XXI° - Oltre l'elmo.

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Petra si ritrovò in mezzo ad un'estesa folla urlante; questa era agitata e in fermento per un qualcosa che stava per accadere. Erano rozzi, malformi e quasi animaleschi in grida di apprezzamento verso un unico individuo: Magneto. Egli sostava in piedi su una piccola collina, intento a guardarli come un fiero monarca; li aveva riuniti tutti nella sua confraternita, facendo così tanta breccia nei loro cuori che erano intenti a litigare per lui. Allungavano le braccia e tentavano di arrampicarsi, tutto per riuscire a toccare il suo mantello. Il punto di vista della mutante era esattamente lo stesso degli adepti: dal basso, completamente impossibilitata a raggiungere la sommità della collina. La prima confraternita, formata da Sabretooth, Toad, Mystica, Scarlet Witch e Quicksilver, sostava dietro il leader della stessa. Sembravano tutti più alti degli alberi circostanti, Petra era troppo lontana per decifrare i loro volti. Ad un certo punto, Magneto levò le braccia al cielo, e le urla aumentarono; vennero soppresse solamente dal tono solenne del signore del magnetismo.
Erik;; « Fratelli e sorelle mutanti; quanto abbiamo aspettato questo momento! Il nostro sogno è sempre più vicino alla sua realizzazione; il solo vedervi quì, al mio fianco, mi riempie il cuore di gioia. La Confraternita è una realtà concreta, una realtà arrabbiata, una realtà affamata! Noi mutanti non siamo ombre, non siamo aberrazioni della natura, noi mutanti non siamo inferiori! Nessuna pietà per gli oppressori! Nessun perdono per l'ignoranza! Nessun remore per coloro che si piegano a questo sistema marcio e ostile! Questa notte, col dolore nell'animo, attaccheremo la scuola per giovani mutanti. Non possiamo permettere che la natura sottomessa degli X - Men continui ad intralciare la nostra giusta causa. Voi lo sapete: non c'è nulla che tormenta il mio animo più del ferire altri mutanti; un dolore che, per quanto lancinante, è, in questo caso, assolutamente necessario. Charles era un mio caro amico, nessuno può affermare di averlo conosciuto meglio di me! Ha fatto tanto per tutti noi, ed ha protetto i suoi studenti come figli propri. Una mente impeccabile, silenziosa e complessa.. Indirizzata, purtroppo, a costruire una visione fallimentare: quella del perdono. Con mio profondo rammarico, l'era del Professor X è giunta al termine; tuttavia, non sarò io a sancirne la fine. » La folla faticava a rimanere zitta ad ascoltare, nonostante pendessero tutti dalle sue labbra. Molto spesso il suo discorso venne interrotto da risposte gridate e piene di consensi. « Questa non sarà solo una grande conquista per la Confraternita, ma anche il mio testamento: come leader e come padre. Ho deciso, infatti, che sarà proprio mio figlio ad indossare l'elmo, in modo tale da proteggere la sua mente dalla deviazione; perché sarà proprio lui ad uccidere Charles Xavier!! » A seguito di tale annuncio, il boato della folla si fece ancora più forte; Petra riuscì solamente ad intravedere il mutante togliersi l'elmo mentre Pietro si faceva avanti verso di lui. Il figlio indossò le vesti del padre e la folla incominciò ad incitare il nome di Quicksilver. L'albina venne liberata da quello stringente mucchio di mutanti solamente quando tutto, intorno a lei, prese a trasfigurarsi sotto i suoi occhi. Lo scenario si rimodellò decisamente in fretta, ristrutturandosi per la prima volta in un luogo che Petra conosceva. La X - Mansion è sempre stato un luogo piuttosto caotico, soltanto in tarda serata si poteva godere di un po' di silenzio all'interno di quelle mura; ciò nonostante, Petra si stupì nell'assistere ad una feroce e ingente battaglia tra mutanti. Gli studenti più piccoli gridavano terrorizzati di fronte all'assalto della Confraternita, mentre gli X - Men erano in prima linea a difendere il proprio istituto. Petra poté riconoscere Hank e Piotr intenti a pestare violentemente grandi quantità di intrusi, annichilendone molti in una sola volta. 
Hank;; « Finitela.. di fare... le pedine di Magneto! » Ruggì, tentando in un ultimo spiraglio di buon senso da parte degl'invasori, nel mentre che era intento a difendersi.
Piotr;; « E' tutto inutile, Hank! » Replicò Colosso, dedicando tutte le sue energie al sopprimere quell'ingente attacco.
Bobby;; « Hank! Piotr! » Esclamò, arrivando con un tempismo quasi perfetto per aiutare i compagni. Slittando su una lastra ghiacciata, creata da lui stesso, andò a congelare quei mutanti; li rese delle vere e proprie statue di ghiaccio. Prontamente, sapendo che ne sarebbero arrivati degli altri, bloccò l'ingresso principale con uno spesso rivestimento gelato. Sia Hank che Piotr poterono tirare, per pochi attimi, dei sospiri di sollievo.
Hank;; « Com'è la situazione, Bobby?! » Chiese, visibilmente preoccupato.
Bobby;; « E' spaventosa, non ci aspettavamo un attacco di tale portata! » Naturalmente l'intervento di Iceman non fu sufficiente a placare la situazione; le mura della scuola vennero colpite ripetutamente da fuori, con una cadenza quasi regolare. « Ho bloccato tutti i passaggi. So che questo non li fermerà, ma farò tutto il possibile per rallentarli! »
Piotr;; « Dobbiamo immediatamente trovare altre manovre difensive, non possiamo permettere che arrivino a Charles e ai ragazzi! Chi sta difendendo il perimetro!? »
Bobby;; « Logan, Illyana, Lucas e Ororo! » L'albina, infatti, iniziò a sentire potenti schianti di tuoni rimbombare poderosi. In quel momento, Scott Summers entrò allarmato nell'atrio; Petra riconobbe la professoressa Pryde, guardando chi stava reggendo tra le braccia, mentre ebbe difficoltà ad identificare la donna al suo seguito. « Kitty!! » La mutante era ferita gravemente: sporca di sangue com'era faceva fatica a tenere aperti gli occhi.
Scott;; « Portala con te in infermeria e non muoverti da lì, Bobby. Presto, muoviti! » Ordinò, e il mutante non poté che scattare via con lei. La situazione si fece sempre più critica; ci furono persino delle scosse che fecero tremare la struttura. 
Hank;; « Che è successo, Jean!?! » Chiese, allarmato. La mutante dai capelli capelli rossi, sconosciuta a Petra, gli rispose.
Jean;; « Sabretooth l'ha attaccata nel mentre che faceva evacuare i ragazzi. Io e Scott siamo arrivati in tempo, ma spero che Bobby sia altrettanto veloce. » Completamente inaspettata, una violenta esplosione distrusse l'ingresso principale e frantumò la barriera di ghiaccio. Tutti gli X - Men vennero sbalzati via, oltre che colpiti dalle macerie. Altri tirapiedi di Magneto invasero l'istituto, ruggendo in maniera quasi animalesca e vandalizzando ancor di più l'interno lussuoso della scuola. La reazione degli X - Men non si fece attendere, essendo oltremodo forzati a rialzarsi in fretta. Il raggio laser originato dagli occhi di Scott Summers, incanalato dal visore che portava permanentemente, tranciava i corpi dei membri della confraternita. La coppia Hank-Piotr sfruttò un'impressionante forza bruta, arrivando con una facilità impressionabile a spezzare le ossa dei malcapitati; rendendoli così inermi. Quella fantomatica Jean catturò l'attenzione di Petra: il suo non era un potere che sapeva definire con certezza: era come intoccabile, orde intere di nemici venivano letteralmente disintegrati a causa del suo volere. Oggettivamente, però, Petra non poté negare che Il lavoro di tutti e quattro fosse ben coeso e coordinato; che fosse questo l'obbiettivo richiesto agli studenti durante le sessioni nella Danger Room? Non era il momento di porsi alcune domande, perché la battaglia imperversava veloce, conoscendo una battuta d'arresto solamente quando un mutante, dotato di vistosi artigli metallici, venne scaraventato violentemente all'interno della scuola. Egli era grosso, non tanto alto, dall'aspetto burbero e poco curato. Il suo corpo sembrò irrigidirsi di colpo, i suoi artigli si ritirarono tra le nocche e scacciò un urlo agghiacciante.
Jean;; « LOGAN! » Esclamò spaventata, correndo successivamente a soccorrerlo assieme a tutti gli altri.
Erik;; « Non si rialzerà, mia cara. » La voce gelida di Magneto rimbombò nelle orecchie di tutti i presenti; con i cavalieri della Confraternita al suo seguito, si dimostrò un grande stratega nel suo attacco. Pietro aveva uno sguardo, celato dall'elmo, che appariva freddo e distaccato come quello di un cadavere; Toad, schizofrenico come suo solito, sghignazzava malizioso in faccia agli X - Men; Sabretooth, l'elemento più imponente di tutti, sostava dietro Magneto a ringhiare con la bava che colava dalle sue fauci; Mystica puntava un KRISS Vector verso gli eroi; Wanda, infine, era colei che più di tutti appariva spaesata, incerta e titubante riguardo ciò che stava per accadere.  « Le vostre difese riflettono ciò per cui avete combattuto: ideali deboli e sottomessi. »
Scott;;  « Mutanti come te non cancelleranno uomini come te! Vuoi combattere per la nostra salvezza, ma la realtà è che i tuoi voleri sono dettati del tuo egoismo! » Ciclope si oppose al signore del magnetismo con una grinta impressionante.
Erik;;  « Ma davvero? Che differenza c'è tra me e Charles? Entrambi siamo disposti ad un male necessario per un bene ancora più grande. Apri gli occhi, ragazzo. Guardate che avete fatto ai nostri fratelli.. » Petra si guardò intorno, rivedendo un ammasso di cadaveri ancora più impressionante di quelli dopo la sparatoria al campo da basket: arti mozzati, sangue letteralmente ovunque, corpi ancora ibernati e altri ancora colpiti fino alla morte.  « Adesso guardate quello che noi faremo a voi. » Il tono si fece ancor più cupo. Aprendo la mano, egli richiamò un'oggetto a sé e, a giudicare dai visi sconvolti e sorpresi dei quattro, doveva essere molto evocativo. L'oggetto in questione era una grande spada, dalla lama luminosa e piuttosto spessa. Ciò che terrorizzò gli X - Men fu che quella spada fosse sporca di un sangue denso e scarlatto. Un urlò pieno di ferocia e dolore stordì i timpani di Petra.
Piotr;; « CHE LE HAI FATTO!?! CHE LE HAI FATTO???? MOSTRO!!! TI FACCIO A PEZZI!!!!!! » Completamente accecato dal dolore e dalla collera, egli si lanciò verso Magneto con uno slancio impressionante dettato dalla ferocia. Quella spada apparteneva alla sorella, Illyana Rasputin, e a lei era molto legato; così tanto che si lanciò, consapevole di non avere alcuna speranza, per vendicarla.
Jean;; « PIOTR, NO!!! » Ma fu troppo tardi. Il corpo di Colosso, rivestito di metallo per il volere di Colosso stesso, venne fermato a mezz'aria. Magneto lo guardò sprezzante, calpestando totalmente le sue sensazioni.
Erik;; « Tanto addestrati quanto avventati. » Con un movimento del bracciò, il corpo muscoloso e pesante di Piotr venne scaraventato di lato, distruggendo le mura della scuola e rimanendo intrappolato tra i resti delle stesse. Quell'atto così viscido nei confronti di un compagno scatenò il bisogno impellente di un efficace contrattacco. Hank, Jean e Scott si gettarono verso i membri più forti della confraternita e fu solo in quel momento che scoppiò il caos vero e proprio. Il visore di ciclope sparava raggi laser da tutte le parti, cercando di colpire Mystica e Toad che si muovevano agili per tutto il salone. Hank era impegnato in un puro scontro di forza bruta contro Sabretooth. Magneto e una riluttante Wanda fronteggiavano Jean, decisamente l'avversario più temibile all'interno degli X - Men, per la strega scarlatta. Colui che non si era intromesso in scontro alcuno fu proprio Quicksilver, il suo compito era ben altro. Velocemente, con uno sprazzo di astuzia, superò tutto quel marasma di violenza inaudita, schivando in lungo e in largo senza mai guardarsi indietro. Petra si stupì di come non avesse degnato di un'occhiata nemmeno la gemella, intenta in uno scontro potenzialmente mortale. Pietro era definitivamente cambiato, e Petra lo poté capire semplicemente guardandolo, mentre lo seguiva per tutti quei corridoi. Era più arrabbiato, irrequieto e nervoso: chiunque si fosse messo sul suo cammino, indipendentemente da chi fosse stato, sarebbe stato travolto. Il suo viso era inespressivo, nascosto nell'elmo e incupito da una rigidità forzata. Apriva porte, attraversava classi, camere, corridoi.. Si faceva sempre più frustrato: doveva trovarlo. Entrò nel suo ufficio, scardinando la porta con la sua impetuosità. Era buio, la luce lunare filtrava dalla finestra e illuminava parzialmente il dipinto del preside appeso alla parete. Pietro sfruttò la luce blu del suo potere per avere un po' di luce, e fu solo grazie a quella che riuscì a trovare la porticina nascosta in fondo; la stessa che Petra e Amelia avevano oltrepassato. Pietro, avendo un corpo più spesso, oltrepassò il passaggio con molta più fatica, ma non si arrese. Quella scuola doveva essere colma di stanze nascoste, sicuramente raggiungibili tramite passaggi segreti anche meno praticabili di quello, quindi non vi era tempo da perdere per il giovane mutante. Petra gli stava col fiato sul collo, costantemente alle calcagna, curiosa di sapere come sarebbe andata quella notte. Quicksilver raggiunse la sommità dell'istituto, trovandosi davanti non una serra, come Petra si sarebbe aspettata, ma una stanza. Essa era anch'essa buia, spoglia, grigia e poco spaziosa; al centro della stessa un letto bianco, circondato da un comodino, una sedia a rotelle e un guardaroba. Petra si ricordò della stanza d'ospedale nella quale si era risvegliata, non poté esimersi dal farlo, e quando vide le condizioni del rinomato Professor X, steso a pancia in su sul letto, capì esattamente il perché. Egli era stanco, in dormiveglia, visibilmente malato e tormentato da una condizione neurodegenerativa dettata dall'essere uno dei più potenti telepati della storia mutante. Pietro lo fissava, imponente e nel vigore della sua giovane età, con l'aura blu che illuminava il suo corpo in nell'oscurità.
Charles;; « So bene perché sei quì, ragazzo. » La sua voce era calma, Petra poté intravedere un piccolo sorriso sul suo volto. I rumori della battaglia erano lontani, ma i fulmini tornarono ad echeggiare poderosi; Ororo era tornata in battaglia.
Pietro;; « Allora non farmi perdere tempo. » Era la prima volta in cui Pietro, in quell'avvenimento, aveva aperto bocca. Il suo tono era cupo, minaccioso, tendente ad imitare quello del padre. 
Charles;; « So di essere un condannato a morte certa. In casi come questi, si è tenuti ad accontentare un'ultima richiesta. Siediti, Pietro. » Il suo tono era pacato, come quello di un nonno. Pietro scattò, puntando il pugno destro contro di lui.
Pietro;; « NO! Non ascolterò nessuna tua fiaba, Xavier! Io non sono un tuo studente e nemmeno un bambino sperduto. Io sono stato scelto fra tutti perché ne sono stato degno: l'unico capace di farlo! Mio padre ha visto qualcosa in me che nessun altro ha saputo replicare! » Era vistosamente agitato, le sue palpebre spalancate lasciarono che i suoi occhi blu splendessero oltre l'elmo.
Charles;; « Lo ha visto, sì.. Ed ha cercato con tutto se stesso di cambiarlo. Il suo tentativo di creare un nuovo Magneto, inquinare una vita così giovane e vigorosa, non porterà ad un niente di fatto. » Trasmetteva sicurezza, e questo non piacque a Pietro. « Percepisco una forte mancanza in te, Pietro. Il tuo cuore ha sofferto per molto tempo e qualcuno se n'è approfittato, caricandoti sulle spalle un bisogno disperato di compiacere il suo volere. E' un peccato non avervi avuto entrambi come studenti, sono sicuro che avremmo potuto imparare molto da te e Wanda. »
Pietro;; « Stai mentendo per prolungare l'inevitabile, non puoi percepire assolutamente un cazzo!! Io ho questo; hai perso!! » Picchiettò l'indice sull'elmo che Erik aveva riposto sul suo capo.
Charles;; « Quell'elmo non ti renderà Magneto, ragazzo. Non permetterò che le tue mani si sporchino del mio vecchio e malato sangue. Non raggiungerai mai tuo padre, non mi serve affidarmi alla telepatia per saperlo. Dentro di te sai che la tua strada è ben altra: permettimi di aiutarti a trovarla. » Lentamente si alzò col busto, respirando affannosamente. Le mura e il pavimento incominciarono, velocemente, a tremare.
Pietro;; « C-Che cosa fai, fermo! » Esclamò.
Charles;; « Addio, figlio di Magneto. » Sia Pietro che Petra fecero fatica a tenere l'equilibrio, mentre Charles si stava concentrando più di quanto potesse fare. A testa bassa e ad occhi chiusi sembrò impassibile, ad occhi esterni sembrava che volesse distruggere definitivamente l'istituto. L'elmo del mutante incominciò a creparsi, andando in mille pezzi nel giro di un minuto: era come se, così facendo, Pietro fosse finalmente libero. Oggetti caddero per terra, il vetro della finestra si frantumò e polvere dal soffitto. I rumori della battaglia, che non aveva conosciuto battuta di arresto, vennero sovrastati dal ben più vicino baccano di impalcature tremolanti. Charles riaprì gli occhi, e dagli stessi fuoriuscì una luce abbagliante bianca che per poco non accecò sia Pietro che Petra. Quest'ultima fu costretta a coprirsi il volto con le braccia, fino a quando non sentì più nulla. Abituata com'era, immersa nel rivivere i suoi ricordi più importanti, non ci volle molto perché indovinasse di un cambio scena. Scoprendosi il viso, infatti, Petra si ritrovò da tutt'altra parte. Si guardò attorno, decisamente incuriosita da quello che sembrava un enorme laboratorio estremamente disordinato. Tavoli, macchinari, fascicoli e scartoffie letteralmente ovunque decorarono tutto quel salone, attraversato da una serie di fili che collegavano grandi computer olografici tra loro. Enormi lavagne digitali proiettavano equazioni lunghissime e linguaggi binari; al solo guardare, Petra ebbe un lieve giramento di testa. Deboli rumori cigolanti riempirono la stanza, Petra decise di lasciarseli alle spalle uscendo dalla porta automatica. L'albina si ritrovò a percorrere un corridoio circolare, inframmezzato da numerose porte che conducevano ad altre stanze; la maggior parte ripostigli e uffici. Quell'ambiente, così elaborato e organizzato com'era, trasmetteva un'enorme professionalità oltre che una statica freddezza. Ben lontana dal calore percepibile all'interno della scuola per giovani dotati, Petra incominciò a non sentirsi a suo agio. C'era troppo silenzio, il rumore dei suoi passi echeggiava per quel labirinto bianco e grigio. Era tesa come la corda di una chitarra, pronta ad accogliere qualunque cosa la stesse aspettando come se fosse questione di attimi, ma prontamente non arrivava mai. La mutante continuava ad aprire porte, trovandosi continuamente davanti a stanze vuote. Fu proprio quando Petra si stancò di provare tutta quella tensione, e di tirare qualche sospiro di sollievo, che quel momento arrivò. Qualcosa era entrata in collisione con l'edificio: il rumore di una vetrata frantumata, seguito da altri poco identificabili, proveniva da sopra. Petra si diede una mossa, correndo in lungo e in largo ma senza avere la minima idea di dove fossero le scale. I rumori continuarono, susseguiti da grugniti di dolore. Le scale vennero letteralmente bruciate, attraversate con impetuosità; man mano che si avvicinava, l'eco della risata inconfondibile di Magneto era sempre più forte. La sommità della torre altro non era che un grande salone di ristoro con bar incorporato. I divanetti al centro e i tappeti persiani lussuosi erano decisamente accoglienti per una serata davanti un aperitivo, ma decisamente fuori luogo per quello che stava succedendo in quel momento. L'arredamento era completamente per aria, la lunga vetrata che dava sul panorama di New York era frantumata. Petra, dall'altezza percepita da un rapido sguardo, poté capire che fossero sulla sommità di un grattacielo. Lo scenario si presentava in maniera decisamente meno caotica rispetto al ricordo precedente: due figure, imponenti e minacciose, avanzarono a passi lenti e ben calcolati. Magneto era sempre lo stesso, questa volta sprovvisto del classico elmo, ma con la solita dose di sadismo sempre addosso. Pietro era esattamente uguale a come Petra lo aveva visto nello specchio tempo addietro: volto squadrato, occhi glaciali, accenno di barba e in una invidiabile forma fisica. Entrambi si stavano avvicinando minacciosi ad una terza figura: si trattava di un uomo sulla cinquantina, moro con un accenno di barbetta; era ferito, indossava un'armatura metallica scarlatta e dorata che si stava comprimendo sul suo corpo, per volere di Magneto stesso. Egli non riuscì a parlare, tanto che il dolore era forte, fin quando non venne immobilizzato ai limiti della sopportazione umana.
Erik;; « Da quanto tempo aspettavi questo momento! » Esclamò vittorioso, guardando il figlio che respirava profondamente. Magneto sapeva cosa significasse per Pietro avere l'occasione di uccidere Tony Stark, colui che firmò i bombardamenti del suo villaggio anni prima. Dopo tale mossa, Quicksilver sarebbe stato suo per sempre. Pietro avanzò verso Stark, guardandolo con un rancore insostenibile per la mente umana. « Uccidilo, fai in fretta. »
Pietro;; « No. » La classica aura blu venne sprigionata dal suo corpo con estrema naturalezza. « Voglio che tu mi guardi, Stark. Voglio che tu mi guardi e che mi ascolti attentamente. Sei solo un ricco come tanti, gratificato dal sangue di innocenti. Hai potuto volare più alto che potevi, ma a toccare il cielo sei stato punito. Dio ti ha ricordato di tutti gli uomini, le donne e i bambini le cui vite sono state stroncate dalle tue sporche banconote. Hai firmato la distruzione di villaggio, famiglie.. Ora Quicksilver firmerà la distruzione di Iron Man. » Pronunciò tali parole in tono spaventosamente calmo, mentre lo guardava senza pietà alcuna. L'uomo era impossibilitato a rispondere, oppresso dalla sua stessa creazione; Petra non riuscì a capire se il suo volto fosse impaurito da Pietro stesso oppure corrugato dal terrore di fantasmi del passato. Una falla nel piano, però, interruppe bruscamente quel momento tanto voluto da Pietro.
Wanda;; « PIETRO, FERMO! BASTA! » Egli guardò la gemella con gli occhi fuori dalle orbite, come mai l'aveva guardata prima. In quel momento la rabbia era tale che non avrebbe potuto fare alcuna distinzione, nemmeno tra il suo nemico più grande e la persona più importante per lui.

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