Capitolo 27

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Nella Città di Ossa faceva freddo e io avevo solo la mia tenuta da Cacciatrice addosso. Stavo gelando.
I Fratelli Silenti erano lì ad aspettarci e io pronta ad affrontare tutto quello che avrei dovuto affrontare. Gli altri si posizionarono di fronte alla spada e io dietro di essa.
-Metti le mani sulla spada- ordinò un Fratello Silente e io ubbidii. Di fronte a me, Maryce con la sua espressione seria.
Per sicurezza, cercavo con lo sguardo quello degli altri. Incontrai quello di Alec.
-Cominciamo l'udienza- annunciò Fratello Jeremia e Maryce sospirò.
-Sei disposta a combattere a fianco degli Shadowhunters in questa battaglia?- mi chiese la donna e la spada cominciava a bruciare...
-Si, sono disposta- risposi io sicura.
-Sai Jade, so più di quanto tu possa immaginare- disse Maryce e il bruciore faceva sempre più male...
-È vero che sei stata stregata?- mi chiese di nuovo. Sospirai e sentivo alle mani sempre più bruciore.
-Io, io non lo so...non so che cosa è accaduto a Edom...- confessai. Maryce aveva un espressione seria in volto. Fece una pausa prima di parlare di nuovo.
-Bene, la spada ha fatto il suo dovere...portatela in cella in attesa di una mia decisione- annunciò.
-Cosa!?- sbottò Alec correndo verso la madre.
-Alec non possiamo riportarla all'Istituto, potrebbe anche aver mentito. Servono altre indagini. Domani mattina sarai sottoposta di nuovo alla spada- spiegò la donna.
-Non ti basta!?- insistette lui alzando la voce.
-Non fa niente Alec, sul serio. Portatemi pure in cella ma vi proverò che non ho mentito- dissi e le guardie mi scortarono verso la sala dove si trovavano tutte le celle e mi rinchiuderò in una. Ecco, ora ero qui e non sapevo se sarei uscita uscita oppure no.

-Alec che cosa ci fai qui?-
-Sono venuto a trovarti...non posso stare senza di te- mi scostò una ciocca di capelli dal viso.
-Alec ti prego va via. Se ti scopre tua madre sarai nei guai-
-Non mi importa...voglio vederti. Voglio te-
-Alec ti prego no. Non posso permettere che qualcun altro ci rimetta la vita per me. Non ne ho bisogno starò bene- lo rassicurai attraverso le sbarre. Lui mi mise una mano sulla guancia.
-Sei ridotta un po' male. Spero possa uscire al più presto da qui-
E mi baciò.
Quel bacio...trasmetteva mancanza e tutta la voglia di lui di riavermi indietro. Anche le sbarre non potevano separarci.
-Alec ti prego va via. Rappresenti quello che voglio e che non posso avere. Ti prego non tornare più qui- lo implorai ma lui sembrava insistere.
Tirai fuori dalla tasca un coltello.
-Mi dispiace Alec- dissi prima di conficcarglielo nel ventre.

Che cosa era stato?
Corsi verso le sbarre cercando di trovare delle tracce di quanto era appena successo poco fa, ma nulla.
-Ti consiglio di non dormire, i Fratelli Silenti si divertono a giocare con i nostri incubi peggiori appena chiudiamo occhio- mi disse una voce proveniente da una cella di fronte a me.
Sembrava conosciuta e il viso si rivelò nell'ombra. Il suo marchio era evidente.
-Hodge?- chiesi. Che cosa ci faceva lì?
-Si, Jade so che cosa è successo...mi dispiace- mormorò.
-Non devi...Che cosa ci fai qui?- gli chiesi.
-Anche io ero dalla parte di Asmodeus...mi sono schierato dalla sua parte perché mi aveva minacciato...aveva detto che avrebbe ucciso la persona che più amavo se non mi fossi schierato dalla sua parte- spiegò Hodge.
-Sai, mi sembra tutto così assurdo...prima mia sorella mi dice che gli Shadowhunters mi hanno mentito e poi lei mi ha stregata...Non riesco a dare una spiegazione a tutto questo-
-Tu sei l'unica speranza che hanno per sconfiggere tuo padre, tu sei fondamentale in questa missione- disse lui
-Ma non mi vogliono all'Istituto, Maryce vuole un'altra prova di spada- spiegai e mi ritirai nella mia cella. Avrei aspettato tutto il tempo che avrei dovuto aspettare, pur non dormendo...

FIGLIA DEL NEMICO: L'inizio // Alec Lightwood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora