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A prima vista, la Foresta Mori non sembrava molto diversa da qualsiasi altra foresta, ma standoci per qualche minuto, si poteva comprendere che, in realtà, era l'esatto contrario. Il senso di smarrimento era decisamente più elevato, gli alberi erano altissimi, non si riusciva a vedere la cima. Tutti appiccicati tra di loro, raramente si trovava uno spazio vuoto.
L'ambiente era abbastanza buio, poiché le foglie che circondavano le cime degli alberi impedivano ai raggi solari di illuminare il terreno. L'unica cosa che poteva considerarsi rilassante era che non si percepiva neanche un soffio di vento, ma c'era comunque un clima fresco. Adesso era pieno giorno, ciò significava che di notte sarebbe stato molto freddo.
Akai e gli altri Guerrieri continuavano a seguire il percorso sulla mappa creata da Candy. Camminando, i loro corpi si erano ripresi dal coma ghiacciato in cui li aveva intrappolati Irina (in realtà il corpo di Matt aveva raggiunto la sua solita temperatura calda pochi minuti dopo il suo risveglio).
Mentre avanzavano, Akai colse l'occasione per dare un ulteriore sguardo ai suoi compagni. Adesso che stava capendo le loro personalità, i loro poteri, poteva farsi un'idea di come sarebbe stato avere loro come compagni di squadra. Pensava che sarebbe stata... interessante, come esperienza. Era troppo presto per dire la frase "mi trovo bene con loro", ma poteva dire che gli stavano tutti a genio. Ovviamente, il "quasi" era per via di Alex. Si capiva che nessuno lo voleva tra di loro. Beh, Aaron lo voleva, dopotutto era il fratello. Più che altro, la missione era già molto difficile (se non impossibile) da sola. Una persona con un carattere come quello di Alex avrebbe solo complicato le cose. Lo pensava Akai, e tutti condividevano il suo pensiero. Anche Aaron. Per quanto fosse felice di stare di nuovo assieme a suo fratello, riteneva che stesse adottando il metoto sbagliato per affrontare questo incarico — come sempre, del resto.
Akai si concentrò su Candy. La guardava svolazzare di là e di qua, a volte vicino a Irina, altre vicino a Matt, altre ancora vicino ad Aaron. Tutto quello svolazzare gli tolse dalla mente i pensieri riguardanti Alex. Possibile che quella ragazza venga considerata un pericolo?
Quando aveva visto i Senshi per la prima volta, aveva subito dato per scontato che fosse Matt quello più forte, o pericoloso. Beh, anche il biondo non scherza, pensò, quando osservò nuovamente Alex. Ma adesso stava pensando che magari... Irina poteva essere la più pericolosa. Ma sì, anche Higuma gli aveva raccontato spesso delle sue abilità e della sua imprevedibilità. Innanzitutto era la più grande del gruppo, anche se per poco, aveva più esperienza di loro. Akai non era l'unico che — occasionalmente — catturava i target attraverso la seduzione. Nonostante lui lo sapesse fare molto bene, all'interno del quartier generale aveva sentito dire che Irina era la migliore di tutti i Senshi in questo campo. Gran parte (così come per il ragazzo asiatico) era dovuto alla sua singolare bellezza. Dicevano che durante missioni di questo tipo, lei si trasformava dalla ragazza senza emozioni, alla ragazza sorridente (ubriaca, bisognosa di soldi, dipendeva da come si sentiva di recitare) che accalappiava ogni uomo. I target la conducevano nella camera da letto, lei poggiava le mani (con due guanti, visto la sua temperatura corporea) sulle loro guance e prima che se ne potessero accorgere — erano presi dalla troppa eccitazione dopo aver guardato i suo volto, i suoi occhi e il suo fisico — la loro testa era già congelata. Dopodiché, come se fosse una macchina, l'Irina sorridente si spegneva e subentrava il suo carattere dominante. D'altronde, i migliori nel campo della seduzione erano sempre quelli che avevano una bellezza singolare. Nel mondo c'erano persone la cui bellezza si avvicinava a quella di Matt, Alex, Aaron e Candy. Ma persone come Irina e Akai erano più uniche che rare. I target colpiti dalla loro bellezza non vedevano gli occhi naturali dei due, ma delle lenti a contatto. Eppure, anche da mascherati, i loro occhi sembravano unici al mondo. Facevano un certo effetto su quei visi angelici. Visi angelici, pronti a diventare terrificanti come un cane con la rabbia. Questo rendeva entrambi le due mine vaganti delle organizzazioni.
Akai ripensò a quando, un paio d'ore prima, ancora all'interno del quartier generale, guardò gli occhi di Matt, consapevole del suo potere: "E se questo dovesse arrabbiarsi? Succederà ciò che è successo in quel paese dell'Inghilterra?". Cosa poteva fermare una tempesta di fiamme? Facile, una bufera di neve, accompagnata da spuntoni di ghiaccio. Praticamente, Irina e Matt erano i due che Akai considerava i più pericolosi. Questo per via dei loro poteri. Alex era sicuramente pericoloso, non c'erano dubbi, ma il suo potere non era distruttivo come quello dell'inglese o della russa. Il suo — proprio come quello di Akai o Aaron — era un potere tecnico, da usare con intelligenza. Non gli bastava muovere il braccio per dare vita ad una spirale di fiamme, che si sarebbe espansa per chissà quanto.
Avrebbe potuto pensare la stessa cosa di Candy, visto che anche i suoi erano poteri molto distruttivi, solo che... No, Candy poteva essere di tutto, ma non pericolosa. Alla fine, lo diceva anche il suo livello di pericolosità (7). Se il suo "stare sempre con la testa tra le nuvole" (in compagnia di Akai) era tutta una messinscena, allora sapeva recitare in maniera straordinaria. Ma non avrebbe comunque funzionato. Nel gruppo era presente una persona in grado di leggere i pensieri. Simili trucchetti sarebbero stati completamente inutili. Quando capitava, anche Candy seduceva i suoi target. Akai si aspettava che fosse lei quella più capace in questo campo, poiché ogni lurido porco cerca l'ingenuità di Candy in una ragazza. Molto spesso, Akai si comportava così quando doveva accalappiare un uomo. Nell'ultima missione si era finto lievemente ubriaco, con problemi familiari, aveva fatto credere a quello strozzino, maniaco assassino che lui avesse un debole per gli uomini di corporatura come la sua, pieni di potere e soldi. Il target ci era cascato in pieno. Era così facile entrare nelle loro stanze. Bastava un po' di ingenuità e il gioco era fatto. Anche se, ogni tanto, capitava qualcuno che era effettivamente sveglio. Proprio come lui (lo immaginava) Irina e Candy dovevano aver perso la verginità. Il fatto era che... alcune volte capitavano delle missioni la cui durata poteva essere di un paio di giorni, dove il target era più pericoloso del solito. Magari era un ricercato a livello non solo statale, ma mondiale. Appunto per questo, loro erano molto più svegli dei "pivellini statali". Akai si ricordava di quando aveva dovuto assecondare ogni richiesta di un uomo di cinquantasette anni per il successo della missione. Non gli era andata molto male, sarebbe potuto succedere di peggio... Comunque, poi, arrivato il momento dell'uccisione, lo aveva fatto soffrire il doppio, no, il triplo. Per prima cosa lo fece eccitare, e poi, con uno scatto fulmineo prese il coltello e gli tagliò il membro. Il ragazzo sorrideva in maniera trionfante, mentre il porco era a terra che urlava, circondato dal sangue che usciva a mo di fontana dal suo ex organo genitale. Ad Akai scappò un piccolo sorriso ripensando a quella scena. Poche volte si era sentito così soddisfatto dopo una missione. Ad ogni modo, aveva sentito che Candy aveva smesso di compiere questo tipo di missioni. Da un giorno all'altro si era rifiutata di sedurre altri uomini e fargli (il più delle volte) credere di andare a letto con loro, per poi ucciderli. Solo l'organizzazione che la teneva sotto controllo ne sapeva il motivo. E lei, ovviamente.
Akai aguzzò lo sguardo sulla persona che gli sembrava meno pericolosa e più gentile di tutte: Aaron. Era impensabile che una persona come lui fosse considerata un animale feroce che avrebbe potuto rivoltarsi contro il suo stesso padrone. Quanto male avrebbe potuto fare un coniglio ad un essere umano, se lo avesse voluto? Il suo livello di pericolosità era 6, ma tutto a causa delle sue capacità di leggere nella mente altrui. Egli era l'unico che veniva spesso utilizzato per missioni più difficili, che non includevano un'uccisione (non sempre). Questo lo rendeva il più debole del gruppo, ma solo in ambito di forza. Riguardo all'intelligenza, Aaron era sicuramente il migliore. Irina era quasi al suo stesso livello, ma non poteva leggere i pensieri. Questo era un grande vantaggio per il canadese.
Rimanendo sempre in tema degli animali, Akai si ricordò che ad ogni Senshi era stato affibbiato un predatore dalle varie organizzazioni che li tenevano sotto custodia. In realtà, il simbolo che rappresentava a pieno l'organizzazione (che a sua volta si ramificava in sei gruppi) era un pentagono al cui interno vi era un'aquila. Difatti, il nome dell'organizzazione era proprio "Eagle". Tutto aveva un significato. Il pentagono era una figura geometrica che disponeva di sei lati, e sia i Guerrieri che i vari gruppi derivanti dall'organizzazione, erano sei. Invece, l'aquila simboleggiava gli animi dei pupilli di questi gruppi, ossia i Senshi — almeno dal punto di vista dei loro capi. Le aquile, dei rapaci caratterizzati da una particolare robustezza e prestanza fisica, che con il loro volo veleggiato e maestoso riescono a dominare i cieli, per poi piombare rapidissime sulle prede adocchiate e afferrarle con i loro robusti e affilati artigli. In un certo senso, questo voleva essere un riferimento al modo spesso professionale in cui i Senshi uccidevano i loro target. Però, entrando più nello specifico, ai Guerrieri erano stati attribuiti ulteriori predatori, che andavano anche a coincidere con evidenti parti della loro persona — perlomeno, quelli che conoscevano i loro superiori. Ad Akai erano stati assegnati due animali: lo squalo e il serpente. Entrambi molto pericolosi e assolutamente da non sottovalutare. Lo squalo veniva spesso definito come "l'assassino dei mari", erano in molti a provare un senso di terrore e di repulsione nei confronti di questa creatura marina. Lo stesso ragazzo dagli occhi cremisi, dopo aver fatto delle ricerche circa questo animale, si era ritrovato abbastanza in sintonia con esso. Dopo un po' aveva capito che gli squali venivano spesso rappresentati in malo modo, e tutto questo era dovuto a opere concepite dalla mente di altre persone. Ed era per questo motivo che pensava di essere simile a loro. Anche lui, così come il resto dei suoi attuali compagni di squadra, veniva visto con occhi che esprimevano paura, e da quanto ricordava lui, anche aversione. Per quanto riguardava i serpenti, invece, gli veniva in mente un collegamento solo, ma occorreva porsi una domanda per arrivarci. La domanda era: come si sarebbe sentito un essere umano se un grande serpente dotato di una forza spaventosa avesse avvolto il suo corpo con l'intento di stritolarlo? La risposta era la seguente: avrebbe provato la stessa agonia provata da un target di Akai dopo essere stato imprigionato nel suo sguardo. Nonostante questi due animali che lo rappresentavano, tutti gli altri capi lo chiamavano "il demone".
Alla ragazza russa era stato affibbiato il ghepardo. Ciò era dovuto al fatto che questo animale era uno dei più veloci al mondo —  e Irina era proprio uno dei Senshi più veloci — ed era anche molto elegante, proprio come il modo della ragazza di porre fine alla vita di un suo target, impeccabile. Alcuni capi di altri Guerrieri usavano il soprannome "il ghepardo" quando dovevano parlare di lei.
Alex era visto come un leone da tutti, tranne che da suo fratello. In verità, non occorrevano molte spiegazioni per capire per quale motivo l'animale che rappresentasse di più Alex fosse proprio il leone, Akai e tutti gli altri che non conoscevano affatto la sua persona l'avrebbero presto compreso. Parlando di suo fratello minore, a lui era stato affibbiato il barbagianni, proprio perché Aaron era molto silenzioso e i suoi passi si sentivano di rado, ciò, riferito al volo del rapace — definito come il più silenzioso tra tutti gli uccelli conosciuti —, sembrava calzare perfettamente. Apparentemente poteva sembrare un animale innocuo, anche stranamente tenero, essendo simile ad un gufo. Ma in realtà era l'opposto, in quanto predatore. Inoltre, erano poco diffusi in Canada. Aaron non pensava che quell'animale si adattasse particolarmente a lui. Anzi, se proprio avesse dovuto scegliere un animale con cui rappresentarsi, avrebbe scelto qualcosa di decisamente innocuo, come uno scoiattolo, un coniglio, o magari un capriolo. Ecco, forse il capriolo era la scelta più adatta per lui.
A Candy era toccato essere rappresentata da un ragno. Sicuramente, dall'idea che molti hanno su questi insetti, il ragno potrebbe sembrare un animale che è letteralmente l'opposto della ragazza spagnola. Non che lei nascondesse un qualche lato oscuro, e non era detto che un ragno dovesse obbligatoriamente essere visto come un animale simbolo di paura, o di oscurità. Anzi, il ragno è stato da sempre un antico simbolo della creazione e della creatività, oltre che del duro lavoro. La magia di Candy le permetteva di dare vita a qualsiasi tipo di magia che volesse; fuoco, ghiaccio, acqua, terra, oscurità e così via. Avrebbe anche potuto effettivamente creare qualcosa di materiale, grazie a delle tecniche che rientravano nella magia della cristallizzazione, grazie alla quale era in grado di creare cristalli di vari colori. Se Candy avesse fatto uso di una magia dell'acqua, avrebbe creato un fiume, se avesse usato la magia dolce, avrebbe creato armi magiche dalla forma di vari dolciumi, come il suo bastone di zucchero, per esempio.
Infine era rimasto Matt, il cui animo coincideva con quello della tigre. Beh, effettivamente ad Akai sembrava proprio un animale adatto a lui, sia nell'animo — almeno per quel che conosceva della sua persona —, sia nei colori. Però, alcuni gli attribuivano anche il drago, che però era una creatura di fantasia, non esisteva realmente. Ma da qui si poteva intuire che questo era un collegamento al suo soprannome, il "drago di fuoco".

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