-Spuntino di mezzanotte (2/2)-

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CAPITOLO 10_ PT. 2/2
Buona lettura!

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«Burrito eh?»
«Certo! I burrito sono la salvezza dell'umanità!»
«Convinto te...»

Emer camminava accanto al suo compagno di stanza, tenendo un'andatura piuttosto pimpante e particolarmente felice, dopo esser venuto a saper che ci sarebbero state a cena delle specialità messicane aggiunte ai menù quotidiani.

«Ti piacerà davvero tantissimo! Ne sono sicuro! La mensa però è uno dei posti più rischiosi, tanti la usano per sfogarsi a fine giornata. Durante i pranzi si può anche sopravvivere, a cena assolutamente no. Quindi, per esperienza, ti direi di prendere i pasti al sacco e di tornare su in camera. Oppure se preferisci ci mettiamo in biblioteca. Elain dice che resta sempre aperta per gli studenti.»

Hunt lo fermò prima che potesse continuare a parlare «No, no, facciamo qualcosa di veloce. Dopo devo andare a fare un tiro, mi sento stressato a morte in questo inferno.»

Lo Smeraldo sbatté per un momento le palpebre «Un tiro? Fumi?»

Il corvino gli sorrise forzatamente «Sei seriamente sorpreso...?»
«Beh— Sì? Non dovrei esserlo? Fumare uccide.»
«Tanto meglio...»
«Antracite! Non puoi rovinarti a questa età.»
«Oh fidati, posso eccome. Non ho nulla da perdere per la cronaca.»
«Sei noioso! Bisogna sorridere alla vita, quante volte devo ripetertelo?»
«Senti Asparago, non puoi darmi ordini. Intesi? Faccio quello che voglio della mia vita, e tu non sei nessuno per decidere cosa è meglio o peggio per me.»

«Ti stai comportando da irresponsabile.»
«E tu da incoerente. Lasciami svagare per quello che posso.»
«Non ti svaghi fumando, ti uccidi lentamente...»
«Allora lasciami morire per quello che posso?»
«Diamine no!»

Ridacchiò scuotendo la testa «Sei così innocente...»
Emer gli si parò davanti e gli bloccò la strada per impedirgli di avanzare «Smettila di dire così. La vita è un qualcosa di magnifico. Bisogna saperla accettare e conviverci, non gettarla nel cestino più vicino.»

«Visto? Sai cosa, scommetto tu non abbia mai bevuto. Sbaglio?»
«Certo che ho bevuto!"
Il suo sorriso si ampliò maggiormente «Sì? Sentiamo cosa? Un succo all'uva?»
«A Capodanno lo champagne e sotto la supervisione di mia madre un po' di vino aromatico.» Disse fiero, stringendo le mani in pugni, quasi offeso.

Hunt abbassò la testa ridendo. E il verde non riuscì a capire.
«Hah lo sapevo.»
«Non prenderti gioco di me..."
«Sei stra innocente Emer. Faresti tenerezza ad un carcerato.» Scherzò superandolo.
«Perché? Tu che hai bevuto?»

Hunt fu sul punto di aprire le porte della mensa, ma si fermò e gli rispose con un ghigno divertito «Fidati, non ti stupiresti più del fumo.» Un secondo seguente le porte della sala furono spalancate, e la primissima immagine che venne proiettata ai suoi occhi fu la scena più sorprendente di quel pomeriggio.

* * *

Il ragazzo che continuava ad incontrare ovunque era lì che stava camminando con in mano un vassoio accanto ad una ragazzina bassa. Probabilmente si trattava della Pomice Lavica di cui gli aveva parlato, e non appena le diede un'occhiata accurata ebbe le sue certezze.
Sì. Meg.

Zero sembrava neutro, mentre lei continuava a gesticolare davanti a lui.

Hunt si ritrovò inconsciamente a sorridere, ma quel piccolo gesto, sparì completamente quando vide il vassoio volare per aria, e un bicchiere di vetro rovesciarsi in testa al ragazzo castano. In un'attimo, dalla gran parte della mensa si alzò un vociare divertito. Dalla destra della scena il Rubino che aveva già incontrato sollevò Meg di pesò per impedirle di scagliarsi contro il colpevole. Il Puffo azzurro Ialit, che tanto non sopportava, si precipitò ad aiutare il suo amico, e quando vide Zero sul punto di piangere, paralizzato, immobile seduto al suo posto, non ci vide più.

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