Capitolo 13

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-Noto con piacere che non è sola...è in compagnia di sua sorella...- camminò verso di me fissandomi. Clary venne verso di me e mi prese le mani.
-Tu sei mia sorella?- chiese con gli occhi lucidi.
-Si Clary, sono tua sorella...- risposi io cercando di trattenere le lacrime.
-Non ti conosco e scopro che sei mia sorella...buffo- rise lei strappandomi un sorriso.
-C'è dell'altro- ci interruppe la regina e noi staccammo le nostre mani.
-Esiste un'altra sorella- continuò.
-Grace...- mormorai io tentando di trattenere le lacrime, ma alcune rigarono il mio viso.
-Esatto...lei, vostra sorella morta, non ha mai smesso di darvi la caccia- disse la regina.
-Ecco perché quella volta quel demone ti ha chiamata sorellina...- commentò Jace venendo verso di me.
-Si Jace, era mia sorella- risposi io piangendo.
Loro mi guardarono stupiti, tranne Alec che già sapeva, ma da parte sua notavo una certa compassione.
-Vostro padre non ha smesso di cercarvi- continuò la regima.
-Asmodeus...- mormorò Isabelle quasi piangendo. Io la guardai e annuii.

-La Coppa è appartenuta a Jocelyn prima che morisse. È stata lasciata in possesso a sua figlia mondana e deve essere ancora nella casa in cui visse- ci spiegò la regina.
-La ringrazio Maestà- dissi e ci girammo per andarcene ma fummo bloccati da delle lance.
-Non così in fretta- disse la regina di spalle a noi -voglio qualcosa in cambio per le mie informazioni-
-Cosa vuole maestà- chiese Isabelle.
-Voglio il ricordo di una persona che amate di più al mondo- ci spiegò la regina. -Senza obiettare...mettetevi in cerchio- ordinò.
Seguimmo il suo ordine e ci prendemmo le mani.
-Non interrompete il legame...o non uscirete di qui- disse la regina. Avevo la mano di Alec stretta nella mia e a turno lasciammo i ricordi.
Grace.
Quanto mi manchi sorella mia. Ci eravamo sempre spalleggiate e dopo la sua morte sono crollata. Non ero più la stessa e non riuscivo a perdonarmi il fatto di averla uccisa anche solo per sbaglio.
Vidi il ricordo di Alec...era la mia immagine, il mio volto.
Lui si stava dimenando.
-No! Vuole solo ingannarci non è vero!- lo sentii urlare mollando a poco a poco la presa sulla mia mano.
-Alec no! Non lasciare la mano!- gli urlai
-ALEC!- era troppo tardi. Aveva mollato la mano. -Alecccc!- urlai ancora di più m a lui si era allontanato.
-Sembra che il vostro amico non abbia voluto eseguire gli ordini. Vuol dire che rimarrete qui con me- disse la regina sorridendo malvagiamente.

-Jade perché non ce l'hai detto?- a parlare fu Jace, in piedi davanti a me insieme ad Isabelle.
-Jace, Isabelle mi dispiace tantissimo, ma non ho voluto dirvelo per non mettervi in pericolo. Sapevo che se voi avreste saputo sareste stati in pericolo. Non volevo che qualcuno morisse di nuovo per colpa mia- spiegai abbassando lo sguardo.
-Per colpa tua? Cosa intendi?- mi chiesero sedendosi affianco a me.
-Avete presente io mio ricordo? Quella ragazza? Bene lei era mia sorella Grace. È morta per colpa mia...- spiegai quasi piangendo -È stato un incidente, non volevo ma non conoscevo le mie capacità. E ora è lassù- conclusi. Pensavo che mi odiassero dopo questo.
-Jade, siamo Shadowhunters, la nostra vita è costantemente a rischio. Non devi preoccuparti. Sappiamo che tu non sei come lui- mi mise una mano sulla spalla.
-Lo so, ma se voi lo avreste saputo, lui sarebbe venuto a cercare anche voi per arrivare a me. Non avrei sopportato delle altri morti si persone a cui tengo- continuai.
-Jade, tu qui sei al sicuro. Riusciremo a sconfiggerlo. Conta su di noi- mi rassicurò la mia parabatai. D'impulso la abbracciai, cosa strana dato che non ero una persona molto affettuosa. Mi sentivo molto meglio dopo aver rivelato loro la verità.

FIGLIA DEL NEMICO: L'inizio // Alec Lightwood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora