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“I think about her and she knows it, I wanna let her take control 'cause everytime that she gets close she pulls me in enough to keep me guessing and maybe I should stop and start confessing.”

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Santa Monica, California. 2020

Le mie mani tremano un po' mentre assieme alle mie amiche stringo la presa attorno alle forbici pronte a tagliare il grande nastro rosso all'ingresso del Canyon Moon.
Una miriade di ricordi attraversa la mia mente e non posso fare a meno di pensare a quando tutto questo era solo un sogno lontano, qualcosa di astratto e apparentemente irraggiungibile.
Io, Melody, Dana e Margo eravamo distanti, potevamo vederci una volta al mese se tutto andava secondo i piani e non facevamo che parlare di un futuro insieme, di un piccolo angolo di pace creato da noi e per noi.
Ricordo le notti passate in videochiamata, con le occhiaie e il bisogno di dormire, ma anche con la consapevolezza di voler dare priorità ai nostri sogni, ai nostri obiettivi, renderli sempre più vicini fino ad avere qualcosa di concreto.
Ci abbiamo pensato e lavorato tanto, abbiamo collaborato e siamo state più unite che mai, siamo riuscite a mettere d'accordo i nostri modi di essere così differenti ed ora eccoci qui.

-Pronte?- domando alternando lo sguardo tra le mie amiche, tutte e tre annuiscono, i sorrisi sui nostri volti, gli occhi lucidi dall'emozione, le mani che tremano.

E finalmente, tagliamo il nastro.

Un fragoroso applauso e l'esultanza della gente attorno a noi ufficializza l'apertura della nostra caffetteria, ci voltiamo e come prima cosa incontro lo sguardo orgoglioso dei miei genitori, il sorriso del mio fratellino.
Sono arrivati poco prima del taglio del nastro, per cui non sono ancora riuscita a salutarli.
Poi la mia attenzione viene attirata dai ragazzi, che senza esitazione corrono verso di noi e ci stringono in un abbraccio di gruppo, confessandoci quanto siano orgogliosi di noi e felici per quel che stiamo facendo.

Dopo le prime congratulazioni diamo realmente inizio all'inaugurazione vera e propria, lasciando entrare la gente all'interno della caffetteria.
Le ragazze si dividono per salutare le proprie famiglie e i miei genitori mi si avvicinano con Oakley.

-Mamma, papà, Oakley!- esclamo salutandoli, tutti e tre mi attirano in un abbraccio e lo sguardo di mio papà fa sciogliere il mio cuore

-sono così orgoglioso di te, piccola- sussurra posando un dolce bacio sulla mia tempia, gli occhi di mia mamma brillano a loro volta

-sapevamo che ce l'avresti fatta, che ce l'avreste fatta- confessa accarezzandomi una guancia

-vi voglio bene- dico solo, e lo dico sinceramente, a cuore aperto, perché nessun'altra parola sarebbe abbastanza.
Ma il mio sguardo ricade poi sui ragazzi, intenti a parlare con le ragazze, noto gli occhi di Harry posarsi titubanti su di noi per un brevissimo istante, accenna un minimo sorriso, ma il suo sguardo si abbassa subito dopo.

Sunflower ❁ [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora