❁ forty-seven ❁

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“Take my mind and take my pain like an empty bottle takes the rain and heal, heal, heal, heal and take my past, and take my sense like an empty sail takes the wind and heal, heal, heal, heal and tell me somethings last.”

❁ forty-seven ❁

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❁ forty-seven ❁

Los Angeles, California. 2020

C'è il silenzio più totale attorno a me.

Mi sento la bocca asciutta e impastata, provo a muovere un piede e quando percepisco effettivamente uno spostamento provo ad aprire gli occhi, ma una forte luce bianca mi abbaglia facendomi mugolare in disappunto.

-Signorina Miller?- una voce sconosciuta attira la mia attenzione e capisco di non essere sola

-mh..- provo nuovamente ad aprire gli occhi, ma la testa fa talmente male che tenerli aperti è un'impresa, ma riesco a capire di trovarmi in una stanza di ospedale e mi basta un secondo a ricordare tutto.

C'è stato un incidente, la nostra auto è stata catapultata fuori dalla carreggiata e ho perso conoscenza.

-Signorina Miller, come si sente?- vedo un medico, la voce precedente, avvicinarsi a me, io provo immediatamente a mettermi a sedere ma non ce la faccio

-dove sono i miei genitori? Mio fratello? C-Come stanno? Cos'è successo?- inevitabilmente comincio ad agitarmi, ma il medico posa una mano sul mio braccio per cercare di tenermi calma

-stia tranquilla, chiamo subito sua madre, è qui fuori, poi un'infermiera verrà a controllarla- spiega lui, ma prima che possa allontanarsi da me, io lo fermo

-dottore?- lo chiamo, lui si volta e notando la mia espressione mi si avvicina nuovamente

-sì?- domanda

-cosa.. io uh, cosa mi è successo?- chiedo, quindi il medico afferra la mia cartella clinica e la sfoglia velocemente per spiegarmi l'accaduto

-nulla di grave, l'incidente ha causato dei danni al tendine della gamba sinistra, ma abbiamo già risolto l'infortunio in sala operatoria e seguendo una cura medicinale non dovrebbero esserci ulteriori complicazioni, per il resto del corpo si tratta di ferite superficiali che hanno richiesto la semplice medicazione- alle parole del medico tiro un sospiro di sollievo, ma mi allarmo nuovamente quando mi rendo conto che c'è qualcosa che il medico non ha menzionato

-e.. i-il mio bambino?- domando timorosa portandomi una mano all'addome, un sorriso si fa spazio sulle labbra del dottore

-è tutto okay, non si preoccupi, certo è un miracolo, ma la gravidanza non è stata compromessa, inoltre ho notato che lei è alle prime settimane, per cui ho seguito il regolamento della privacy e non ne ho fatto parola con sua madre- grazie a Dio

-la ringrazio dottore, davvero..- mormoro, l'uomo mi rivolge ancora un sorriso e quando esce dalla stanza, posso sentirlo avvertire mia mamma del mio risveglio.

La porta si apre, e quando vedo mia mamma apparire i miei occhi si riempiono di lacrime.
Pensavo di averla persa, pensavo di aver perso la mia famiglia, pensavo di non farcela.

-M-Mamma..- piagnucolo cercando di tirarmi su, lei mi corre incontro e immediatamente mi abbraccia stringendomi a sé

-tesoro mio- sussurra al mio orecchio baciando la mia testa
-stai bene, oh mio Dio, ho avuto così tanta paura- farfuglia

-sì.. sto bene..- mugolo
-tu come stai?- domando preoccupata

-me la sono cavata con qualche graffio, ho perso conoscenza durante l'impatto, ma mi sono ripresa prima di arrivare in ospedale..- spiega

-papà? Oakley?- chiedo

-Oakley ha un braccio e una gamba rotti, ma tutto sommato se l'è cavata bene, ho chiamato Gabe chiedendogli di venire a prenderlo ed ora sono a casa insieme- mi tranquillizza, ma io sono tutt'altro che tranquilla, perché non mi ha ancora detto nulla di papà

-mamma.. papà come sta?- domando titubante, ma la sua espressione cambia e si siede sul bordo del letto afferrando la mia mano, quando i suoi occhi incontrano i miei corrugo la fronte e indietreggio appena
-c-che.. che è successo?- piagnucolo

-lui.. è sotto osservazione, a momenti è stabile, in altri no, non ho ben capito, ma si tratta del cuore e..- i suoi occhi stanchi si inumidiscono
-non è in buone condizioni- confessa, alle sue parole il cuore quasi mi si blocca

-vuoi dire che lui.. lui rischia la vita?- domando colma di speranza che la risposta sia negativa, ma mia mamma annuisce e incapace di trattenere il dolore ulteriormente scoppia a piangere, ed io non riesco a starle vicino, non riesco a darle forza, perché sono altrettanto distrutta e scoppio a piangere anch'io.

Ci stringiamo in un abbraccio, senza dire nulla, perché cosa dovremmo dire?
Il mio papà rischia di morire, ed io non posso fare nulla, sono completamente impotente.

E se fosse colpa mia?
Insomma, se non fossi venuta qui a Los Angeles loro non sarebbero usciti, non avrebbero percorso quella strada e non ci sarebbe stato nessun incidente.
Se fossi rimasta a Santa Monica staremmo tutti bene, avrei potuto dirglielo restando a casa, avrei dovuto evitare di venire qui da loro.
Mi sento così dannatamente in colpa, perché sta accadendo tutto questo? Perché ho come la sensazione che il mondo stia per finire, come se tutto stesse crollando?

Spazio autrice

Lo so, questo capitolo è più corto degli altri, ma mi farò perdonare.
Cosa ne pensate? Cosa succederà? Votate e commentate se vi va, fatemi sapere la vostra opinione, ci tengo sempre tantissimo, aggiorno presto!

All my love. G

Sunflower ❁ [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora