7. La donna

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7.

La portò a una delle case nel villaggio, le disse "Aspetta qui fuori".

Dalla porta aperta, arrivò in furia, un cucciolo tutto nero. Come una freccia, corse a prendere un uccellino.

Lei lo rincorse "Hey, delinquente, non ti manca la pappa, lascia stare quelli più piccoli di te".

Era una femminuccia. Si girò, la raggiunse, la annusò e cominciò a uggiolare come una pazza, saltando.

"Ho capito, ho capito, ti sei innamorata di me?"

Sentì Riddàr tossire alle sue spalle.

Si girò. Accanto a lui, due persone sorridevano guardandola, ferme sulla porta.
Le osservò "Ziziya..Khon! Ma come siete arrivati fin qui?

"Avevamo bisogno di un lavoro.Tua zia ci ha detto che qui c'era da fare per entrambi, che Riddàr ci poteva assumere. Da noi non c'è lavoro".

Lui raggiunse Ta-hèr velocemente, le sussurrò "Non chiamarmi più Ho Lon. Ma esclusivamente Riddàr. Ho fatto in modo che nessuno si ricordi di avermi incontrato, ti spiegherò".

Poi ad alta voce "Ho saputo che loro sono tuoi amici, così avrai compagnia"
"Si, meraviglioso! Siete le persone più simpatiche che conosco".
Loro corsero da lei pieni di affetto.

"E questi due cuccioli, sono come quelli che abbiamo visto nel bosco" disse Riddàr. "Sono tuoi, un mio regalo"

"Due? Ne vedo uno.."
"Ah già..Makù!!!" chiamò.

Un energumeno di cucciolo, con il fisico da toro, si presentò alla porta, si sedette, con un'aria importante. La osservò, poi la raggiunse. La annusò, le posò le zampe sulle gambe, si prese una carezza, poi le si mise di fianco, ringhiando a tutti, affermando il suo primato.

Ma la piccolina lo raggiunse e lo assalì di baci. Lui scodinzolò e lasciò che lei gli mordesse le orecchie, per gioco.

"Ecco là..il potere della femminilità", disse Riddàr ridendo,"ma non c'è mai da fidarsi, sono maestre dell'iganno. Però alla fine vinciamo noi" e fece a Ta-hèr un lieve sorriso serioso.

"Mm..E come si chiama la piccola fascinosa?
"Fickly, sassolino di luna. Ti piace o lo cambi?"
"Noo, bellissimo".
Rimasero un poco a chiacchierare, poi andarono a casa.

Era grande, luminosa, piena di fiori e piante. Un bel patio e un prato davanti, con un piccolo laghetto e un ruscello che entrava ed usciva.
I due lupetti esplorarono tutto.

Riddàr la fece accompagnare, nella stanza riservata a lei, da Tatì l'affezionata governante, che le mostrò molti vestiti, il suo salotto privato, e altre stanze riservate alla sua persona.

Tatì l'aiutò a rinfrescarsi e vestirsi, poi la riportò da Riddàr.

Anche lui si era cambiato, camicia leggera, a collo alto, azzurro chiaro, una fascia nera, elegante incrociata sul collo, fermata davanti da una spilla in argento lavorato. Gilet blu scuro con lavorazioni nere. I pantaloni lunghi neri, facevano risaltare il fisico prestante, sotto la giacca nera.

Così raffinato ed elegante, sembrava un cavaliere misterioso.
Gli occhi lucenti, ma delicatamente aranciati, promettevano un inferno di dolcezze.

Esitante, Ta-hèr entrò piano, intimidita.
L'aspetto di Riddàr quasi la spaventò, per quanto era affascinante e terrificante al tempo stesso.

Lo sentì ancor più inarrivabile, appariva più importante, vestendo tutto il suo carisma di guida di Taktà.

Questa sua aura traspariva, perché ora si era rilassato, mentre la conteneva quando era con Ta-hèr, per non intimidirla.

Lei si fermò un attimo, incerta se procedere.

Lui non si era accorto ancora di lei, ma poi percepì il suo affanno.
Preoccupato si girò, mentre lei riprese ad avanzare, molto lentamente..perché le gambe tiravano indietro invece che in avanti, ma non poteva più fuggire, ormai.

Stupito, con una fitta intensa, fu catturato dalla linea appena accennata delle gambe di Ta-hèr, che risaliva dai sandali dorati sotto l'abito impalpabile, in un crescendo incendiario verso il bacino e le anche, precipitandolo in una tortura.

Era già molto bella vestita da contadina, ma ora, una tunichetta lunga e morbida, rosa pallido, con due spacchi laterali contenuti, per agevolare il passo, stordiva il giovane maschio.

I capelli biondi mossi, chiari e lucenti erano raccolti da due serie di nastri e appoggiati di lato su una spalla.

Un colletto rigido, appena alto, aperto davanti, sosteneva il tessuto dell'abito setoso, che si apriva un poco sul decoltè, abbottonato e fermato all'altezza del seno.

Ta-hèr come un incanto, gli entrò dentro.

Le braccia nude, mostravano la pelle rosata, morbida. Il seno spingeva sul vestito in una curva rotonda e alta.

Tatì, la fedele governante, sorrise lievemente dell'effetto dipinto sul viso di lui.

Riddàr rimase spiazzato.

Ormai la ragazzina del carro si avvicinava sempre più..incerta..lentamente..

..mentre la donna gli sbocciava davanti, scottandogli i sensi, immersi nel corpo ondulante di lei.

Ta-hèrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora