Capitolo 8

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Arrivammo all'Istituto ma prima che potessimo entrare, Kaycee mi prese la mano.
-Jade ho paura, questo posto è così strano- disse stringendosi alla mia gamba.
-Non avere paura, qui sarete al sicuro- le risposi io ed entrammo dal portone. Demmo velocemente Kaycee e Michelle le loro stanze vicino alle nostre e tornai in sala principale per fare il punto della situazione.
-Quindi, John non er
a un criminale, quindi escludiamo il fatto che sia stato ucciso da un angelo punitore- annunciò Jace.
-Forse sta seminando vittime per raggiungere un obbiettivo- appuntò Alec guardandomi.
Diamine! Quel ragazzo sa molto più di quanto potessi immaginare.
Dopo la riunione andai a trovare Kaycee e Michelle in camera loro. Appena mi vide, la bambina mi corse incontro.
-Kaycee, piccola streghetta vieni qui!- disse e lei mi abbracciò. Michelle venne verso di noi.
-Jade, grazie per quello che state facendo- disse la donna con un sorriso.
-Michelle non mi devi ringraziare...tuo marito è stato ucciso e stiamo indagando per risolvere il caso...l'unica cosa che dovete fare è evitare di farvi vedere. Se vi scoprono saranno guai- spiegai.
-Ti ringrazio, staremo il più attente possibile- mi assicurò.
-Perfetto- risposi.
Dopo quella rapida visita, tornai nella mia di stanza e buttai nel letto. Pensavo a Kaycee, di quanto potesse essere simile a me. Di quanto la sua vita fosse stata stravolta...i miei pensieri vennero interrotti da un bussare alla porta. Ero stranamente stupita di trovare Alec dietro essa.
-Che ci fai qui?- chiesi con tono distaccato.
-Devo parlarti- rispose lui e senza esitazione entrò e chiuse la porta.
-Io so- disse.
-Non so di cosa tu stia parlan...- cercai di deviare io.
-Non mentirmi Jade! Io sto chi sei! L'ho capito- sbottò lui. Il suo tono stranamente si addolcì.
-Come fai a saperlo?- chiesi stupita.
-Perché sapevo che c'era qualcosa che non andava...lo sentivo- rispose sorridendo leggermente.
Gli raccontai tutto quello che mi aveva detto Magnus, sperando di non pentirmene...una parte di me diceva che di quel ragazzo potevo fidarmi mentre l'altra diceva di no...
-L'ho tenuto nascosto per paura di farvi del male...non volevo che lo sapeste per evitare di mettervi in pericolo- spiegai io in preda alla disperazione alzandomi in piedi mentre lui, al contrario mio, era tranquillo. Sembrava avesse la situazione sotto controllo anche in quel momento.
Sentivo un fuoco ribollirmi dentro, come se potessi esplodere da un momento all'altro.
-Jade guardami- mi intimò lui e io alzai lo sguardo per incrociare i suoi occhi. Solo ora notavo che erano verdi e mi trovai come bloccata al loro interno.
-Puoi fidarti...io, noi ti aiuteremo- continuò.
-Non che non potete! Alec tu non capisci! Vi state solo mettendo in pericolo e io non voglio che altra gente muoia per colpa mia!- continuai a disperarmi.
-Come posso sapere che mi aiuterai veramente e non mi pugnalerai alle spalle? Insomma io ti conosco...so come sei fatto...- chiesi io.
-Questa volta è diverso. Mettiamo da parte l'orgoglio per una volta e occupiamoci veramente di questa indagine- rispose lui senza perdere la calma e mi tranquillizzai anche io.
-Va bene...odio doverlo ammettere ma hai ragione- risposi. Lui si avvicinò a me è stranamente mi abbracciò. Rimasi pietrificata ma dopo un po' ricambiai l'abbraccio.
-Se Asmodeus vuole arrivare a te, allora glielo impediremo- mi disse nell'orecchio.
-Grazie Alec- risposi semplicemente.
Quella conversazione era stata strana. Non ci eravamo insultati ne presi a mazzate...
Qualcosa dentro di me stava cambiando, ma non capivo precisamente cosa...

FIGLIA DEL NEMICO: L'inizio // Alec Lightwood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora