-D'impatto (1/2)-

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CAPITOLO 4_ PT. 1/2
Buona lettura!

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La sveglia sul comodino si mise a strillare ripetutamente, cercando con tutta se stessa di svegliare il suo proprietario. Le dita sottili e allungate di Emer scattarono con un tempismo mattutino agghiacciante, e in un battito di ciglia il ragazzo era scattato seduto e pronto ad iniziare la giornata.

Un vero peccato per Hunt invece, che al posto di riposare per recuperare le ore passate in macchina con Tobia, era costretto a svegliarsi alle... 7:30 di mattina!?

«Oddio no... lasciami dormire, ti prego.» Mormorò percependo un'aurea positiva venir emanata dal suo coinquilino.

La risata cristallina dello Smeraldo risuonò come un chiassoso ma armonico cinguettio primaverile per tutta la stanza, e subito gli fu sopra al letto a maneggiare con le sue coperte.

«Alzati e risplendi dormiglione!» Canticchiò tirando giù le lenzuola pesanti, facendo così grugnire il corvino che non voleva ancora crederci.
Infatti in risposta, l'Antracite, lo maledisse e si rannicchiò sul materasso, portando le gambe al petto, bruscamente infreddolito.

Il ragazzo dai capelli verdi scoppiò a ridere, ignorando l'atteggiamento scontroso e introverso di quel povero cristo che cercava di riappropriarsi dei sogni da cui era stato strappato.

«Asparago non urlare— Nessuno ha voglia di sentirti parlare a quest'ora.» Cercò di zittirlo.

Ovviamente fu tutto inutile perché l'altro anziché ascoltarlo, gli diede del filo da torcere e si alzò dal suo letto, facendo sospirare il Carbone.

«Grazie. Ora torna a fare qualunque cosa avessi intenzione di fare.» Disse in un primo momento, non sapendo che in realtà il vero motivo per cui Emer si fosse alzato era per andare a spalancare le tende della finestra, che con un gesto troppo energico, illuminarono di colpo tutta la camera, facendo morire dentro Hunt «Ma vaffanculo!» Gridò mettendosi seduto, di pessimo umore.

«Sorridi forza! Diamo inizio a questa bella giornata di sole. Ci sono tante cose da fare! E io mi impegnerò personalmente per presentarti tutta la scuola da zero.» Sorrise innervosendo ancora di più Hunt che ribolliva dentro.

«Ma che cazzo di problemi hai? Non voglio averti tra i piedi. Va' a farti un giro piuttosto!» Urlò stremato.

Il verde alzò un sopracciglio, e lo guardò perplesso.
«Non è educato dire così tante parolacce.» Lo ripigliò incrociando le braccia a metà del busto.
«Ma porca p—!»

Immediatamente, prima che Hunt potesse finire la frase, il cuscino su cui dormiva Emer lo prese in piena faccia, facendogli pigliare un contraccolpo tale che gli impedì di andare avanti.

«Ti ho detto niente parolacce, maleducato.» Sbuffò in tono parentale.

Hunt si fece pervadere da un'istinto omicida molto insolito, e in men che non si dica afferrò di cattiveria il cuscino e si alzò di fretta e furia dal materasso che lo teneva ancora legato a quel un tepore in via di estinzione.

«Ti faccio vedere io le parolacce, brutto pezzo di idiota!» Lo minacciò avanzando verso l'altra parte della stanza, caricando il guanciale bianco pronto a colpire il suo coinquilino.

La differenza d'altezza non fu dalla sua parte, e con tutta la forza di volontà che potesse avere in sé, il cuscino colpì la spalla dello Smeraldo, risaltando così la spanna di centimetri che gli mancavano per guardarlo direttamente negli occhi.

Emer sorrise soddisfatto da aver fatto alzare Hunt dal letto, e gli girò intorno riprendendosi il suo cuscino «Questo è mio...» ridacchiò rimettendolo a posto, e facendo roteare gli occhi all'altro «E ora, ti consiglio vivamente di farti una doccia mentre mi vesto, così stringiamo i tempi e andiamo giù nell'atrio a firmare.»

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