-Imparare a stare in piedi (1/2)-

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CAPITOLO 3_ PT. 1/2
Buona lettura!

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Sarà stata la quarta volta di fila in quella sera, che Hunt faceva su e giù per scale.
Ancora incapace di riuscire a trovare il numero della sua camera. Vagava da un piano all'altro trascinando la valigia e il borsone, senza sapere dove potersi riposare.

Sullo schedario appeso alla bacheca, la cifra 231 era segnata già occupata, e ciò poteva significare che i dormitori andavano condivisi.
Ergo: avrebbe avuto un compagno di stanza. Avrebbe avuto uno di quei tanti imbecilli tra i piedi.

Non seppe quindi se esultare o meno, quando, per magia, si trovò di colpo dinanzi ad una porta rossiccia con il numero fatidico inciso su una targhetta argentata. Non si era neanche reso conto di essere arrivato, quanto era preso dai pensieri... Sospirò e infilò le chiavi nella toppa della serratura, pregando tutte le divinità conosciute, che oltre quel battente non ci fosse un emerito criceto esaltato.

Gli ingranaggi scattarono all'istante e il corvino spinse piano la porta, aprendola lentamente, con quasi il terrore di entrare.
Beh... Poteva aspettarsi di peggio.

Un ragazzo dai capelli incredibilmente lunghi era sdraiato a pancia in su con i piedi rivolti alla testiera del letto, mentre era intento a leggere un libro a braccia in aria. Inclinò la testa all'indietro, nella direzione del nuovo arrivato e per una manciata di istanti i suoi occhi brillanti come smeraldi, e circondati da una montatura di occhiali rotonda, lo fissarono al contrario senza capire. Si tirò su di scatto, rischiando di volare giù per terra, e appoggiò una mano giusto sul materasso per tenersi in equilibrio. Un sorriso chiarissimo gli si formò senza ragione sul viso, e si affrettò a chiudere il romanzo per regalare tutta l'attenzione al ragazzo.

Ok... il suo presunto coinquilino era visibilmente troppo energico per i suoi gusti.

Si alzò vivace pronto per dargli una mano a portare dentro i bagagli, e solo allora Hunt realizzò quanto questo fosse alto e sopratutto quanto i suoi capelli fossero lunghi.
Temette di sapere già di che famiglia facesse parte quell'individuo.
E la cosa non iniziava di certo a piacergli. Affatto.

Una massa infinita di capelli verdi come fili d'erba gli arrivava poco sopra le ginocchia.
Erano tanti capelli. Mai ne aveva visti così tanti... Un ragazzo così non l'aveva mai visto. La carnagione pallida, e le ciglia chiare, per sola eccezione delle iridi verdastre come la chioma stessa.

"Almeno è un topo di biblioteca..." pensò stringendo gli occhi "Starà probabilmente tutto il tempo a leggere, con un po' di fortuna magari non mi darà fastidio."

«Ciao!» Lo salutò con calore, porgendogli il palmo per presentarsi «Tu devi essere l'Antracite di cui mi hanno parlato stamattina. È un piacere conoscerti! Io sono Emer, uno Smeraldo di Mohs 8.» Continuò a raffica, rischiando di procurare un'emicrania al Carbone «Sappi che non faccio caso alle classi sociali, spero di riuscire ad esserti amico, se vuoi.» Concluse afferrando la mano fredda di Hunt per scuoterla.

«...Ok? Il piacere però non è mio.» Disse schietto, ritirando il suo braccio dalla presa ottimista del caso umano. Gli passò accanto, chiudendo con piede la porta, perfettamente incurante di aver spento l'entusiasmo di una nuova conoscenza.

Il corvino diede un'occhiata alla stanza: pareti color crema, un'anticamera con a destra il bagno e a sinistra un piccolissimo piano cottura con un microonde. Superato l'ingresso la camera aveva due letti, uno contro la parete di destra e uno a sinistra, ancora vuoto, uno scaffale a testa per i libri, mensole, due scrivanie, una per lato.
E al centro una finestra in una nicchia, regalando più spazio. Molto semplice.

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