-Tali coincidenze (2/2)-

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CAPITOLO 7_ PT. 2/2
Buona lettura!

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La penna che l'infermiera aveva in mano, per miracolo non tracciò una riga rovinosa sulla certificazione medica, e questo portò sia lei che Hunt a guardarsi a vicenda in modo spaesato. La nuca azzurra del famigerato Opale si trovò esattamente davanti alla presenza del corvino, che credette seriamente di essersi svegliato col piede sbagliato.

«Oh. Ciao Puffo.» Disse con talmente tanta noia nel tono, da poter dare l'immagine di volersi buttare sotto un treno in quel preciso istante.

«Di nuovo tu!?" Trasalì Ialit cambiando subito espressione, ora infuriata «Che ci fai qui!?»
«Sono passato e basta. Tolgo subito il disturbo.»
«Ialit—!» Si intromise intanto Rubio dal fondo della stanza, alzando un braccio per farsi notare.

«Oh caro, che bello rivederti Ialit, anche tu qui per visitare Zero?»
«Signorina Tea— Buongiorno. Come anche io? Sono passato nella loro classe e nessuno dei due era presente.» Chiese scombussolato.

«Sia Rubio, che Hu—»
«Non si preoccupi, me ne vado.» La fermò il corvino, impedendole di terminare il suo nome, o peggio.

Spostando lo sguardo sul ragazzo, Ialit perse subito il tono gentile usato poco prima.
«Non voglio più vederti vicino a lui. Chiaro?»

«Non ti azzardare a darmi ordini, Zucchero filato.» Sibilò il Carbone guardandolo con spirito truce.

«Tu brutto figl—»
«Ialit dai! Lascialo stare— ti prego!» Lo richiamò Rubio, non sapendo più da che punto di vista prendere la situazione. L'azzurrò finì per ignorare il corvino, e ritenne più opportuno raggiungere i suoi amici che stare a discutere.

l'Antracite alzò gli occhi al cielo, e fece per uscire da lì, ma quando questo si trovò difronte all'infermiera, tentennò sul da farsi. Decise poi di avvicinarsi il più possibile alla donna, e a bassa voce, si strinse le mani «Hm...Tea potrei chiederle un favore?»

«Certamente. Di cosa si tratta?»

Andava fatto? Si morse una guancia prima di parlare.
«Ecco... so che è inconveniente, e non spetta certo a me farle certe richieste ma potrebbe mantenerlo un segreto dagli altri?» Chiese inizialmente, indicando il Rubino e l'Opale accanto al castano.
«Dipende da quanto è grave la situazione.» Articolò lei, aspettandosi che il ragazzo continuasse il discorso.
«Ecco— uhm quando se ne saranno andati potrebbe... dare un'occhiata alle braccia di Zero? E magari anche al resto del corpo?» Domandò in un sussurro, umettandosi poi le labbra. Rialzò lo sguardo non appena sentì la sua mano appoggiata sulla sua spalla, cosa che lo fece trasalire un momento.

«Non so se dico bene, ma oserei dire che la sua salute ti sta a cuore Hunt.» Asserì «Non restare in pensiero. Seguo Zero come paziente da quattro anni, e il suo stato non è mai stato uno dei migliori.» Iniziò cercando di rassicurarlo «Se devo essere sincera, Zero è piuttosto malato... è debole, e non sempre riesce a sopprimere le crisi. Lo visito almeno due o tre volte alla settimana e so bene quali dubbi hanno le persone che gli stanno vicino.»

«Dice davvero?» Domandò Hunt dando un'occhiata al cubicolo generato dalle tendine azzurre tirate.

«Per quanto mi duole dirlo, sì. È una cosa dolorosa, lo so bene; e in più l'iperventilazione è solo una delle tante fasi che gli spetta superare. Il suo stato mentale non è proprio nelle migliori condizioni... ma bisogna restare positivi, altrimenti non si va da nessuna parte, no?»

«Quanto tempo ci vorrà per— uhm»
«Zero sviene sempre per almeno un paio di ore, se vuoi passare a metà pomeriggio credo si sarà ripreso senza problemi.»
«Così tanto?» Domandò stupito dal tempo necessario.

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