-Le piccole cose buone (1/2)-

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CAPITOLO 8_ PT. 1/2
Buona lettura!

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Hunt sospirò. Tra tutti i luoghi possibili e immaginabili, Emer doveva proprio trascinarlo in giardino? E non solo fuori all'aperto, ma per giunta, con una temperatura di malapena 2°C?

Lo avrebbe ammazzato. Oh sì, quella sera lo avrebbe sicuramente ammazzato. Peccato che la convinzione lo abbandonò una volta addentando il sandwich...

«Si può sapere perché mi hai portato qui? Vuoi farmi morire assiderato?» Domandò seguendo Emer di soppiatto.

Lo Smeraldo gli sorrise, mentre raggiungeva un muretto di mezz'altezza ai bordi di un sentiero giù in giardino. Cosa ci trovava di tanto divertente?

«Dai, non fare così, sali qui sopra, è molto piacevole.» Lo incoraggiò pulendo a mano nuda uno strato di neve che si era accumulato sulla superficie marmorea.

Il corvino alzò un sopracciglio «Vuoi che io mi sieda lì?» Ribadì perplesso.

«Certo! Sai, oltre alla vista dall'altro, riesci ad arrivare alla mia altezza.» Aggiunse, stuzzicandolo sul suo tallone d'Achille.

Hunt sgranò gli occhi, fissandolo con sgomento «Prego!? Tu piccolo— insolente! Mi stai prendendo per il culo?» Sbottò «Non sono io quello basso, sono perfettamente nella media!» continuò, avanzando nel viale fino a toccargli con un dito il petto «E poi, ti sei visto? Al massimo sei tu che sei alto!»

Emer ridacchiò sottovoce, mentre lo vedeva appoggiare entrambi i palmi sulla parte superiore del muretto e issarsi su senza neanche un briciolo di esitazione. Lo Smeraldo adesso gli arrivava all'altezza delle spalle, alzò quindi la testa per riuscire ad incrociare il suo sguardo vittorioso e gli ripassò il panino con sorriso affabile.

«Ora chi è quello basso?» Sorrise Hunt afferrando il pranzo.

Emer però non perse il sorriso «Ti ho fregato.»
Hunt spostò "accidentalmente" la mano, rovesciandogli un cumulo di neve addosso, che si intrufolò nel diabolico spazio tra il colletto della camicia e la sua pelle diafana.

Capì di essere spacciato, quanto dopo un urlo acuto e tutt'altro che virile, iniziò a muoversi su se stesso saltellando, con la speranza che quel freddo mortale lo lasciasse in pace al più presto.

«Sei terribile!» Piagnucolò muovendosi con la stessa eleganza di un'anguilla a terra.

«Non te la prendere, te la sei cercata!» lo accusò senza ritegno il corvino, non potendo negare di non essersi divertito un pochino.
«Come me la sono cercata!? Ti ho portato da mangiare, bimbo!» Si dimenò il Emer chinandosi a raccogliere la neve consistente.
«Non sono un moccioso del caz-AHHH!»

Dritto in faccia. Colpito e affondato.
Hunt si ritrovò la testa ghiacciata e arrossata in un istante. Emer sghignazzò portandosi un palmo alla bocca per non scoppiare a ridere a crepapelle e l'Antracite in tutta risposta sbatté le palpebre realizzando solo allora di esser appena stato preso in pieno da una palla di neve. Alzò lo sguardo e lo fissò incredulo.

Non sapeva se prendere la cosa come un'oltraggio capitale, o uno scherzo di pessimo gusto, ma non appena vide come Emer si tratteneva a stento gli ricordò di non aver mai avuto una battaglia di quel tipo in tutta la sua vita, e un sorriso gli spuntò quasi per magia.
"È la guerra che vuoi? E la guerra avrai!"

«Emer se ti prendo SEI MORTO!» Gridò catapultandosi giù dal muretto come un missile, atterrando male per giunta, solo per darsi quindi all'inseguimento di un ragazzo alto un metro e novanta, che correva disperato come una bambina spaventata per evitare l'imminente cattura.

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