-Due chiacchiere (2/3)-

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CAPITOLO 11_ PT. 2/3
Buona lettura!

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Lo Zircone non pensava potesse mai sentirsi così agitato per un semplice incontro in lavanderia. Macché semplice! Le sue aspettative erano appese ad un filo e solo adesso si era accorto di essere arrivato in fretta e furia con un sacco di tempo in anticipo! Boro... che ingenuo!

Sospirò raggiungendo finalmente il corridoio delle palestre, dove ora la porta della lavanderia era aperta, e la stanza illuminata emanava una striscia di luce in modo perpendicolare alla parete. Zero era appoggiato timidamente contro il muro e sentiva un leggero canticchiare di una persona all'interno della stanza.

E non era un comune mormorio. No, Zero, avrebbe riconosciuto quella voce tra mille e mila diverse persone, che avesse parlato, gridato o cantato sottovoce come ora.

Chiuse gli occhi e si concesse di poter ascoltare le liriche solo per se. Arrossì inutilmente quando queste si fecero comprensibili in un'inglese molto basso, e inevitabilmente si strinse la borsa a tracolla al petto per evitare di farsi scoprire a causa del suo cuore rumoroso.

Si beò di quella sensazione finché la voce non si interruppe, e dopo qualche lungo secondo, Zero decise di fare il grande passo facendosi illuminare dal fascio. Si morse un labbro, strinse le palpebre e si espose.

Fu grazie ad una lunga pausa silenziosa che il castano trovò il modo di aprire un occhio, e trovò Hunt seduto al posto in cui la sera c'era lui, stavolta concentrato a disegnare su un foglio di carta stropicciato. Si lasciò sfuggire volentieri un sorriso, e per evitare di fare lo stesso errore della volta precedente, si appoggiò allo stipite della porta scorrevole e bussò cautamente due volte contro di essa.

Hunt si fermò. Interruppe sia il disegno e il canto, ormai ridotto ad un sussurro, e si voltò. Sorrise, e il cuore di Zero mandò un messaggio SOS al resto degli organi.
«Oh ciao mezzacalzetta, come stai?» Lo salutò, mettendo in tasca sia il pennarello che il panino.

Il corpo di Zero venne cosparso di brividi e scariche elettriche, e si dovette reggere alla maniglia per non lasciarsi cadere per terra «E-Ehi... ciao—» sussurrò entrando in lavanderia «...credo tutto bene?»
«Wow. Hai un'aspetto orribile.»
Zero gli sorrise timidamente, arricciò le labbra e si avvicinò al ragazzo, tenendo stretta la borsa «Senti chi parla...» mormorò a bassa voce facendolo comunque ridacchiare.
La voce del corvino sembrò alleggerirsi «Scusami per la scenata, non volevo farti agitare.»

Lo Zircone mugolò qualcosa di incomprensibile e scosse la testa «No... non è colpa tua. Anzi, grazie per aver avuto il coraggio di fare qualcosa.»
Hunt sgranò gli occhi, e spalancò la bocca in completo stupore «Macché coraggio... Nessuno dovrebbe osare di comportarsi in quel modo. Sono solo dei maleducati del cazzo.»
Un nodo alla gola molto spesso e ingombrante impediva a Zero di deglutire quelle parole importanti «Ma— non— cioè... Non dovevi... sei ridotto davvero male... cioè scusa—» balbettò cercano i termini giusti «Ciò che voglio dire è che sembra molto doloroso...»

«Fidati, io sono abituato ai lividi, non mi fanno più effetto ormai.» Lo rassicurò facendogli spazio per sedersi «Tu piuttosto sei pallido come un lenzuolo. Sicuro di stare bene?» Domandò sistemandosi meglio sulla panca metallica.

Il suo viso sembrò rabbuiarsi e colorarsi di rosse contemporaneamente «Ecco— sì, ho solo... vomitato un pochino...» bisbigliò in un respiro, facendo spalancare gli occhi scuri del Carbone.
«Cosa? E sei venuto comunque!?» Gridò incredulo.

Zero fremette per un momento, e indietreggiò fino ad arrivare al bordo «Sto... bene.» Mormorò «E poi...avevi detto di aspettarmi.» sussurrò, abbassando lo sguardo.

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