ho fame e voglio i miei pancakes... me li merito.-

Rido ed annuendo corro verso i fornelli.

I pancakes, il dolce preferito da Vittorio. Ho sempre pensato che ogni persona sia rappresentata da un dolce, un suo dolce capace di trasmettere le sue qualità e le sue peculiarità. Di Vittorio i pancakes sono la trasposizione esatta della sua estrema dolcezza, ma anche della sua varietà di colori e di sfumature di sorrisi capaci di trasmetterti gioia e spensieratezza in ogni momento. Sfumature che corrispondono ad ogni leccornia possibile da abbinare a quei soffici dischetti. In America si è soliti versarci sopra lo sciroppo d'acero, ma Vittorio è un vero patriota italiano e per questo sceglie sempre di accompagnarli con la Nutella. Il suo modo di fare inoltre, sbarazzino e naturale, attira a sé tutti quelli che incrociano il suo cammino, esattamente come accade quando ci si trova di fronte all'aspetto invitante dei pancakes.

Tenero ma accattivante, dolce ma variegato di idee e prospettive future. Ecco venire fuori dalla mia padella per le crepes, un Vittorio caldo e zuccherato capace di riportarmi il buon umore al solo percepire il suo profumo.

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