- Capitolo 2: L'immersione nei sentimenti del ragazzo dagli occhi cremisi

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3.

Ho sentito, da qualche parte, che nel mondo ci sono bambini che desiderano avere dei superpoteri, in modo tale da poter sconfiggere il male, come il loro supereroe preferito. Altre persone vorrebbero invece usarli per fini personali, perché "sarebbe bello e soprattutto vantaggioso avere dei superpoteri". Ma se io che, a quanto pare, sono in possesso di un potere immenso, dicessi a queste persone di voler "essere come loro", mi crederebbero?

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Non so dove mi trovo, riesco solo a percepire la sensazione di essere legato a qualcosa che non sono in grado di vedere.
Non riesco a muovere le braccia, né tantomeno le mani, non le sento più.
Apro gli occhi a fatica, come se mi fossi appena svegliato. Anche dopo averli aperti, inconsciamente li richiudo. Inizio a respirare in maniera affannata, come se quell'azione richiedesse un'incredibile quantità di forza. Proprio come quando faccio uso del mio potere, concentro tutta la mia energia negli occhi, e questi, finalmente, si aprono.
Mi ero svegliato, ma sarebbe stato meglio rimanere con gli occhi chiusi.
Vedevo delle colline fatte di pietra e dietro di esse, torreggiavano le montagne. Tutto possedeva la colorazione del sangue, come se la vita di milioni di persone fosse stata sacrificata per dare colore a quello spaventoso paesaggio.
Il cielo era scuro, dello stesso colore del vino, quasi tendente al viola, con dei giganteschi nuvoloni grigi. Di tanto in tanto si udivano anche dei tuoni.
Faceva estremamente caldo, sembrava di stare sulla cima di un vulcano attivo, pronto ad eruttare.
Mi accorsi che nell'aria — stranamente visibile, col suo colorito rossastro — girava un odore fastidioso, che quasi mi distrusse le ghiandole nasali. Una puzza fetida, come se qualcosa di putrefatto mi stesse girando attorno. Probabilmente, se avessi avuto il fiuto di un cane, sarei morto.
Cercai di non concentrarmi troppo su quell'odore, respirando con la bocca.
Più tardi misi a fuoco delle cose che erano molto più vicine a me: delle croci. Erano alte, conficcate nel terreno, alcune spezzate, altre capovolte. Quella davanti ai miei occhi era piena di sangue e il legno era completamente bruciato. Sembrava che una persona vi ci fosse esplosa.
Mi facevano male le ginocchia. Sentivo qualcosa sotto di esse, qualcosa di ruvido e tagliente.
Capii di essere in ginocchio, e nonostante il dolore provocato da qualsiasi movimento facessi, l'impulso di alzarmi non mi abbandonava. Fece così male, che per un istante mi parve di perdere i sensi. Allora compresi che c'era qualcosa conficcato nelle mie ginocchia, che mi incatenava al suolo. Era questo il motivo per cui non riuscivo ad alzarmi.
Non so perché, ma mi passò di mente il fatto di essere legato, e quando me ne ricordai, diedi una rapida occhiata alle mie braccia. Mi spaventai, e compresi perché non riuscivo a sentirmele. Esse erano interamente trafitte da grossi chiodi, mancavano dei pezzi di carne, il sangue colava e aveva già creato due grandi pozze di fianco a me. La pelle non era del suo solito colorito, ma rossa. Un colore simile a quello che assume il viso di una persona quando è estremamente imbarazzata.
Fu quando intravidi un osso del braccio che mi sentii svenire. Proprio in quel momento, l'odore di quel posto si fece ancora più nauseante, a tal punto che fu impossibile respirare anche se veniva utilizzata la bocca.
Mi lasciai andare, la mia testa penzolò in avanti, avevo gli occhi lucidi, la sensazione di vomito diveniva sempre più forte e la vista mi si appannò. In più, il caldo peggiorava gravemente la situazione.
D'un tratto, avvertii una strana sensazione alle braccia. Sbattei le palpebre ripetutamente, cercando di avere una visione più chiara. Le mie guance furono bagnate da lacrime nere, che scivolavano silenziose.
Solo dopo che gli occhi misero a fuoco il mio corpo, vidi quel che gli stava succedendo: le braccia si stavano sciogliendo. Sembrava che fossero state bagnate dall'acido. Non faceva male, ma era uno spettacolo a dir poco agghiacciante. I resti colavano lentamente, mischiandosi col sangue presente a terra.
In pochi secondi non mi sentii più il corpo, probabilmente ero diventato bianco in volto, e iniziavo davvero a perdere i sensi.
Nonostante le mie braccia si fossero quasi completamente sciolte, mi sentivo ancora intrappolato.
La mia testa penzolò nuovamente in avanti, la visione della roccia vulcanica sotto di me si faceva sempre più annebbiata e sentii qualcosa uscirmi dalla bocca. Era sangue. Rapidamente, iniziò ad uscire anche dalle orbite oculari, fino a quando non vidi più nulla. Sentivo solamente il mio respiro, che si faceva sempre più calmo, per poi sparire completamente.

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