VIII° - Nella giungla di cemento.

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Quei passi le avevano fatto bene. Non si erano dette nulla per tutto il tempo, ma si scambiarono sguardi eloquenti e pieni di parole. Sembrava che le due avessero lo "Shining", la luccicanza: l'abilità descritta nell'omonimo libro di S. King e nel film di S. Kubrick, che comprendeva il poter comunicare mentalmente. Erano arrivate al livello in cui, guardandosi negli occhi, riuscivano a comprendersi l'un l'altra, e dolci pensieri venivano trasmessi. Quello che era successo era acqua passata per la mutante: Sharon era solamente stanca e quello era uno stanzino insignificante, nulla di serio. Petra non avrebbe mai più messo in discussione la parola della bionda, perché avrebbe dovuto mentirle? Cosa doveva nasconderle? L'idea che la donna della sua vita, quella che si sarebbe fatta bruciare viva per lei, potesse nasconderle cose iniziò a sembrarle talmente surreale che un dipinto di Magritte, a confronto, rappresentava la concretezza: nuda e cruda. Ciò che impensieriva la mutante, stesa supina sul letto e abbracciata da Sharon, era l'uomo dello specchio. La donna non aveva dato spiegazioni a ciò che le era successo qualche ora prima, e in quel momento si impensierì: un'allucinazione dovuta a stress o..? Le ritornò alla mente quella donna che le aveva scritto, quella Emily che l'aveva chiamata "Pietro". Se le due cose fossero collegate? No, no. Impossibile, quella brunetta aveva solamente voglia di fare la spiritosa, ma venne brutalmente punita. Se lo meritava, eccome se lo meritava! Petra sorrise con crudeltà; quanto le piaceva fare del male a quel tipo di persone! La soddisfazione di scaricarsi violentemente, contro chi aveva la pretesa di essere forte, era inappagabile; l'ubriacone del pub, i tre bulli, Emily e i due poliziotti, chi sarebbe stata la prossima vittima? Sharon, quel giorno, sembrava molto più rilassata; certo, quella passeggiata aveva fatto bene pure a lei. Nessuna frase ambigua e nessuno sguardo sospettabile, soltanto complicità nei confronti dalla mutante, la quale decise di passare la giornata assieme all'amata. Avrebbe raggiunto i membri del rango D la sera tardi, per un piccolo festino al campo da basket, ma nelle ore precedenti si dedicò alla bionda. Nulla di strano, niente di trascendentale: soltanto una coppia a godersi la vita assieme; guardando qualche programma spazzatura, giocando a Street Fighter V, mangiando schifezze ordinate a domicilio, strapazzando Kimberly di coccole e, ovviamente, tanto sesso: il rimedio migliore ad ogni cruccio. La semplicità di quei momenti era ciò che li rendeva speciali, una paradossale umanizzazione della mutante. Sotto quegli aspetti, sia lei che il resto dei mutanti, non erano tanto diversi dagli umani, né superiori e nemmeno inferiori: uguali. Petra non se ne accorse, ma anche se lo avesse fatto, non avrebbe mai assimilato quella che, stando alla sua linea di pensiero, era la più grossa delle castronerie.
Petra;; « Allora vado. » Annunciò, preparata con abiti leggeri e prendendo la propria flag. Stette per legarsela alla testa, ma la mano di Sharon andò ad afferrare il suo braccio, bloccandolo. La bionda si avvicinò di più a lei.
Sharon;; « Che fai, non mi saluti? » La punta del suo naso toccò la punta di quello di Petra.
Petra;; « Beh, ciao! » Scoppiò a ridere, e la donna scosse la testa con un sorrisetto rassegnato. La mutante diede un bacio a stampo alla bionda.
Sharon;; « Stai attenta, mi raccomando. » Le ricordò, sperando che non si cacciasse nei guai, irruenta com'era. Petra;; « Sìsì, ciao amore uno! ciao amore due! » Andò via a gambe levate, sistemandosi la flag nel mentre, salutando sia Sharon che Kimberly. La donna la guardò andarsene, un po' persa. Petra era emozionata, era la prima volta che Sharon la lasciava andare fuori casa così tardi e da sola. Ormai la strada per andare al campo da basket abbandonato di Detroit era ben conosciuta dalla mutante: la poteva percorrere ad occhi chiusi. Quando arrivò non esitò un momento a farsi sentire dai compagni, saltando giù dal muretto, ovviamente ad alta velocità, ed urlando. Soltanto quando atterrò si rese conto che c'era più gente di quanto si aspettava; tutti i ranghi dei "Bastard Ryders Detroit" erano lì riuniti: dalle pedine meno importanti ai pezzi grossi. Tutti la stavano guardando, assassini spietati compresi. Se al posto del brusio e dei "Public Enemy" in sottofondo ci fosse stato un silenzio baritonale, tutto sarebbe stato estremamente più imbarazzante. Petra, però, resse tutti quegli sguardi; con un sorrisetto beffardo iniziò a farsi largo tra la gente, cercando Jason e gli altri.
Big Rilla;; « QUICKSILVER IS IN THA HOUSE! » Esclamò il ragazzone, facendosi spazio per raggiungere la mutante. Appena Petra lo vide lo salutò con un batti-cinque e una pacca sulla schiena.
Petra;; « HEY, BIG! Dove sono gli altri? »
Big Rilla; « Sono al tavolo a rubarmi il cibo, quei figli di puttana. Andiamo, ti faccio strada! Toglietevi dalle palle, fighette! » E così condusse l'amica, spostando di prepotenza membri con la sua mole, fino a quando non videro quattro figure conosciute. Kiddo Lee era intento a riempirsi di schifezze, Sage a fare da deejay in una postazione raffazzonata, Nuke vagava tra gruppetti di ragazze con una bottiglia di Jack Daniel's in mano e Jason fu colui che salutò Petra per secondo, il meno impegnato di tutti. Egli le andò incontro, abbracciandola.
Jason;; « Hey Q.! Incominciavo a darti per dispersa, no cap! » Petra ricambiò l'abbraccio.
Petra;; « Sono quì, mr. Ansia! Non mi aspettavo tutta questa gente.. » Alzò la voce, per farsi sentire sopra la musica, nel mentre che Big Rilla era andato a mangiare.
Jason;; « Benvenuta nei Bastard Ryders! » Anche lui alzò il tono della voce, esclamando ciò con spensieratezza; quella sera appariva più rilassato del solito. La terza ad accorgersi della presenza della mutante fu proprio Sage, che abbassò il volume di "What Up Gangsta?" di 50 Cent, per fare un annuncio al microfono.
Sage;; « What up Gangstas? Sono felice di annunciarvi che Quicksilver, la bianca più nera di Detroit, è quì con noi ed è un membro dei "Bastard Ryders Detroit"! Show her some love and show Detroit some love! » Si levò un boato proveniente da gente ubriaca e fatta, che non fece altro che aumentare l'ego di Petra. A seguito dell'annuncio di Sage, "Welcome To Detroit" di Eminem e Trick Trick partì, e le grida divennero ancora più assordanti. Si iniziò a cantare e ballare, e la donna se ne approfittò per allontanarsi dalla sua postazione e salutare l'albina.
Sage;; « Quickie! How you doin', babe? » La tirò a sé, abbracciandola.
Petra;; « Sto una meraviglia! » Ricambiò il suo abbraccio, estasiata. « Tu? »
Sage;; « Faccio muovere il culo a questi scemi e vengo pagata per farlo, ma potrei stare meglio. » Rispose con ironia, facendosi dare una lieve spinta da Petra. « Oh, quasi dimenticavo.. » Si tolse lo zaino che portava in spalla e lo aprì di fronte a lei.
Petra;; « Che cosa? » Chiese, muovendo qualche passo verso di lei.
Sage;; « C'è una sorpresa per te, Bones ti ha fatto un regalo! » Tirò fuori una scatola bianca di medie dimensioni. Petra la prese senza esitare un momento, anche se non capì il motivo per il quale la stava ricevendo. « Aprilo! Che aspetti? Che esca Space Jam 2? » Petra, più incuriosita che mai, lo fece con irruenza; la calma non faceva parte delle sue caratteristiche. Quando scoprì il contenuto, Petra venne travolta da un bagliore, non accecante quanto inaspettato. Era una collana, ma non una collana qualsiasi: una spessa collana d'argento che rifletteva le luci dei faretti proiettati sul campo da basket. « Eri l'unica senza chain. Non può mancarti l'ice on the neck! Ora puoi dire davvero di essere Quick-SILVER!! Dai, girati che te la metto. » Petra si limitò ad annuire, contenta e sorpresa, dopo aver spalancato gli occhi di fronte al regalo. Ora che la donna glielo aveva fatto notare, lei era l'unica dei presenti a non possedere quello che si definiva "Ghiaccio": nessuna collana, orologio o qualsiasi altro accessorio provvisto di diamanti o pietre preziose. Diede le spalle alla donna ed alzò i capelli, altrettanto argentei, con le mani. Sage afferrò la collana e circondò il suo collo con essa, di poco più grande. Al contatto con la sua pelle, Petra si sentì un pochino appesantita e infreddolita, ci doveva fare l'abitudine. Sage si mise di fronte a lei, osservandola. « Goddamn it, sei bellissima! Guarda come si intona con i tuoi capelli! » Proseguì, ammirandola.
Petra;; « Io davvero.. Non so che dire, è stupenda! » E la mutante si voltò, andando a cercare Jason con lo sguardo. Egli stava ammirando la scena da lontano, con un sorriso soddisfatto in volto, che venne immediatamente ricambiato da Petra. Quel momento di spensieratezza, però, venne interrotto bruscamente. Fu proprio Sage a smettere di sorridere per prima, distogliendo lo sguardo dalla mutante e concentrandosi appena più in là. Un gruppo di Savages si stava avvicinando, capeggiati da quello che, tra di loro, era il più alto e grosso. Coloro che lo circondavano, alla vista, non davano l'idea di aver buone intenzioni, bensì sembravano imbruttiti e diffidenti; quello che li guidava, invece, sembrava spaventosamente calmo. Egli portava una lunga catena d'oro al collo, era vestito interamente di rosso e il suo collo era rivestito da un tatuaggio che, sicuramente, era più esteso di quanto si potesse intravedere. Il gruppetto avanzò verso Petra; tutti quegli occhi, rivolti alla mutante, non fecero altro che farla sentire a disagio, ma come al solito resse la pressione: ella stabilì, senza esitazione, un contatto visivo con colui che dava una parvenza autoritaria sugli altri. Egli la guardò dall'alto in basso e, dopo 5 lunghissimi secondi, parlò: il suo alito puzzava d'alcol.
???;; « E così.. Tu saresti "Quicksilver"? »
Petra;; « . »
???;; « Devo dire che mi aspettavo di meglio. » La gente attorno a lui ridacchiò, Petra assottigliò lo sguardo. « E' vero che hai picchiato un poliziotto? »
Petra;; « Sì, tu l'hai mai fatto? » Chiese, ovviamente provocatoria.
???;; « Avete sentito? Alla centrale della polizia assumono fighette! » Gli altri risero ancora più forte. La mutante strinse i pugni.
Sage;; « Q., per favore calmati.. » Le sussurrò da dietro, posando le mani sulle sue spalle. Big Rilla e Jason li raggiunsero.
Jason;; « Che cazzo succede quì? »
Big Rilla;; « E' ancora lui! » Sussurrò, arrabbiato. Kiddo Lee sbucò da chissà dove, con l'aria frastornata.
Kiddo Lee;; « Hey Q.! Quando è arrivata?? E che ci fa con T-Boss? » I tre raggiunsero Sage e la mutante; la situazione stava degenerando.
T-Boss;; « Guarda un po'! E' arrivata l'armeria pesante, il temuto Rango D! » Continuò con il suo show, attirando così l'attenzione di tutti gli altri membri presenti alla festa. Jason si fece spazio, volendo parlare ad una Petra sempre più infastidita e arrabbiata. Prima che potesse farlo, quest'ultima scoppiò.
Petra;; « Hey, T-Boss! » Apprese il suo "nome" sentendo come, gli altri membri, lo acclamarono. « Ti piace dare spettacolo? E allora diamo a questa gente uno spettacolo memorabile! » L'uomo la ascoltò, incuriosito, mentre la folla acconsentì a gran voce. « Uno contro uno, no armi. Proprio qui! » Tutti, tranne Jason, andarono in visibilio.
T-Boss;; « HAHAHAHA! Tu? Contro di me? Riempirei di botte una femmina senza guadagnarci nulla. E' meglio se giri i tacchi e lasci fare ai veri uomini queste cose. » Questo procurò reazioni miste da parte del pubblico: alcuni di loro volevano assistere a della sana violenza, altri invece consideravano la sfida di Petra una perdita di tempo. La suddetta, però, rese le cose più interessanti, catturando l'attenzione di T-Boss.
Petra;; « E se facessimo che chi viene battuto perde la flag? » Si indicò la bandana che aveva legata alla fronte; T-Boss, invece, l'aveva stretta al polso. Ci fu un attimo di silenzio, tutti stavano aspettando la risposta dello sfidato.
T-Boss;; « Che dite gente, vogliamo cacciarla fuori dai Savages? » Tutti, a parte il Rango D della gang, acconsentirono a gran voce. « You're on!! »
Big Rilla;; « Questa sarà la cazzata peggiore della sua vita.. » Sussurrò a Sage.
Sage;; « Concordo, e abbiamo aspettato tanto per questo. »
Kiddo Lee;; « Hey Bones, che è quella faccia? Non c'è alcun modo in cui T-Boss possa vincere! »
Jason;; « Sì ma.. Mh, lasciamo stare. »
Sage;; « Dobbiamo darle sostegno! » I quattro acclamarono Quicksilver, davanti ad una folla unita dalla parte di T-Boss. Petra lo sentì, e si girò dalla loro parte, facendo l'occhiolino e sorridendo con complicità. T-Boss si beò del ben più rumoroso tifo rivolto a lui, scimmiottando di essere un pugile: alzò le mani in aria e camminò vittorioso in circolo. La folla si compattò, lasciando un pieno cerchio di spazio al centro del campo ai due contendenti. Una voce si improvvisò annunciatrice dell'incontro.
???;; « Alla mia sinistra, l'ultimo thug di Rango S rimasto in vita, l'incubo degli Heists, il più crudele, il più sadico.. L'INARRESTABILE: T-BOSSSSS! »  Si alzò un boato assordante di consensi, che altro non fece che gonfiare l'uomo che si posizionò al centro del cerchio. « Alla mia destra, l'ultima arrivata nei Bastard Ryders, appartenente al Rango D: Quiiiiicksilveeeeerrr! » Quella pioggia di fischi, per quanto forte, non poté penetrare in alcun modo la psiche della mutante. Ella guardò il suo avversario con sicurezza, tanto da non mettersi neanche in guardia. Entrambi si spogliarono della propria flag e la diedero a colui che li aveva annunciati. « Ogni colpo è valido: in palio la flag e la membership! LET'S GET READY TO RUMBLEEEEEE » Un altro, tra il pubblico, simulò il suono della campanella. Lo scontro poté iniziare e i vari "Forza T-Boss", "Distruggila!", "Detroit non è fatta per te, ragazzina!" ed altri incitamenti si sprecarono. Petra, con tranquillità, stava impalata a guardare T-Boss, nel mentre che saltellava e teneva la guardia alta, imitando un pugile. "Ha paura!", "Forza, T-Boss, finiscila!" L'uomo tirò un pugno diretto al viso dell'albina, ma la suddetta lo schivò, piegando il viso di lato. Petra;; « Sei troppo lento! » Lo provocò, incrociando le braccia. T-Boss la guardò incredulo, e gli incitamenti, per quanto ancora persistenti, si annichilirono. L'afroamericano grugnì di rabbia, attaccando Petra con un pugno dalla larga traiettoria. La mutante si spostò di lato e l'uomo, per poco, non inciampò. Tutti, tranne i cinque del rango D, erano increduli e guardarono la scena con la bocca aperta. Qualche risatina incominciò a risuonare tra la folla. T-Boss era più furioso che mai; Petra giurò di aver visto una vena pulsargli sulla fronte. « Stai facendo tutto tu, fighetta! » Qualcuno scoppiò a ridere, mentre altri incitavano T-Boss a mettere fine a quella "pagliacciata". L'uomo non vide altra opzione di correrle incontro, non potendo sopportare tale affronto, ma Petra si abbassò all'ultimo, facendogli lo sgambetto. T-Boss atterrò con un sonoro tonfo sul cemento, sbattendo lo zigomo a terra. Big Rilla, Sage, Kiddo Lee e Jason esultarono, acclamando la mutante accerchiati dallo stupore generale. Petra, finalmente, si mise in guardia, fissando seria e concentrata il membro più pericoloso dei "Bastard Ryders Detroit". T-Boss, più impulsivo ed irrazionale che mai, si rialzò dolorante ad andò a far frontino alla mutante, che non aspettò oltre a fargli sentire le nocche contro lo zigomo che aveva sbattuto a terra. Come il poliziotto del giorno prima, T-Boss cadde sfinito, tremando per il colpo subito: a quel punto fu chiaro a tutti che Petra, conosciuta come "Quicksilver" era una con la quale era meglio non fare a botte. Il modo in cui la tifoseria passò dall'uomo alla mutante era assurdo. Se prima il nome di T-Boss era quello temuto e rispettato, Petra distrusse completamente lo schema, ribaltandolo a suo favore. Ella venne raggiunta dai suoi compagni e sollevata da Big Rilla. Tutti i membri festeggiarono la vincitrice di quella rissa, che teneva stretta sia la propria flag che quella di T-Boss. Per la strada vigeva la legge del più forte e, in quel contesto, l'albina era in cima alla "catena alimentare", ben presto sarebbe diventata un pezzo grosso all'interno dei Savages e chissà, magari sarebbe stata proprio lei a mettere fine ad "Herai Dan Nomas", qualunque cosa fosse. Per il momento, il nome che risuonò nell'aria era quello di Quicksilver. Petra, però, immersa nei festeggiamenti, non poté accorgersi in tempo di un qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato, almeno non in quel momento.
Uno sparo, uomo a terra.
Due spari, delle grida.
Tre spari, il panico.
In quel campetto non erano più da soli.
Petra scese da Big Rilla, sentendo un quarto e quinto sparo: stavolta fu uno dei Savages a sparare contro Don W e un esercito di Heists al suo seguito. 

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