11. Balle

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11.

"Balle?"

Una voce adulta, con un tono che scuoteva le budella, trafisse la mente di lei.

Si girò.
Un monumentale Mrak, ad occhi minacciosi, le lacerava il cervello, con l'impulso di disapprovazione che le trasmise dentro, senza troppi complimenti.

"E tu saresti il nostro nuovo Ta-hèr?
Una ragazzina presuntuosa, ignorante, con la lingua troppo lunga?
Bada, non sei ancora nessuno, finchè non avrai superato la cerimonia Airgid.
E io ti posso rispedire nel nulla in cui dici di abitare.

Perché solo io posso approvare la consacrazione di un Ta-hèr"

Lei divenne rabbia fiammante.

"Ah, finalmente qualcuno che mi capisce!
Io non ci tengo proprio ad essere un Ta-hèr.
Molto 'dispiacere' di conoscerla signor nessuno, ma sono lietissima di andarmene, nel mio nulla, almeno lì tutti sono sani di mente"

Con un balzo se la filò di corsa.

Ma il gigante le comparve davanti dal nulla e stringendole le trecce fece per acchiapparla "Non ti ho dato il permesso di andare via. Ora ti scuserai con Ho Lon"

"Stai vaneggiando" gli disse dandogli uno spintone, in cui lui sentì un'energia spaventosa, anche se lei non la usò."

'Probabilmente non sa nemmeno di averla, non accenna minimamente ad usarla. Strano!' Pensò. "Comunque è assolutamente un Ta-Hèr, in grado di distruggere quasi quanto Ho Lon".

"Lasciala Rrohr è uno spiritello ancora grezzo, maturerà.

Se vuoi, quando vuoi, torna da me Ta-hèr. Ma dove andrai?" Chiese dolcemente Riddàr.

"A casa mia"
"Hai una casa? Dove?"
"Nel nulla"
"Mm..e dov'è questo nulla?"
"Là dove nessuno mi trova"
"Ma io ti troverò e diventerai Tåå-Nůk, lo zaffiro sacro di Ta"

"Un altro nome? E se io non voglio tornare e cambiare nome?"

Lui la fissò, ipnotico, per un lungo attimo, poi con voce roca sentenziò
"Tu vuoi 'me', perciò tornerai"
Lo disse d'istinto, pentendosi subito.

"Il solito presuntuoso"

"Attenta tigre" disse Rrohr "Io davo della presuntuosa a mia moglie, che mi diceva la stessa cosa. E ho 4 figli".

Lei lo guardò truce "Mai! Lui gioca continuamente, mi fa i tranelli psicologici, o le battute, come quella di adesso, ma vuole solo sentirsi un conquistatore.
Proprio brava tua moglie, però. E si è scelta un gran bel tipo. Scorbutico, ma bellissimo, come Ho Lon. Ma siete tutti cosi?"

"È genetico, sì.
E tu? Sei proprio così tremenda? Perché consideri balle le cose che Riddàr ti ha spiegato della nostra storia? Che è anche la tua..lo sai?..È irrispettoso".

Ho Lon si avvicinò, le disse dolcemente "Forse la storia era troppo lunga, ti ho stancata?"

Con calma e dolcezza cercò di rasserenarla.

Aveva cominciato a capire che..'lo scontro frontale, la battaglia e la ribellione' dovevano essere l'abito che lei  indossava costantemente, nelle giornate d'incubo della
sua vita, da due anni sola nella foresta, fra briganti, assassini, bestie feroci.
In solitudine, aveva vissuto in balia dell'Og, degli stranieri, di fiere assassine, in cerca di cibo.
Perciò la dolcezza sembrava una cosa che non sapeva ricevere e come gestire, ma che da un po', se ne riceveva la lui, la equilibrava, la pacava, quando era agitata.

Doveva riuscire a rilassarla. Si allungò un poco, la guardò negli occhi dolcemente, poi le sfiorò la fronte, rovesciandole un poco la testa indietro.
Come aveva previsto, lei non obiettò a questa confidenza, non del tutto adeguata.

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