XIV

7.9K 327 13
                                    

Mikhail Theodore Ivanov, Villa Ivanov, New York.

La dovevo portare via, questo aveva suggerito Lily Rose, ma come avrei potuto? Mio fratello era intubato e collegato a dei monitor per superare l'overdose e io dovevo impiegare le mie energie in un trasferimento?

Le mie elucubrazioni sfumarono quando varcai la soglia della mia stanza, ore dopo, e trovai Ariel sveglia e seduta sul letto, rannicchiata come una piccola bambina indifesa.

"Ariel? Cosa ci fai ancora sveglia?" Mi avvicinai e mi accomodai sul ciglio del letto. "Pensavo dormissi."

"Non riuscivo e non sapevo dove cercarti."

Feci scorrere un braccio intorno alle sue spalle e le permisi di adagiare il capo sulla mia.

"Ero qui, Ariel. Qui in casa."

Trascorse un lungo momento prima che decidesse di parlarmi di nuovo e quando lo fece la sua voce tremò un poco.

"Come sta?" Si schiarì la gola. "Come sta Ivan?"

Deglutii a vuoto.

"È stabile." La strinsi più forte: non sapevo come mai, ma sentirla vicino in quel momento mi permetteva di non crollare a pezzi. "Ed è intubato."

Ariel scrollò il capo un paio di volte.

"Io... Mi-Mi dispiace, se solo avessi saputo cosa fare. Io- Io..."

Le presi il viso tra le mani ed appoggiai la mia fronte alla sua, intenzionato a farle passare quel dannato senso di colpa.

"No, Ariel." Chiusi gli occhi. "È colpa di Ivan, non tua."

Appoggiò le sue mani sopra le mie.

"Mi dispiace così tanto, davvero così tanto." Scrollò le spalle e poi la vidi prendere un grosso respiro. "Dove si trova mia sorella adesso? Non posso pensare di poterla perdere e non averle mai raccontato nulla."

Provai un vago sentimento di orgoglio nei suoi confronti e le sorrisi.

"Seguimi."

La presi per mano e la trascinai giù dal letto.

Ariel Audrey Deep, ala di Andrej Kirill Ivanov, Villa Ivanov, New York

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ariel Audrey Deep, ala di Andrej Kirill Ivanov, Villa Ivanov, New York.

Mi fermai a pochi passi dalla porta che mi avrebbe condotto nell'ala della villa in cui risiedevano Andrej e mia sorella, e senza pensarci bussai tre volte. Tre secchi pugni contro la parete in legno color mogano.

"Non pensavo ti ci volesse così poco."

Mikhail appoggiò il mento sulla mia spalla ed io lo lasciai fare; era il caso che iniziassimo ad imparare a convivere o il nostro matrimonio sarebbe stato un disastro.

"Non sono una che pensa alle conseguenze, generalmente."

"Oh, questo l'ho notato." Sghignazzò. "Ed è una qualità che apprezzo."

Malizia |THE NY RUSSIAN MAFIA #3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora