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MORGAN POV'S

<<tesoro svegliati,è ora di andare a scuola>>

Mia madre mi parla dolcemente nell'orecchio,quindi apro lentamente gli occhi; lei mi posa un dolce bacio sulla fronte,e mi da una carezza sulla guancia.

<<altri cinque minuti, ti prego>>

Mi giro di pancia sul letto,e metto la testa sotto il cuscino. Un freddo improvviso invade il mio corpo. Sollevo a testa,e non ho piùle coperte addosso.

<<non fare storie,su su muoversi!>>

Ho ottimi voti in tutte le materie,perché dovrei ancoea andarci? Abbandono i miei malsani pensieri e mi alzo. La doccia l'ho fatta ieri sera,quindi mi lavo e mi vesto. Opto per uno stile semplice, un jeans,la prima felpa che trovo nell'armadio , e un paio di nike.

Scendo al piano di sotto,e mia madre ha già fatto la colazione. Mangio il mio cornetto al pistacchio e la spremuta d'arancia ed esco. Vado alla fermata dell'autobus e ci salgo sopra.

Dopo circa venti minuti, sono arrivata davanti scuola. Ad aspettarmi ci sono i miei due migliori amici: Asia ed Edoardo. Nove anni fa,quando arrivai qui a Roma,furono i primi ad aiutarmi a imparare la loro lingua ed a spiegarmi come funziona.

Li abbraccio,ed entriamo in classe. Nella nostra scuola non sono molto popolari,ma io avevo abbastanza importanza qui dato che sono "la figlia di Tony Stark"

<<Morgan,alla fine lo hai risentito tuo padre?>>

Mi chiede Asia. Non ho voglia di dirle che non lo sento da due mesi perché sta sistemando una faccenda nei panni di IronMan, insieme alla sua combriccola.

<<sì, l'ho sentito ieri. Dice che va tutto bene,sono contenta>>

Dico con molto dispiacere. Gli avevo detto,tempo fa, che lo sentivo quasi tutte le settimane,mentre invece lo sento molto raramente. Sono certa che,se sapessero la verità, non sarebbero più attaccati a me.

Sì, sono una persona molto negativa. Spesso penso che la gente mi stia accanto solo per il mio cognome. Che sia vero o no,io parto con la difensiva.

La professoressa di italiano entra,e si fa lezione.

Quando le lezioni sono finite,esco da scuola e vado alla fermata. Salgo sul pullman,e me ne tornò a casa. Quando arrivo, ci sono molti scatoloni nel salotto. Controllo al primo piano,ma non c'è nessuno. Vado al secondo piano,e vedo mia madre intenta a impacchettare le sue cose.

<<mamma. Che sta succedendo?>>

Le chiedo molto incuriosita. Ha una faccia molto felice,e un sorriso a trentadue denti.

<<tesoro,prepara le tue cose. Ce ne ritorniamo a New York.>>

Rimango a bocca aperta. All'improvviso vuole ritornare da suo marito? Dopo quasi 10 anni?

<<no mamma,non possiamo andare via,ok? Io qui mi sono fatta una vita,degli amici e sto bene. Perché dovremmo andarcene?!>

Dico molto innervosita.

<<siamo state tutto questo tempo qui perché io dovevo controllare il lavoro internazionale. Ora i confini sono solo nazionali,quindi possiamo tornare a casa.>>

Me lo dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

<<casa?! Questa è la mia casa. Io non ci vengo.>>

Dico io molto decisa. Si posiziona davanti a me,afferra le mie spalle e mi guarda dolcemente

<<Morgan,so che è difficile per te capirlo ma questa sarà un'occasione per conoscere meglio tuo padre.>>

E mi abbraccia. Ricambio l'abbraccio,non molto convinta. So stacca da me, e continua a impacchettare. Vado in camera mia,mi butto sul mio letto,e penso. Non voglio andarmene da qui,Roma è splendida e mi sto adattando.

Però mia madre ha ragione,ho molta voglia di conoscere bene mio padre. Ce ne siamo andate quando avevo 6 anni,quindi non mi ricordo proprio niente.

Mi alzo,prendo i cartoni e lo scotch e metto all'interno di essi la mia roba. Fortunatamente non sono una di quelle ragazze che hanno un guardaroba enorme,ho solo le cose essenziali.

Finito il tutto,scendo di sotto e la casa è completamente vuota. Un senso di malinconia di pervade, perché non potrò più vedere questa splendida casa piena di ricordi.

Mentre aspetto mia madre che finisce,faccio una videochiamata su WhatsApp ai miei amici,per informarli che non ci sarò più. Mi hanno detto che ci sentiremo comunque, ma non credo che succederà.

Non perché io non voglia,ma perché penso che loro si troveranno un'altra amica con cui parlare. O forse sparleranno di me.

Vedo mia madre scendere e salire per le scale con gli scatoloni, e la aiuto. Degli uomini entrano a prendere le scatole,e le portano nel camion. Non c'è tanta roba, ma non c'è neanche poca.

Appena hanno finito,io e mia madre partiamo sulla nostra Audi nera e ci dirigiamo all'aeroporto seguire dal camion.

Saliamo sul nostro aereo,e decolliamo. Guardo Roma dall'alto, per l'ultima volta. Mi mancherà tutto questo. Chiudo gli occhi,e mi addormento per tutto il tempo del viaggio.

Mi sento scuotere,quindi apro gli occhi ed è mia madre. Siamo ferme,quindi presumo che siamo arrivate a New York.

Mia madre corre verso una Rolls Royce nera,quindi la seguo. Abbraccia un uomo,non capisco. Chi diavolo è?

<<ciao Morgan. Io sono Happy,un caro amico di tua madre. Sono felice di vederti.>>

Mi stende una mano davanti a me,e gliela stringo senza dire niente. Durante il tragitto in macchina,i due parlano del più e del meno ma io non sentii la conversazione dato che avevo le cuffiette alle orecchie.

Avevo la testa appoggiata al finestrino,quando un grattacielo con una A enorme cattura la mia attenzione.

<<si,tesoro. Quella sarà la nostra nuova casa.>>

Mi dice mia madre. Rido divertita. Non abiterò a Roma,ma almeno abiterò in un grattacielo enorme.

ANOTHER TIME//PETER PARKERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora