Capitolo 40

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Correvo,
Non so dove ma correvo.
Ero immersa nei miei pensieri e non pensavo a quello che sarebbe capitato.
Mi fermai al parco, quello in cui io e mia sorella eravamo solite andare quando eravamo piccole. Ad un certo punto mi sentii toccare la spalla da qualcuno e mi voltai di scatto brandendo il pugnale in mano.
Era Grace, con i suoi capelli biondi che si muovevano dolci al vento.
-Ciao sorella- mormorò con la voce quasi in un sussurro. -Sono molto grata per quello che hai fatto, ti ringrazio per avermi riportata in vita...- disse mettendomi una mano sulla spalla.
-Ti voglio bene- sorrise. -Ora che entrambe siamo legate, potremo portare avanti il piano di nostro padre di recuperare la Coppa Mortale e dominare il mondo Invisibile- disse.
-No Grace...io non voglio. Non voglio mettere in pericolo la vita dei miei amici per un piano di nostro padre. Non ne ho la minima intenzione...- ribattei io pacata e lei non la prese molto bene.
Si allontanò di scatto e i suoi occhi diventano rossi.
-Grace?- la chiamai io ma in sua risposta non ottenni nulla.
Si scagliò contro di me con una furia che non avevo mai visto prima.
Dopodiché il buio totale...

Non dovevo più dormire, questo era sicuro oppure gli incubi avrebbero continuato a perseguitarmi.
Mi misi seduta sul letto ad osservare il pavimento. Pensai di non avere una bella cera e il mio specchio poteva confermare.
Dalla porta preoccupato entrò Alec che mi corse incontro.
-Jade tutto apposto? Ti ho sentita urlare- chiese sedendosi affianco a me.
-Si, almeno credo. I soliti incubi Alec, ecco perché non dormo- spiegai tornando a fissare il pavimento. -Stavo urlando?-
-Si, ti ho sentita che urlavi il nome di Grace- mi rispose lui guardandomi dolcemente.
-Oh mamma mia...- dissi io. -Mi sta facendo impazzire! E questo legame non lo sopporterò ancora a lungo, finirò per ammazzarmi!- esclamai. Buttai la testa all'indietro e guardai il ragazzo affianco a me.
-Non dirlo neanche per scherzo, siamo qui per aiutarti come avevo promesso- disse lui mettendo una mano sulla mia spalla.
-Ti amo- sussurrai io avvicinandomi a lui.
-Anche io- rispose sfiorando le mie labbra.
Quando ero con lui mi calmavo e sensazioni che non avevo mai provato prima invadevano il mio corpo. Un trillo di telefono echeggiò nella stanza. Era il mio telefono così controllai e vidi un messaggio di Isabelle.
-Alla sala principale, ora!- dissi alzandomi di scatto seguita da Alec.

Nella sala erano tutti riuniti di fronte alla pedana e Maryce Lightwood stava parlando, con quella sua aria altezzosa.
-Come sapete, miei colleghi Shadowhunter, la minaccia di Asmodeo è stata sconfitta per ora. Ma un'altra incombe.
Sua figlia, ritornata in vita, vuole vendetta e non si fermerà finché non l'avrà ottenuta.
Perciò, vi dico di incentivare gli addestramenti e i controlli per la città. Da ora in poi aumenteranno le sessioni di addestramento tutto i giorni a patire dalle sette di mattina!-
-Ma è una follia!- esclamai all'orecchio di Isabelle.
-Lo so ma, se conosco mia madre, avrebbe fatto  anche di peggio sapendo che tua sorella ora è tornata. Ore ora si limita a questo ma presto sarà peggio- disse lei.
-Potete andare!- ci congedò la donna facendo un gesto di congedo con le braccia.
Io e il mio gruppo ci dirigemmo verso il tavolo delle mappe.
-Isabelle, hai già trovato qualcosa per la spada?- le chiesi io alzando un'ologramma di Los Angeles.
-Direi di si- rispose lei con un sorriso malizioso estraendo dalla sua tasca una fialetta contenete del liquido dorato. Sorrisi d'istinto.
-Ho localizzato la posizione di Grace- annunciò ad un tratto Clary scoprendo la mano sopra la mappa 3D. -Si trova a Praga, sul fiume- in quel momento ci raggiunse Maryce.
-Bene, direi che avete già trovato qualcosa- commentò avvicinandosi alla mappa per esaminarla meglio.
-Domani invieremo una spedizione di Shadowhubters per ucciderla- disse.
-Mamma no!- la fermò Isabelle. -Se uccidete lei uccidete anche Jade. Sono legate da una sorta di legame demoniaco e condividono la stessa energia vitale- spiegò la mia parabatai procurandosi un'occhiata interrogativa dalla madre.
-Capisco- disse infine Maryce alzandosi -quindi sarà praticamente intoccabile-
-Fino a quando non troveremo un modo per spezzare il legame si- disse Clary zittendo la donna.
-Ci andrò io- dissi tutto d'un tratto sentendomi gli sguardi di tutti puntati addosso.
-Ora che Grace è tornata vorrà rivedermi e sono io l'unica di cui si fida- spiegai. Vidi Maryce guardarmi pensierosa, come se stesse valutando la mia proposta.
-Farò finta di essere dalla sua parte. La asseconderò nelle sue scelte ma le impedirò di uccidere qualcuno- continuai. La donna sembrava ancora più pensierosa.
-Sarebbe una buona idea ma, chi ci dice che non cadrai di nuovo dalla sua parte?- disse fulminandomi con lo sguardo. Feci un passo avanti dalla mia posizione verso la donna e giocherellai con il mio anulare estraendo un anello prima invisibile.
-Con questo...è un anello Seelie che mi ha dato la regina. Se indossato, non posso mentire- spiegai e vidi Maryce stupita.
-Bene, allora accetto la tua proposta, verrai trasportata a Praga domattina- disse infine uscendo impettita dalla sala. Stavo per andarmene anche io, quando sentii una presa intorno al mio polso che mi fece voltare indietro.
-Sei proprio sicura di volerlo fare?- la voce di Alec era sottile, quasi impercettibile.
-Alec è mia sorella...sta tranquillo non mi farà del male- lui mi guardò confuso e con un espressione nervosa sul volto.
Gli presi il volto fra le mani e gli diedi un bacio a stampo.
-Tranquillo andrà tutto bene- dissi infine posandogli le mani sulle spalle e rivolgendogli un sorriso che ricambiò.
Era la mia guerra, e dovevo combatterla.

FIGLIA DEL NEMICO: L'inizio // Alec Lightwood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora