-Un giorno come tanti (1/2)-

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CAPITOLO 6_ PT. 1/2
Buona lettura!

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«Sei un deficiente.»

«Non startene lì impalato, dammi una mano!» Emer si rigirò su se stesso con le braccia incastrate nella camicia e i capelli sciolti intrecciati nei bottoni della divisa.

«Non puoi legarteli, dannazione? Cosa li lasci sciolti a fare se non sai neanche come vestirti?» Sbuffò Hunt, con già addosso il gilet di maglia sopra alla camicia bianca.

Erano le 7:30 di mattina, e il corvino stava iniziando a dubitare dei suoi ripensamenti sul conto dello Smeraldo.
«Arriverò in ritardo alla mia prima lezione... Dio santo.» Si lamentò, sedendosi sul materasso per poi incrociare una gamba sopra l'altra.

«Se magari mi aiutassi ce la potremmo fare.»

«Non è un mio problema se indossare una cazzo di camicia è tanto difficile per te.»

Emer mugolò infastidito dal suo solito vocabolario «Antracite. Alza il tuo deretano dorato dal letto e vieni a darmi una mano, per favore.»

«"Deretano dorato" mi è proprio nuovo.» Sospirò, borbottò qualche altra imprecazione e si rialzò con biasimo «Ma chi me lo ha fatto fare...»

I ciuffi verdi erano incastrati nelle asole dei bottoni, creando quella che Hunt avrebbe definito un'interminabile ragnatela di capelli.

«Boro... se avessi un paio di forbici te li taglierei tutti.» Sbottò Hunt tirando.

«AHI! Sta' attento.»
«Peggio per te asparago! Ti facevi una dannata coda, o una di quelle trecce alla Rapunzel e pace, non spetta a me pettinarti i capelli alla mattina. Non sono mica tua madre.» Lo sgridò.

«Non urlarmi contro... non lo faccio apposta.» Piagnucolò tenendo tra le dita le basi delle ciocche per alleviare il dolore.

«Sei una spina nel fianco...» Sospirò recuperando una spazzola dal comodino lì vicino.

«Cos— Non è vero!»

«OH sì invece. Ieri ti sei vomitato addosso, mi hai spedito in lavanderia alle dieci e mezza, ho finito quasi a mezzanotte e adesso questo.»
«Ahi! Smettila di tirare.» Recriminò portandosi una mano alla testa.

«E tu smettila di muoverti, Boro!»

Dopo più di dieci abbondanti e strazianti minuti, Hunt riuscì finalmente a liberare lo Smeraldo, che nell'operazione definita da lui mortale, perse di grazia solo qualche capello.

«Dimmi che sai metterti la cravatta, altrimenti ti ammazzo.» Lo minacciò Hunt, prima di recuperare la borsa a tracolla con un paio di quaderni vuoti e il suo SketchBook da disegno che non mollava mai indietro.

Emer annuì energicamente, e senza tanti giri di parole passò ad allacciarsi le scarpe nere e di corsa uscì dalla camera seguendo il corvino ormai esasperato.

«Giuro che se tutte le nostre mattine saranno così incasinate, provvederò a sfrattarti con effetto immediato.»

«Non puoi sfrattarmi dalla mia stessa stanza!» Lo rimbeccò difendendosi.

Hunt sospirò massaggiandosi le tempie «Allora trova una soluzione, perché le lezioni non sono ancora iniziate e io ho già un mal di testa lancinante.»

« Ah! A proposito!» Si illuminò Emer, cambiando argomento di colpo «La struttura delle classi! Non te l'ho spiegata!»
«Mi arrangerò.»

«No no, faccio in fretta. Però è un po' complicato quindi fermami se non capisci qualcosa.» Tagliò corto imbucando la scalinata.

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