Ariel Audrey Deep, NY university campus, New York.
"Ariel, cara, mi sapresti dire che cosa è successo?" Dimitri si era seduto di fianco al ciglio del letto senza togliersi il cappotto nero e mi scrutava con attenzione da un paio di minuti buoni; mi parlava con lentezza, come se si aspettasse che di lì a poco potessi perdere la testa. "Se ce la fai, ovviamente."
Sorrise e quando sorrise compresi perché Maria Maddalena avesse accettato con felicità il suo destino: i fratelli Ivanov erano uno spettacolo della natura, affascinanti come i ghiacciai e caldi come un camino scoppiettante, ma solo se fossi stata in grado di osservare oltre le lastre gelide che li coprivano dall'esterno.
"S-Sì," gracchiai e cercai di sollevarmi un po', ma le bende che aveva utilizzato il medico erano strette e faticavo a parlare. "Dove si trova Mi-Mikhail?"
Dimitri sorrise sornione. "Ho dovuto allontanarlo o avrebbe finito di radere al suolo l'intero bilocale solo per vendicarti, a proposito, è stata una bella scelta." Si guardò intorno. "Durata poco purtroppo."
Sorrisi con difficoltà. "Oh." Mi passai la mano sul collo dolorante e sollevai il piccolo specchietto, rimanendo traumatizzata dai lividi e dai graffi. Abbandonai con stizza l'aggeggio sul materasso e fissai un punto imprecisato sulla carta da parati con frustrazione crescente. "Capisco," risposi poi con una smorfia.
Mikhail non mi avrebbe più voluta, non con quella cicatrice sulla guancia, che non sarebbe mai andata via del tutto.
"Pensi sia per la cicatrice?" Mi prese una mano fasciata tra le proprie ed inaspettatamente mi asciugò una lacrima. "Conoscendolo, Ariel, potrebbe amarti ancora di più per quel segno."
Rimasi un attimo incantata e sfarfallai le palpebre con stupidità, in preda a quello strano calore.
"Amarmi?" Scossi la testa un po' troppo vigorosa ed una lieve fitta mi trafisse la nuca. "Ma io e lui non ci amiamo."
Alla mia esternazione Dimitri si profuse in una bassa risata incredula.
Stava per caso prendendomi in giro?
"Davvero," ribadii con forza. "Noi non ci amiamo."
"E dimmi, Ariel, perché credo tu sia una ragazza abbastanza intelligente per capirlo, con quale sentimento identifichi quello con cui hai così tanto coraggio da decidere di morire per una persona?" Sollevò un sopracciglio con aria ironica. "Mh?"
"Istinto suicida," replicai con sicurezza. "Nient'altro."
Questa volta la sua risata fu molto più rumorosa e scosse la testa con incredulità. "Gli Ivanov saranno anche ciechi in materia di sentimenti"— mosse ancora la nuca con assurdità—"ma tu, ragazza, sei davvero bendata."
Incrociai le braccia sotto al seno e feci una smorfia.
"Io e lui non ne abbiamo mai parlato e non mi sembra il caso di dire che ci amiamo solo perché mi sono salvata la pelle con la psicologia inversa e ho salvato di riflesso le palle al tuo fratellino."
"Come vuoi, ma non ho mai visto Mikhail radere al suolo la propria casa per nessuno, figuriamoci una donna." Scrollò le spalle e mi indispettii a quel commento. "Comunque, dicevamo?"
Gli raccontai la vicenda e Dimitri sembrò assorbire con sincera attenzione tutti i particolari più assurdi ed inquietanti del mio incontro con quel tizio di Chicago. Quando terminai il discorso e chiusi la bocca, una tempesta di pugni si abbatté sulla porta malconcia della stanza e la nostra attenzione venne calamitata da quel continuo tamburellare.
"Dimitri, lasciami entrare o butto giù tutto." La potente rabbia di Mikhail si riverberò contro le pareti della stanza. "Porca puttana, Dimitri! Apri questa cazzo di porta."
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Malizia |THE NY RUSSIAN MAFIA #3
Romance[COMPLETAMENTE REVISIONATA✨] * si consiglia la lettura del primo e del secondo libro* Ariel Audrey Rose. Diciotto anni. Un segreto. Una vita sofferente ed una sorella da riscoprire.