Mikhail Theodore Ivanov, Midwest, Stati Uniti d'America Medio-Occidentale.
Non avevo il coraggio di raccontarle cosa fosse successo in quelle tre settimane, non avevo ancora trovato la spavalderia necessaria per...
Deglutii e mi sistemai meglio sul letto, cacciando via quei dannati pensieri; mi sporsi dal materasso per osservare meglio la sua silhouette.
Era distesa sulla terrazza della piccola catapecchia costruita in mezzo al nulla più assoluto, che i miei fratelli avevano comprato per la mia convalescenza, ed i capelli rossi risplendevano ai raggi del sole; quella mattina aveva optato per un vestitino verde a stampe e se ne stava bella sdraiata sul dondolo del porticato ad assorbire quanta più possibile vitamina D, ed era stupenda.
Mi sporsi così tanto, che ruzzolai giù dal materasso.
Ariel Audrey Ivanov, Midwest, Stati Uniti D'America Medio-Occidentale.
Percepii un tonfo, un'imprecazione, seguita da una serie infinita di ulteriori improperi; mi sollevai con uno scatto dalla mia posizione sdraiata per comprendere la fonte di quel rumore e con una veloce occhiata alla finestra notai Mikhail disteso a terra, che con strani movimenti cercava di liberarsi dai pochi aggeggi che ancora lo legavano a qualche apparecchio. Corsi dentro e mi catapultai nella sua stanza.
"Mikhail, fai piano." Lo aiutai a districare la mano sinistra e poi la destra. "Ecco quì, ancora qualche giorno ed il tuo stomaco si abituerà, solo a quel punto potrai dire addio anche alla flebo, ma per adesso ti tocca." Risistemai il carrellino in posizione verticale e poi mi voltai per ispezionare la sua integrità, ma lo trovai a studiare la mano destra con insistenza. Feci fatica a respirare alla vista delle sue condizioni: non erano malaccio, ma si capiva che ad attuare la riduzione delle fratture non fosse stato un ortopedico, bensì un tirocinante a dir poco in erba; ero più che sicura che qualche dito non sarebbe tornato a funzionare correttamente. "Mi dispiace," udii la mia voce lontana e ovattata. "Mi dispiace, ma non sono riuscita a fare di meglio." Percepii un vago senso di colpa occludermi la faringe e dopo averlo aiutato ad accomodarsi sul ciglio del materasso, arretrai pericolosamente di fronte al suo silenzio. "Mi dispiace davvero tanto, Mikhail, scusami."
Quel giorno non tornai più nella sua stanza e lui non mi cercò; tentai di tenere la mente occupata nella gestione dell'inventario, ma quanto più mi concentravo sullo scrivere i componenti restanti nella dispensa, più l'immagine delle sue falangi mi si palesava nella mente; se solo ci fosse stata Lily mi ripetei per la millesima volta da quel piccolo siparietto, ma scacciai con stizza quel pensiero.
"No, Lily non poteva esserci."
Varcai la soglia della sua camera da letto solo a sera inoltrata e lo trovai addormentato con uno dei tanti libri di diritto, che io e Lily avevamo deciso di portare in quella casa, aperto sul petto; nonostante stesse riposando beato, decisi di appoggiargli il cibo sul comodino e richiusi la porta alle mie spalle, per poi dirigermi nel piccolo salottino.
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Malizia |THE NY RUSSIAN MAFIA #3
Roman d'amour[COMPLETAMENTE REVISIONATA✨] * si consiglia la lettura del primo e del secondo libro* Ariel Audrey Rose. Diciotto anni. Un segreto. Una vita sofferente ed una sorella da riscoprire.