19. Un uomo nudo

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19.

Ho Lon e Ta-hèr entrarono in casa e andarono nei propri appartamenti a rinfrescarsi e riposare.

Riddàr si alzò dopo poco. Aveva deciso che era ora di fare qualcosa di serio, per il futuro di Ta-hèr.
Temeva che sarebbe andata in crisi, quando avrevvero fatto finalmente l'amore, e presto sarebbe avvenuto.
L'ipotesi di sconvolgerla lo uccideva.

Tornati a casa, quella sera, lei era riuscita a confessargli che aveva troppa paura a fare l'amore, perché non ne sapeva niente di niente. Nemmeno come era fatto il corpo di un uomo.
Lui lo aveva già capito, anche prima, ma bisognava, finalmente risolvere.
Aveva pensato a una soluzione semplice.
Non era cosa da lasciar sedimentare, lei non doveva finire per rimanere ingabbiata in quel buio.
Era ormai una donna, ma doveva farla maturare, perché raggiungesse una consapevolezza reale del proprio corpo.

Per ottenerlo, lui doveva cambiare rotta, tattica..la pazienza non la faceva scuotere.
Era preoccupato. Non era facile.
Bisognava essere più decisi, non lasciare tempo a quella testolina frullante, di pensare.
Ma era un azzardo, come la passeggiata su un sottile cristallo.
Era una donna, ma come una bambina, si rendeva conto del problema, eppure non cercava di scuotersi e chiudere la fase adolescenziale, sbirciando dall'altra parte, cercando di imparare dal futuro, ingabbiando il meglio per rifiorire senza timore.

Lei cercava la maturità sessuale, ma accucciata nelle sue paure, senza sforzarsi di comprendere e penetrare nel nuovo.
Non se ne rendeva conto, ma ogni volta che stava vicino alla meta, cioè iniziare una relazione adulta, completa, richiudeva quasi subito la porta in uno scontro col sesso. Non accoglieva con fiducia questa novità, fondamentale, essenziale..ma si bloccava, o arretrava. Così la felicità svaniva e la nevrosi aumentava.

"Quindi, Riddàr si disse: 'Tocca a me farle fare un salto esistenziale'.
Non posso forzarla, ma usare un trucco sì, farla immergere inconsapevolmente nel sesso, sì.
Di quel nemico conoscerà e amerà le armi, senza saperlo.
Finalmente l'incubo finirà.

La accarezzò dolcemente, le diede un bacio in fronte. "Piccola, Tatì ti aspetta per il bagno!"

"Mm?..Sì..arrivo", disse lei trasalendo, guardandosi intorno truce.

"Che succede? chiese divertito.
"Non..non so"
"Quale fantasma ti ha pestato la coda?"
"Mm..il tuo..sei dispettoso e scocciatore".

"Ma sono anche affascinante!"
Lei sorrise "Già..Effettivamente..Mi dai un bacio?"

"Non c'è tempo, ti porto in spiaggia, faremo una cenetta romantica all'imbrunire. Ti va?"
Lei saltò in piedi "Sì, subito!"
"Bene, il tempo di cambiarci e infilare in una bella borsa le cose buone, da mangiare, di Tatì, e facciamo pazzie".

Dopo un po' arrivarono in spiaggia correndo.

In acqua galleggiava, a una certa distanza, un grandissimo, meraviglioso cuscino, fatto con erba Airgid, mescolata con i fiori cari a Riddàr.
Opera sua, ovviamente, la trappola era pronta.

Il profumo ipnotizzò subito Ta-hèr, la invase di gioia.

Riddàr non perse tempo, non doveva lasciarle spazio per pensare e affondare nelle sue paure.
La rincorse, l'afferrò, e con una traiettoria alta,.. possibile solo a uno Mrak.. e lunghissima, la lanciò con precisione sul grande, fiorito cuscino di Airgid.
Lei d'istinto urlò di paura, ma quando si rese conto di dove stava per atterrare, fece grandi urla di gioia,

La raggiunse con forti bracciate. Salì di fianco a lei ancora vestito, gli indumenti fradici. Le diede un bacio leggero, e cominciò a spostarsi qua e, là, intento a sistemare tutto, e a spogliarsi, a rate, contemporaneamente fischiettando  e seguendo con il corpo, il ritmo di una canzone, che entrambi amavano.
Affascinante, rilassato, lei lo osservava, mentre sistemava tutto e togliava qualche indumento con calma,  canticchiando e seguendo la musica come fanno i giovani, con mille movimenti e smorfie.

Lei prima ridente, si bloccò, con gli occhi seguendo gli indumenti che cadevano disordinatamente, a tempo di musica, rivelando, un sorso alla volta, le nudità mai viste di quel monumento vivente allegro e spensierato, che non si preoccupava di nascondere le sue nudità.
E così, le belle fattezze di Riddàr virili, e armoniche,  svelavano pian piano, ballando, tutti i misteri che lei  tanto temeva.

Ad un certo punto lei disse "Ma ti stai spogliando?"
"Direi di sì, facciamo un tuffo in acqua, appena ho sistemato tutto. Non sai come è divertente l'acqua senza vestiti!
Prova anche tu, se ti va, comunque io mi faccio una bella nuotata, tu aspettami, se preferisci.

Lei non rispose, gli occhi ormai brillanti sul corpo tutto nudo, che le girava intorno, ignorandola.
Lui scelse dei giochi da usare in acqua. "Tuffati intanto, che poi arrivo anch'io e ci divertiamo con questi"

Fu uno shok per lei avere lì un uomo nudo, e che uomo!
Ma non potè evitare di ammirarne la bellezza. Di esserne attratta fortissimamente.
Non riuscì a pensare alle sue paure, il Sacro Ho Lon era l'infinito, la perfezione, l'amore in un'onda irruente, trascinante, calda, come i suoi occhi.
"Lei sottovoce, inconsciamente disse "Ti amo mio Fuoco Stupendo".

Lui la sentì e non si mosse.
Lasciò che, mentre lui sistemava le ultime cose, lei osservasse attentamente il suo bel corpo maschile, mentre mille domande le saltellavano nella testa.
Per la prima volta vedeva, interamente, un uomo nudo.

Era stupita, emozionata, le guance rosse, gli occhi sbarrati, lucenti, non riusciva a mouversi e togliergli lo sguardo di dosso.
"Non hai voglia di fare il bagno?" Chiese lui.
"Ho voglia di coccole"
"Va bene, allora, mi metto qualcosa e arrivo.
"Non serve, sei perfetto così. Sei molto bello".
Gli sorrise, ma con serietà lo fissò, si avvicinò e lo baciò, sugli occhi, sulla bocca...
Gli disse "Un uomo..perchè sei così bello?"

"Perchè tu mi rendi così bello, amandomi"

'È il momento giusto", pensò lui.
Non le diede tempo di ragionare, la baciò con grande leggerezza e quando la sentì languida, se la tirò in braccio, seduta, con la schiena appoggiata al suo corpo nudo.

Un pezzettino alla volta, distrattamente, la denudò.
La accarezzò ovunque, e fece molto di più, con calma.

Lei non manifestò paura, i fiori di Airgid la mantenevano perfettamente lucida, ma le evitavano di essere troppo tesa.

Pian piano lui schivolò in l'acqua, senza staccarsi, da lei, la trascinò con sè tenendola stretta.
Lei si spaventò un poco.
"Respira Ta-hèr, sei fra le mie braccia, non annegherai.
Fidati piccola"

La fece aderire, di schiena, al cuscino di Airgid, e continuò a sedurla, in acqua.
Era calma, rilassata, gli occhi lucenti.
Lui non forzò nulla, seguì i movimenti istintivi di lei, guidandola dolcemente verso il piacere.
Dopo tante ansie, lui era contento, avevano sconfitto un incubo assurdo. Sarebbe stata una donna felice.

Abbracciati, uscirono dall'acqua, tornando sul cuscino galleggiante.
"Ta-hèr, farai l'Airgid? È quasi ora"
Se lo vuoi, diventerai Tåå-Nůk"

"Non mi va, lo sai, perché insisti?"
"Perché è essenziale per la tua sicurezza, e perché se non lo farai, il tuo tatuaggio, potrebbe ucciderti.
Se hai paura dell'acqua ti insegnerò a nuotare meglio, con sicurezza".
"Ci penserò"

"Come ti senti? Abbiamo fatto l'amore per la prima volta.
Pensi di potermi ancora amare, sesso compreso?
O non sei più a tuo agio?

Lei l'aveva ascoltato, seria, concentrata.
"Io voglio stare per sempre con te, o morirei. È stato bellissimo, non sapevo che fare l'amore fosse così bello.
Si accucciò fra le sue braccia, con un sorriso che friggeva l'anima.

"Grazie, creaturina pazza, ti amo batuffolo di guai"
La prese di scatto, baciandola da svenire.

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