❁ fifty-two ❁

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“I'm trying to hold my breath, let it stay this way, can't let this moment end; you set off a dream in me, getting louder now, can you hear it echoing? Take my hand, will you share this with me? 'Cause darling, without you all the shine of a thousand spotlights, all the stars we steal from the night sky will never be enough.”

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Santa Monica, California. 2020

È dicembre, pieno periodo natalizio, ed io sono appena arrivata a Santa Monica.

Sono così agitata, il cuore mi batte così in fretta, Gabe aveva avvertito tutti del mio arrivo e non so cosa aspettarmi, né da loro, né da me stessa.
Nelle ultime settimane la mia vita è completamente cambiata, è stata stravolta, ma non voglio abbattermi, è arrivato il momento di rialzarmi e lottare, per me, per la mia famiglia e per il mio bambino, o bambina.

L'auto di papà si ferma davanti a casa mia, la casa che condivido con le ragazze, con le mie migliori amiche che non vedo ormai da un mese.
Prendo un profondo respiro e nascondo le mani all'interno delle maniche del mio lungo maglione bianco, portandomele fino al viso

-non so se sono pronta a rivedere tutti, a riprendere in mano la mia vita..- confesso quasi sottovoce, ma papà mi si avvicina e posa un bacio sulla mia guancia

-certo che sì, sei solo un po' spaventata, ed è naturale che sia così- afferma sorridendo, quindi annuisco appena

-sì..- mugolo

-domani sera ceniamo insieme?- domanda Oakley affacciandosi dai sedili posteriori, io gli rivolgo un sorriso per poi scompigliargli i capelli

-assolutamente sì, promesso, ormai viviamo nella stessa città- affermo, quindi saluto mio fratello e mio papà, che prima di lasciarmi uscire dall'auto mi abbraccia per infondermi un po' del coraggio che ora mi manca, ma quando chiudo la portiera dell'auto alle mie spalle quasi mi gira la testa, perché le sensazioni che provo in questo momento sono estremamente forti

-posso farcela..- sussurro tra me e me, quindi prendo l'ennesimo respiro e lentamente cammino verso la porta d'ingresso, tiro fuori le chiavi dalla mia pochette e dopo essermi voltata a salutare papà per vederlo andar via, le inserisco nella serratura, pian piano le giro e titubante apro la porta.

C'è un silenzio tombale, e quasi temo che le mie amiche mi accolgano con delle facce da funerale, tutto ciò di cui ora non ho bisogno.
Chiudo la porta alle mie spalle e poso le chiavi sul mobiletto all'ingresso, appendo la pochette all'appendiabiti e mi dirigo in soggiorno.

-Bentornata a casa!- quando tutti i miei amici appaiono davanti ai miei occhi esultando per poi correre ad abbracciarmi, il mio cuore scoppia di gioia ed inevitabilmente i miei occhi si riempiono di lacrime, e non posso fare a meno di notare che qui, in un angolo della stanza, quasi in disparte dagli altri c'è anche Harry.
È di spalle al muro e non ci guarda, quasi cerca di nascondersi mentre con gli occhi chiusi prova a trattenere le lacrime.

Sunflower ❁ [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora