Ariel Audrey Deep, Villa Ivanov, New York.
Spalancata la porta non immaginai di trovarmi di fronte un fusto di quella risma, ma senza far notare la mia sorpresa sollevai il mento.
"Sto cercando mia sorella."
Il ragazzo si appoggiò allo stipite della porta con un sorrisino strafottente e inarcò un sopracciglio color sabbia verso l'alto.
"Mmmmh, e sarebbe?" Mi studiò dalla testa ai piedi ed il suo sorriso si acuì quando gli occhi azzurri si posarono sulla collana di velluto nero adesa al mio collo pallido. "Potrei intrattenerti io se hai perso la strada, cappuccetto rosso."
Mi ravvivai i capelli rossi in un moto di ribellione e sollevandomi sulle punte dei piedi lo studiai con intensità.
"Oh, non metto in dubbio tu voglia farti un giro, ma sono qui per un altro motivo."
Il suo ghigno divenne ancor più feroce, ma un singulto dietro le spalle del ragazzo mi fece desistere dal tirargli un pugno in quei denti bianchissimi e concentrarmi invece sulla provenienza del suono.
"Ariel Audrey, sei davvero tu?"
Chiusi gli occhi ed assaporai la voce melodiosa di mia sorella, ma non ci rimuginai molto, avevo bisogno del loro aiuto e per portare a termine quell'impresa speravo di riuscire a sfruttare il mio legame di sangue con Lily.
"E così hai il nome della sirenetta? E dove hai lasciato Sebastian?"
Ritornai alla realtà e spodestai il massiccio ragazzo, che doveva aver su per giù la mia età, con un occhiolino.
"Magari più tardi Cappuccetto rosso ti mostra la strada per il paese dei balocchi."
"Oh, non vedo l'ora."
Il singulto strozzato di mia sorella si acuì quando il ragazzo mi permise di entrare nel suo campo visivo. Sapevo cosa vedeva: pantaloni corti di jeans, calze a rete, canottiera attillata e quelle due collanine di velluto al collo. Non ero emo, non ero punk, ero più seducente... ecco, credo che il mio abbigliamento si potesse concludere in una manciata di parole: sfacciato, sexy e altamente vietato ai minori di diciotto anni. E lei era la bellissima bambina perfetta, esile ed elegante che era rimasta impressa nella mia mente.
"Ariel Audrey, come diavolo ti sei vestita?"
Scrutai le figure nella stanza e notai il ragazzone dietro mia sorella con la bambina bionda in braccio, la donna riccia con un bambino delizioso attaccato alla maglia e l'uomo sul suo fianco. Deglutii, ma sollevai il mento.
"Lily Rose, non ci vediamo da una decina d'anni e l'unica cosa che ti viene in mente è chiedermi come mi sono vestita?" In quel momento la platea realizzò il nostro legame di sangue ed impallidì. Nonostante avessi dei vaporosi capelli rossi e lei fini capelli biondi, il viso ovale, le guance purpuree e la bocca carnosa erano pressoché identici. "Un po' tardi per giocare alla mammina."
"Come ti sei vestita, Ariel?" Ripetè come se fosse l'unico interrogativo che le venisse in mente a distanza di anni. "Ariel?"
Mossi la mano per aria con espressione annoiata.
"Lily, non credo sia il momento di preoccuparti delle mie virtù." Sorrisi e sfoggiai la forza del mio carisma bluffando come un accanito giocatore di poker. "Sarebbe tempo sprecato."
"Di quali virtù parliamo?" Il ragazzo sulla porta si allungò verso di me, ma l'uomo di fianco alla donna riccia lo riprese. "Sono solo interessato."
"Mikhail, basta."
Ma non ascoltai il rimprovero e con un movimento regale del capo incontrai i suoi occhi cobalto.
"Te l'ho già detto, magari più tardi puoi farti un giro."
STAI LEGGENDO
Malizia |THE NY RUSSIAN MAFIA #3
Romance[COMPLETAMENTE REVISIONATA✨] * si consiglia la lettura del primo e del secondo libro* Ariel Audrey Rose. Diciotto anni. Un segreto. Una vita sofferente ed una sorella da riscoprire.