Capitolo 31

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Il demone mi prese il polso e mi trascinò fuori dal locale. Ci dirigemmo in una strada e lui mi sbatté contro il muro.
-Lasciami mostro!- gridai dimenandomi dalla sua presa.
-Mai...aspettavo questo momento da tanto tempo- ghignò cercando di baciarmi.
Stavo cercando di liberarmi, ma invano, avevo i polsi bloccati alla parete e le mani legate.
-Lasciati andare Jade, so che lo vuoi anche tu-mormorò cercando di sbottonarmi i jeans.
-Azazel smettila!- urlai e il collo, nel punto in cui si trovava il marchio, cominciò a bruciare e divenne di un rosso acceso.
Dalle mie mani uscirono delle sfere di fuoco. Vidi Azazel allontanarsi da me un po' spaventato.
Sentivo una strana energia ribollirmi nelle vene e una potenza assurda.
-Non è possibile- sentii mormorare il demone davanti a me.
-Il tuo marchio ti sta donando poteri unici Jade, che nessun altro può avere...tu sei speciale- spiegò riavvicinandosi.
-Azazel vattene, ritorna ad Edom da dove sei venuto!- gridai con la rabbia sempre più potente. Vidi le ciocche di alcuni miei capelli diventare rosse, cosa mai accaduta prima.
Azazel lasciò il corpo di Jace e si smaterializzò in una nuvola nera, lasciando il ragazzo cadere tra le mie braccia senza sensi e i mi inginocchiai con il viso del biondo contro il mio petto. Presi il mio stilo, gli tracciai la runa di guarigione e lui si svegliò mentre io caddi addosso al biondo.
Sentivo ogni energia abbandonare pian piano il mio corpo.
-Jade- disse lui sostenendomi -Che cosa è successo?- chiese.
-Ti spiegherò più tardi ora cerchiamo gli altri per favore...- mormorai appoggiandomi a lui.
-Jade stai malissimo, sei pallida e...e il tuo marchio...-
-Cosa il mio marchio?-
-È rosso fuoco, tanto evidente. Come si senti?-
-Mi sento stanca...- risposi con un leggero fiato. Lui non rispose, ma si limitò a camminare con me appoggiato a lui.
-Jace grazie- dissi io.
-Sono io che devo ringraziare te...non ricordo che cosa è successo ma so che non era nulla di buono...- rispose lui sorridendomi leggermente.
Nel frattempo ci avevano raggiunti anche Alec, Clary e Isabelle.
-Eccovi finalmente vi abbiamo trovati e...oh mio Dio che cosa è successo?- sbottò Clary guardando me e Jace che aveva dei graffi sul viso.
-Vi spigheremo più tardi...ora per favore torniamo all'Istituto- dissi io. Gli altri non proferirono parola, ma si limitarono ad osservarmi con sguardo incuriosito e confuso.

-Ora ci volete spiegare che cosa è successo?- chiese Clary impaziente mentre ci trovano tutti nella mia stanza. Ero seduta sul letto a fissare il vuoto, immersa nei miei pensieri.
-Jade- la voce di Alec era seria e dura -Che cosa è successo in quel locale?-
-È una lunga storia...vi ricordate quando ci siamo divisi? Bene, io ero con Jace e ad un certo punto lui ha cominciato ad avere degli strani comportamenti e...ha tentato di baciarmi. Ma c'è dell'altro...non era Jace- cominciai io. Sentivo lo sguardo di tutti puntato addosso e mi faceva male pensare di nuovo a quel momento.
-I suoi occhi divennero neri e pronunciò un altro nome, altre parole...sono Azazel- conclusi e gli altri sgranarono gli occhi.
-Quindi vuoi dire che nel mio corpo c'era uno dei principi dell'inferno e non me ne sono reso conto!?- sbottò il biondo alzando le braccia.
-Si ma l'ho respinto...ha cercato di baciarmi e ha preso pieno controllo di te- lo rassicurai alzandomi dal letto. Gli altri tre Shadowhunters non fiatavano.
-per l'Angelo Jade mi dispiace- mormorò abbassando lo sguardo.
-Non ti preoccupare, non eri in te- dissi guardandolo con un lieve sorriso.
-Ancora però non mi è chiaro come io sia riuscita a fare quello che ho fatto...- mi domandai scuotendo la testa.
-Sarà stato il tuo marchio, era di un rosso acceso- spiegò il biondo. Solo in quel momento realizzai...mio padre mi aveva inciso quel simbolo per rendermi più forte, per donarmi poteri che altri non avevano che si attivavano solo quando ero veramente arrabbiata...
-Domani mattina indagheremo, ora ho bisogno di riposo- dissi andandomi a risedere sul letto dopo aver girovagato per la stanza.
-Va bene Jade, ci vediamo domani- disse Isabelle venendomi ad abbracciare per poi uscire dalla stanza insieme agli altri. Tranne uno.
Alec rimase sulla soglia della porta appoggiato allo stipite.
-Non vai pure tu?- gli chiesi raggiungendolo e lui sorrise maliziosamente.
-Preferisco rimanere con te, se non ti dispiace- rispose lui sorridendo.
-Assolutamente no ahaha, benvenuto nella mia stanza- dissi prendendogli la mano e facendolo entrare.
-Come ti senti?- chiese una volta dentro e io sospirai chiudendo gli occhi.
-Strana- risposi io vidi il ragazzo di fronte a me confuso.
-Quando Azazel ha tentato di baciarmi, io mi sono arrabbiata talmente tanto che dalle mie mani sono apparse delle sfere di fuoco e alcune ciocche di capelli sono diventate rosse. Non era mai capitato nulla di tutto questo prima- spiegai camminando. Ormai avevo macinato chilometri per quanto camminavo in quella stanza ogni volta che ero nervosa.
Mi risedetti sul letto e guardai negli occhi il moro.
-Baciami- mormorai. Lui non se lo fece ripetere due volte che si fiondò sulle mie labbra.
Cavolo mi faceva impazzire...
Mise le mani sui miei fianchi e piano piano si stese su di me baciandomi il collo, nel punto in cui avevo tatuata la runa e il marchio.
Quella notte passò così, tra baci e carezze, e la passione che scorreva nelle vene di entrambi...

FIGLIA DEL NEMICO: L'inizio // Alec Lightwood Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora