-Il suo arrivo (1/2)-

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CAPITOLO 2_ PT. 1/2
Buona lettura!

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Faceva freddo.
Troppo freddo, ma essendo in pieno inverno potevano anche farselo andar bene.

Era sabato pomeriggio... tra un giorno e mezzo, sarebbero iniziare le solite noiosissime lezioni scolastiche. L'Unground Academy si stava man mano riempiendo di studenti. Durante le vacanze natalizie le famiglie erano passate a prendere i figli per trascorrere le ferie insieme, e nell'ultima settimana le persone erano state viste di rado.

Rubio attendeva, come gli era stato detto, i suoi amici in giardino. Era seduto mentre giocherellava con le scarpe tra un cumulo di neve e l'altro. Aveva attorcigliato al collo una sciarpa di lana bordeaux, che però non gli impediva di sentire congelata la punta del suo naso.
Stava parlando al telefono con Meg, con l'intento di capire dove si trovasse e tra quanto sarebbe arrivata. Da ciò che era riuscito a captare, il treno era giunto al capolinea una decina di minuti prima, e questo significava che ora si stesse trovando già per strada.

Ialit salutò il rosso con un cenno di mano, e si avvicinò trascinando dietro il ragazzo castano con fin troppo entusiasmo.
Rubio sorrise «Ok a tra poco, baci.» Concluse velocemente, chiudendo la telefonata in fretta «Ehi, va tutto bene?» Chiese poi, preoccupato.

«Sì... dovevo solo un po' sfogarmi... scusa.» Mormorò Zero infilando le mani nella mono tasca della felpa. Il più grande annuì, alzandosi dalla panca di marmo, accostata tra due alberi. Spiegarono vagamente cosa fosse successo, senza entrare nei dettagli, e omettendo certi particolari. Rubio non ci impiegò molto prima di capire la situazione. Non fece domande di nessun tipo, e confortò il lentigginoso stringendolo in uno dei suoi speciali e accoglienti abbracci.

Nel frattempo, vari studenti di tutte le età entravano nella residenza del college carichi di valigie e borsoni, non ugualmente pronti per iniziare la scuola. Il tempo scorreva e i protagonisti avevano gli occhi fissi al cancello in fondo alla strada, pronti ad avvistare la ragazza famigerata.
Ed infine l'attesa terminò.

Manco se fosse stato puntuale come un orologio svizzero, l'arrivo agognato, non sarebbe stato più preciso. Le cinque spaccate, e una figura minuta trascinante quintali di chili in spalla, si vide sbucare dall'entrata metallica del portone. Sul vialetto ghiaioso, che la mattina stessa aveva portato così tanti problemi a Zero, lei era lì, tranquilla, diretta verso il piazzale ampio del giardino.

Ialit sventolò le braccia in aria con la speranza di farsi vedere. Ovviamente anche Rubio non si fece da meno, e il castano si lasciò scappare un sorriso invisibile, perché non appena Meg li intravide si precipitò a correre verso di loro.

Si lanciò letteralmente addosso ai ragazzi, abbracciandoli come se non li vedesse da una vita intera, e ridacchiò notando quanto l'avessero aspettata. Rubio le carezzò la testa, e Ialit si propose di portarle lo zaino su per le scale del dormitorio femminile, ricevendo immediatamente un assenso di gioia.

Era una ragazza piuttosto stravagante, alta davvero pochissimo in confronto a loro.
I suoi capelli grigi con la ricrescita nera e le punte bianche, le arrivavano poco sopra le spalle, e rappresentavano alla perfezione il colore della sua pietra, la Pomice. Viveva in una famiglia decisamente numerosa... e condivideva la casa con sei sorelle più piccole e i suoi genitori. Quindi la si poteva tranquillamente ritenere una persona responsabile.

Quando le si parò davanti agli occhi il ragazzo castano, le si formò all'istante un sorriso grande quanto una mezzaluna, e gli afferrò la faccia nelle mani.

«Allooora come sta il mio Zircone preferito?»

Ecco.
Meg era l'unica a cui non piaceva far dimenticare a Zero chi fosse realmente.
Uno Zircone. Livello Mohs 7.5, facente parte del gruppo Duro, e frequentante regolarmente le classi insieme a Rubio dal Lunedì al Venerdì.

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