CAPITOLO 9_ PT. 3/3
Buona lettura!-•-•-•-
«Professor Cornelius! Buon pomeriggio!!»
Per un momento Hunt credette di aver sentito, non la voce di Ici, ma quella di Emer, che esattamente nel tono usato rispecchiava un certo grado di entusiasmo di troppo. Hunt valutò dunque, seriamente di darsela a gambe prima che fosse troppo tardi, ma l'insegnate si voltò verso di loro dal fondo dell'aula sfoggiando un sorriso a 32 denti.
«Ici! Quanto tempo!»
Merda...
«E chi si rivede! Il nuovo studente!»
Doppia merda...Sentitosi chiamato in causa, Hunt forzò un sorriso e si fece coraggio.
«Sì... 'giorno.»Con aria calorosa l'uomo dai capelli rossicci si avvicinò ai ragazzi e fece loro un cenno di testa per fargli firmare la presenza pomeridiana su un foglio della presidenza.
«Questo è il corso di arte pittorica, dove ognuno è libero di creare ciò che più preferisce senza aver un giudizio positivo o negativo. Non ci sono risposte giuste né sbagliate, e perciò la propria mente non si può ignorare.» Presentò facendo accomodare i due ad un cavalletto a testa.La stanza, Hunt già la conosceva. Su quella porta ci aveva sbattuto Emer il giorno prima. E su quella cattedra c'era seduto nel buio l'insegnante che li aveva sgamati a fare pace.
Gli studenti invece no, anche se c'era poca gente.
Non che gli importasse, ma diede rapidamente un'occhiata in giro, per incontrare gli sguardi di diverse persone di differenti Mohs.
Niente di speciale.
Niente che attirasse la sua attenzione in modo particolare.«Allora, di che ti occupi giovanotto? Conosco i miei ragazzi ma è curioso che tu ti sia iscritto proprio qui, no?»
Il professore si era appoggiato di spalla al fondo legnoso del cavalletto e lo osservava interessato mentre le braccia giacevano conserte al petto.«Mi scusi?»
«Ici preferisce lavorare con gli acquarelli, altri miei studenti sono dei maghi con gli acrilici, le tempere, le cere... tu cosa e come ami disegnare?»Hunt arricciò le labbra.
Tirò fuori dalla tracolla il suo block-notes e lo strinse tra le dita.
«Carboncini e grafiti.»
«Oh un'artista tradizionale! Avresti qualcosa da mostrarci?»Il corvino sospirò, e tentennò sul consegnare il suo patrimonio al proprio insegnante.
«È privato...»«Capisco, stai forse cercando un modo per sfuggire dalla realtà? Un riparo, non è così?» Gli venne incontro, assecondando le sua parole.
«Solo perché la nostra, di realtà, è un incubo.»
Il Corallo sorrise e socchiuse le palpebre «Beh non tutti gli incubi restano scuri per sempre.»
«Non credo di seguirla...»
«Si arriva ad un certo punto della notte, dove i propri incubi si placano. Si schiariscono quando si trova il modo di non temerli più.»
Hunt lo guardava perplesso.«In breve, si trasformano in sogni quando non siamo più spaventati da essi.» Conclude l'uomo sorridendogli piano.
«Non posso smettere di temere la mia vita prof, e sopratutto non posso sperare che questa diventi rose e fiori da un giorno all'altro...» rispose il ragazzo, porgendogli il suo tesoro più prezioso «Sono ritratti, animali, e oggetti di antiquaria... boh un po' di tutto.»
Ma l'insegnate non lo aprì. Se lo girò tra le mani e glielo riconsegnò, confondendolo ancora di più.
«Bisogna fidarsi degli altri per poter trasformare l'incubo in un sogno. Non bisogna forzare le cose Hunt. Sentiti libero; perché se non lì fuori, qui puoi esserlo.»Il corvino si domandò diverse volte se quello fosse sul serio un maestro d'arte e non un filosofo conformista, ma poco gli servì perché questo sparì dietro un cavalletto diverso, abbandonandolo ai suoi pensieri spaesati e distorti.
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Zero Autostima
Romance[REVISIONATA] Zero, tipico ragazzo nerd dalla confidenza bassa e dai mille e mila problemi respiratori, inizia il quarto anno all'Unground Academy, un college prestigioso dove le "classi sociali" predominano nei corridoi. Ha spesso crisi d'asma e at...