XVIII° - Guardami.

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La cupola blu della Danger Room tornò ad essere visibile, una volta che quella luce bianca scomparve del tutto. Petra riaprì gli occhi, ritrovandosi sdraiata a terra. Con molta rapidità tornò nuovamente in piedi e la prima cosa che fece fu quella di toccarsi l'addome, dove non vi era alcuna ferita inflitta. Non era sporca di cenere, non aveva alcun livido, il suo corpo non riportava minimamente tutto lo stress e lo sforzo attuato all'interno della simulazione; le parve, infatti, di essersi risvegliata da un sogno. Anche gli altri studenti condividevano la stessa freschezza con la quale erano entrati, l'unica fonte di stanchezza risiedeva nell'essersi allenati in sala pesi, quella stessa mattina.
« Simulazione arrestata con successo.» Proseguì quella voce robotica. Tutti gli studenti si guardarono attorno confusi, tutti tranne Petra. Era stata presa di mira dall'inizio alla fine della prova, ma l'umiliazione che subì da Psylocke non aveva alcun prezzo. Sapeva benissimo che la suddetta era entrata nella sua mente tramite assurdi giochetti da telepate, costringendola ad avere paura. Come poteva difendersi da tale violazione? La rabbia divampò talmente tanto che il viso di Petra ne divenne corrugato e schiacciato. Elizabeth era lì in lontananza, in gruppo con Warren e gli altri studenti. Tutti loro guardarono Petra con un sorrisetto di scherno. L'albina non aspettò altro per compiere passi svelti verso tutti loro, con la sua classica aura blu scaturita dall'ira e dal fastidio, ad avvolgerla. Ella oltrepassò Kurt ed Emma, non guardandoli nemmeno, spingendoli via mentre tentavano inutilmente di trattenerla. Qualcuno, però, aveva delle cose ben più urgenti da comunicare. La porta della Danger Room si aprì, il professor Rasputin entrò a passi pesanti. Sembrava molto adirato, e il suo vocione tonante tolse ogni dubbio.
Piotr;; « Vi avevo chiesto un lavoro di squadra. Questa è senza dubbio la peggior simulazione che io abbia mai visto in anni di insegnamento. La richiesta era quella di affrontarvi in quattro gruppi, non che foste in nove contro tre! Conoscete tutti la situazione in cui stiamo, non c'è tempo per questi giochetti infantili! E' tempo di lavorare, di lavorare seriamente. Ora fuori dai piedi! Tutti voi! Anzi.. Rimangano quì Lachamp, Wagner e Maximoff. » Stette in piedi con le enormi braccia conserte, pronunciando parole piene di rimprovero e di amarezza. Coloro che ricevettero il permesso di andarsene lo fecero lentamente e senza fiatare; Petra non si risparmiò un'ultima occhiataccia piena di risentimento ai suoi compagni di classe. Una volta rimasti da soli, il professore proseguì ai tre. « Fino a data da destinarsi, sarete esonerati dalle attività all'interno della Danger Room. » Kurt ed Emma lo guardarono sbigottiti.
Kurt;; « Professore, non è giusto! N-Noi non abbiamo fatto nulla di male, sono stati gli altri a coalizzarsi, ya! Stiamo migliorando, sia io che Emma.. Ce la stiamo mettendo tutta! Con Petra assieme a noi possiamo essere una grande squadra! La prego, non ce lo vieti! » Replicò alzando la voce e abbassando le orecchie a punta per la disperazione.
Emma;; « Kurt ha ragione! Toglierci la Danger Room è ingiusto e ingiustificabile! » Per quanto potesse odiare le lezioni col professor Rasputin, non poté stare zitta dinnanzi a tale privazione, sapendo anche quanto fosse importante per Kurt. Petra non disse nulla, se ne stette incupita in mezzo ai due; una notizia del genere avrebbe sicuramente turbato anche lei, ma l'affronto subito era ben più grande di qualsiasi sentiero del samurai. A nulla valsero le parole dei due, anzi: il professore rimase ancor più fermo nella sua decisione.
Piotr;; « Cosa è giusto e cosa non lo è lo decido io quì, signorina Lachamp. La mia non è una proposta, ma una decisione. Voi tre continuerete ad allenarvi in sala pesi, mentre gli altri faranno le simulazioni. Sono stato sufficientemente chiaro? » A quel punto, sia Kurt che Emma ingoiarono il rospo ed annuirono. Petra lo guardò, fulminandolo con lo sguardo finché Piotr non fu costretto a ricambiarlo. Il professore vide il suo corpo vibrare, come l'elastico di una fionda tirato così tanto a lungo e sul punto di scagliare il sasso. « Hai qualcosa da dire, Maximoff? » Domandò, abbassando notevolmente il timbro della voce.
Petra;; « Ci sarebbero molte cose che avrei da dire, "professore". » Replicò, senza staccare di un momento il contatto visivo con lui. Non le importò che l'insegnante avesse sgridato la classe intera per essersi unita contro loro tre; nella sua mente c'era solo una persona, e per motivi tutt'altro che piacevoli. Se ne andò, lo fece a passi svelti e ben decisi proprio perché non voleva essere inseguita. Era l'ora di pranzo, ma Petra non volle mangiare; non aveva appetito alcuno e, soprattutto, non voleva vedere nessuno: né studenti né professori. Si recò immediatamente nella sua stanza, chiudendosi dentro. Lì, Raven e Kimberly la aspettavano con impazienza. « Voglio che tu mi dica tutto quello che sai su Elizabeth Braddock! » Esclamò, entrando nella stanza e sbattendo la porta dietro di sé. Raven alzò gli occhi dal suo libro, stava infatti leggendo " Il giovane Holden " di J. D. Salinger, coricata sul letto.
Raven;; « Chi hai detto? » Chiese, assottigliando gli occhi.
Petra;; « Elizabeth Braddock, è una fottuta telepate che sembra ossessionata da me. Per qualche motivo mi odia e mi vuole morta! » Incominciò a fare su e giù per la stanza, con Kimberly che le saltava continuamente addosso, arrivando con il muso al suo addome.
Raven;; « ..Questo non è possibile.. » Mormorò sottovoce, chiudendo il libro e posandolo lentamente sul comodino.
Petra;; « E la cosa peggiore è che non è la sola! Ora non sono più le occhiatacce.. Ho un intero esercito di mocciosi mutanti contro.. » Continuò, sotto gli occhi increduli di Mystica. « Alcuni di loro posso batterli con estrema facilità ma.. Lei rimane un problema! Sono sicura al 100% che ha soggiogato pure i professori al suo controllo mentale! Quella testa vuota di Piotr Rasputin mi ha esonerata dalla Danger Room per non aver fatto assolutamente nulla di male! » Petra dovette fermarsi un momento per fare un lungo respiro ed espirare rumorosamente. « Che cazzo facciamo, ora? » Raven si alzò dal letto, tenendo le braccia conserte sotto il seno.
Raven;; « Ora non è il momento delle spiegazioni. » Rispose, oltrepassandola.
Petra;; « Non è mai il momento! » Esclamò. « Sei stata tu a dirmi chi ero prima, quindi non vedo perché tu debba tenermi all'oscuro di tutto adesso! » Continuò.
Raven;; « Saprai tutto quando sarai pronta. Ora sei troppo debole e instabile: daresti di matto e finiresti per compiere qualche cazzata che rovinerà il piano. Fa la tua parte e adattati alle situazioni; si aspettano esattamente ciò che stai facendo, che tu vada nel panico e che collassi su te stessa. » Si voltò nuovamente a guardare Petra, con il sorrisetto che lei tanto odiava.
Petra;; « Fa così tanto schifo risolvere le cose alla vecchia maniera? E poi smettila di sottovalutarmi! Non sono così scema come pensi tu. » Rispose, puntandole il dito.
Raven;; « Non lo sarai.. Ma ciò non toglie che io sia più grande, molto più intelligente e molto più esperta di te. » Continuò, ridacchiando sotto i baffi.
Petra;; « Se sei tutte queste cose, perché Kimberly non ha ancora mangiato? » Una domanda che sicuramente rilassò l'atmosfera di quella stanza, ma non per molto.
Raven;; « Ti sei fatta qualche amico oppure, con mia poca sorpresa, ti odiano tutti? » Domandò, riempiendo quel silenzio disturbato dal masticare crocchette di Kimberly.
Petra;; « Dovresti mangiare un po' di simpatia, Raven.. Comunque no, non tutti mi odiano. » Rispose standosene seduta sul letto.
Raven;; « Ma davvero? E chi ha così tanta pazienza? » Continuò, sottile e diretta.
Petra;; « Sono in due. La prima è Emma Lachamp, credo sia una sensoriale.. La conosco da un po' di tempo. Fu proprio lei ad introdurmi quei tre ragazzi; ebbi "pietà" di loro una volta, ma quando li beccai la seconda ho "accidentalmente" esagerato. » Una smorfia orgogliosa comparve sul volto di Petra, quell'occasione fu buona per vantarsi nuovamente e dopo tanto tempo dell'efferato delitto da lei commesso.
Raven;; « Non la conosco, molto probabilmente è una nessuno. Vedi di tacere a riguardo di questa storia, o puoi dire addio ai tuoi sogni di gloria. Comunque sia, una sensoriale non può costituire alcun pericolo. » Osservò, sprezzante.
Petra;; « L'altro è Kurt Wagner! Teleporta dall'accento tedesco. E' blu come te, sai? Ha delle orecchie talmente a punta da fare invidia a quelle di un elfo. Ha pure la coda da diavolo! Credo sia rimasto indietro ad un look piuttosto punk, ma sembra di buon cuore. » Raven si ammutolì, come se fosse stata colta da un pensiero improvviso. Immediatamente andò alla finestra e la spalancò, lasciando che il freddo di ottobre entrasse in quella stanza. « Che stai facendo? Ti vuoi buttare di sotto? » Domandò Petra, non capendo.
Raven;; « Mi sono ricordata di una cosa, tu non muoverti da quì. Io sarò di ritorno più tardi.. Ah, quasi mi dimenticavo: da oggi in poi guardati le spalle e non fidarti più di nessuno. Io sono esclusa, ovviamente! Pensa sempre in fretta, Petra! Pensa in fretta. » Le fece l'occhiolino. Prima che Petra potesse ribattere qualcosa, Raven si trasformò in Warren e, senza indugiare, spiegò le ali. Si buttò, spiccando successivamente il volo. In pochi secondi la trasformista si lasciò l'istituto alle spalle, diventando un puntino sempre più lontano nell'atmosfera. La mattina successiva, Petra se ne stava seduta sul suo banco a fissare il vuoto; non aveva risposto ad alcun bigliettino lanciatole da Emma e poco le interessavano le battute di Kurt. Aveva dormito parecchio male, e la lezione del professor Drake riguardante la figura dell'eroe secondo i vari filosofi era di una noia allucinante. 

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